Cornelio Brusco, di origini fiamminghe ed attivo a Napoli nei primi tre decenni del Seicento, come dimostra il dipinto che fra poco descriveremo è, per quanto abile, poco noto alla critica a tal punto da non comparire nel catalogo della memorabile mostra sul Seicento napoletano, che si tenne nel 1984.
Io, nel 1998, lo citai brevemente nel I tomo della mia opera "Il secolo d'oro della pittura napoletana", mentre in un articolo del 2011 descrivo dettagliatamente il dipinto raffigurante Il Paradiso all'epoca in collezione De Giovanni, che il 30 novembre costituirà la punta di diamante dell'asta che si terrà presso la Blindarte e che vedrà numerosi collezionisti contendersi l'opera.
Il monumentale (cm 113×152) “Paradiso” di Cornelio Brusco, con il turbinio di santi e personaggi paradisiaci, resi in maniera estremamente dettagliata, si è conquistato la copertina del catalogo . La tela si presenta come un inedito rispetto alle numerose varianti dello stesso soggetto. In basso al centro è raffigurato il Paradiso terrestre con la Fontana della Vita. Gli esperti di Blindarte ne scrivono in catalogo:«L’esecuzione risale alla fine del secondo e gli inizi del terzo decennio del XVII secolo, anticipando i modi dei “bamboccianti romani” nella riproduzione meticolosa delle splendide figurine che affollano la scena. Brusco, di origini fiamminghe, è l’unico pittore che secondo le fonti abbia collaborato con François de Nomé, detto Monsù Desiderio».