Dopo qualche settimana di pausa dovuta all’assenza del nostro esperto musicologo Michele Sanpietro per motivi di salute, riprendiamo le notizie riguardanti la commemorazione della nascita o della morte di personaggi importanti della musica classica italiana e qualche volta anche straniera. Ricominciamo oggi dando il nostro più affettuoso bentornato a Michele. (A.M.Cavallaro)
Il 30 agosto del 1585 moriva a Venezia il compositore ed organista Andrea Gabrieli (1533 circa - 1585). Scarse sono le notizie biografiche sul suo conto. Una cosa è certa: non era nato nel 1510, come afferma la gran parte delle enciclopedie. L'anno di nascita, infatti, può essere stabilito con buona approssimazione in base al necrologio dei provveditori alla Sanità che attesta il suo decesso nel 1585 all'età "d'anni 52 incirca" (documento pubblicato da Bryant - Morell, pp. 69 s.). Attivo come organista nella basilica di San Marco a Venezia dal 1564 alla morte, nel 1562 aveva intrapreso un viaggio, insieme ad Orlando di Lasso, in Baviera, Austria e Boemia che gli aveva consentito di stringere importanti relazioni con i locali regnanti. Celebre come compositore e come organista, non fu da meno come didatta se per apprendere l’arte musicale alla sua scuola scesero a Venezia molti importanti compositori stranieri. Suo allievo fu inoltre il nipote Giovanni Gabrieli al quale si deve la pubblicazione di molte opere dello zio ancora inedite al tempo della sua dipartita. Compositore fecondissimo ed attivo in ogni genere in voga all’epoca, ebbe il presentimento di una nuova sensibilità e di una nuova epoca e seppe adeguarsi allo spirito di grandezza già espresso dai maestri della pittura veneta, sullo slancio delle fortune politiche ed economiche della Serenissima. Cospicua la sua produzione strumentale, ma la sua arte si realizzò ai più alti livelli in campo vocale. La musica sacra comprende circa 110 mottetti da quattro a dodici voci, oltre alla stupenda serie dei 7 Psalmi davidici a sei voci. Cospicua anche la produzione profana la quale non si discosta stilisticamente da quella sacra colmando così la frattura che in quel secolo si era creata tra i due generi.