12 Marzo, un'altra data importante per la musica operistica italiana. In questa data ricordiamo due "prime" avvenute a 22 annni di distanza l'una dall'altra: la prima di Gaetano Donizetti e la seconda di Giuseppe Verdi.
Il 12 marzo del 1835 prima rappresentazione a Parigi (Théâtre Italien) di Marin Faliero, tragedia lirica in 3 atti di Gaetano Donizetti su libretto di Giovanni Emanuele Bidera. La stessa città, lo stesso anno, lo stesso teatro e soprattutto la stessa compagnia di canto: i confronti tra "Marin Faliero" di Gaetano Donizetti e "I Puritani" di Vincenzo Bellini furono inevitabili, portando a quello che è stato definito da fiumi e fiumi di inchiostro un duro contrasto tra i due compositori. Ma fu davvero così? Bisogna ovviamente approfondire i fatti di quel periodo: l'anno è il 1835, mentre la città in comune è Parigi. L'ordine di precedenza spetta al musicista catanese, visto che la prèmiere della sua ultima opera ebbe luogo il 24 gennaio. Il 12 marzo successivo, dunque neanche due mesi dopo, fu la volta della tragedia lirica del compositore bergamasco. Sia "I Puritani" che "Marin Faliero" annoveravano nel loro cast originale Luigi Lablache, Antonio Tamburini, Giulia Grisi e Giovan Battista Rubini: anche se fosse stato fatto di tutto per evitarlo, il confronto tra i due lavori fu immediato, al punto che si parlò di una tensione forte tra Donizetti e Bellini. In realtà le critiche furono indirizzate esclusivamente dal siciliano, mentre il bergamasco riservò parole di stima e di ammirazione al collega
Il 12 marzo del 1857 prima rappresentazione a Venezia (Teatro La Fenice) di Simon Boccanegra, melodramma in un prologo e 3 atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, tratto dal dramma Simón Bocanegra di Antonio García Gutiérrez. Opera della maturità verdiana, segue la celebre trilogia popolare (Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata) e precede Un ballo in maschera. Il mediocre libretto del Piave pregiudicò in parte il buon esito dell'opera che venne accolta con freddezza, ma le numerose pagine di grande forza drammatica che essa conteneva indussero Verdi a rielaborarla su un nuovo libretto rivisto da Arrigo Boito e ripresentarla al Teatro alla Scala di Milano il 24 marzo del 1881 con notevole successo.
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