Non bastava la Nascita di Venere di Sandro Botticelli? Sì che bastava per quel che rappresenta ed ha rappresentato nel tempo: inno all’amore e alla bellezza femminile, specialmente nel 1485.
Nell’opera di Giuseppe Di Pressa non si riscontra nessuna forma, benché minima, di plagio, o di scimmiottesco nei confronti del grande pittore del rinascimento italiano. Ospite nel suo studio di designer e di pittore, Di Pressa mi ha concesso di buon grado di dare una sbirciata alle sue opere pittoriche che ammontano a oltre cento. Una, però, mi ha particolarmente colpito, cioè la Venere della Sibaritide. Di Pressa nella sua attività creativa nel maneggiare colori, penne e pennelli, matite e pastelli- oscilla tra l’attività di designer e il pittore di notevole interesse, non solo per il soggetto rappresentato, ma per l’armonia dei colori, il soggetto rappresentato e il messaggio che intende trasmettere mutuando la particolare tecnica che pratica tra grafica e pittura.
In questa opera campeggia e domina l’intera composizione il corpo femminile nudo. Pudicamente nuda, inquadrata, e protetta, a destra da un drappeggio bordeaux retto da una coppia di farfalle verdi, mentre a sinistra da un drappeggio azzurro intenso, limitato da un contorno più chiaro, quasi celeste; il tutto è retto da una fanciulla avvolta da un mantello verde. I due drappeggi non avvolgono, ma quasi proteggono le fattezze di Venere nuda: essi sono rigidi per proteggerla ed esaltarla in mezzo al paesaggio verdeggiante che la circonda.
Si diceva: perché della Sibaritide? Perché la Venere di Di Pressa è circondata, anzi direi incastonata nel territorio della Sibaritide, rappresentata quest’ultima, attraverso le varie espressioni che la rendono caratteristica: il paesaggio, il mare Jonio, l’archeologia, le testimonianze urbanistiche: in definitiva la Sibaritide.
A destra della composizione pittorica, la natura nelle sue variegate espressioni viventi, viene rappresentata da una pianta di agrumi; e più giù, quasi ai piedi di Venere, il mare Ionio all’interno del quale tre delfini giocherelloni si rincorrono tra le onde spumeggianti.
Venere, intanto, la troviamo ben salda su una larga foglia di ninfee, a mo’ di piedistallo, con due farfalle che svolazzano ai piedi della dea della bellezza e dell’amore.
Continuando la lettura dell’opera, nel segmento verticale di sinistra, dall’alto, si intravede uno squarcio -ben individuabile- della sommità della cattedrale di Cassano e la torre dell’orologio che sbuca dalla collinetta che la sorregge, maestosa. Spostandoci più a destra si erge la torre campanaria.
Lo stacco tra la parte superiore e quella inferiore è dato dalla delicatezza dei colori impiegati: essi sono leggeri e quasi sfumati, in quanto il rosa secco che scivola nel rosa pallido, quasi anticato, descrivono una piacevole cesura.
Ancora più giù, il rosa pallido, sempre più sfumato si adagia sulle onde azzurre del mare: le acque sono cosparse in superficie, da fiori galleggianti. I fiori continuano ancora sulle onde quasi invadendo un’isoletta col busto di un austero personaggio della grecità sommersa, sin dal 710 a. Cr., unitamente alla grande Sibari.
Complessivamente l’opera riesce a trasmettere all’osservatore l’idea e direi quasi la sensazione palpabile della bellezza femminile, della fisicità di una bella donna nata dallo “Jonio assonnato”, sia per l’efficacia plastica di Venere e della cornice della natura circostante, sia per l’armonia cromatica della Venere della Sibaritide.
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Di Pressa ha partecipato, inoltre, a mostre a collettive e a personali in Italia e all’estero. A Liestal, per chiesa della missione cattolica ha realizzato L’ultima cena, un acquerello cm 50x100 e la Via Crucis, altro acquerello su cartoncino, cm 20x15. Nella galleria d’arte di Liestal partecipò con l’opera I Centauri, olio su tela, cm 70x10, solo per citarne qualcuna. A Lauropoli, nell’aula magna dell’Istituto comprensivo “G. Troccoli” allestì una personale dal significativo titolo: Dalla matita al computer, che riscosse un ragguardevole successo di pubblico esterno alla scuola e di numerosi studenti.
L’artista ha partecipato a numerosi appalti-concorsi in qualità di designer d’architettura a Crotone, Montalbano Ionico (Potenza), e in Grecia a Sainopulos, Sparta; nei Comuni di Cesano Bosone, Varedo (Diocesi di Milano); svolgendo, inoltre, anche l’attività di docente nell’Istituto d’arte di Castrovillari, nelle scuole medie e nei licei.
Egli ha un profilo professionale particolare che gli consente di comunicare alla gente il proprio messaggio con matita e pennello, attraverso le tecniche proprie del design e della pittura.
(Foto in alto: Giuseppe Di Pressa, Venere della Sibaritide, su cartoncino cm 50x70, tecnica mista, con penna, pastelli ad olio e collage, 2023).
Martino Zuccaro