Resi noti i nomi degli studiosi, a cui, il prossimo 2 ottobre, sarà assegnato il Premio Cassano 2016 – XIX edizione - La Giuria del Premio Cassano, presieduta da Ottavio Cavalcanti dell’Università della Calabria, e composta da Pasquale Caratù e Annaluisa Rubano dell’Università di Bari, da Giuseppe Caridi dell’Università di Messina, da Giampiero Givigliano e Giuseppe Trebisacce dell’Università della Calabria, e da Leonardo R. Alario, presidente dell’I.R.S.D.D. e ideatore del Premio, riunitasi nella sala di lettura della Biblioteca dell’IRSDD, ha, quest’anno, assegnato, all’unanimità, il prestigioso riconoscimento agli studiosi:
AURELIO MUSI
Aurelio Musi si è laureato in Filosofia nel 1970 nell’Università degli Studi di Napoli, discutendo una tesi in Storia Moderna sul tema: Cultura e politica a Napoli nella prima metà del Seicento, relatore il prof. Giuseppe Galasso, correlatore il prof. Pasquale Villani, e riportando voti 110 e lode /110. È stato borsista dal 1972 al 1973 presso l’Istituto di Storia Medievale e Moderna della suddetta Università. Quindi dal 1973 al 1974 borsista presso la Fondazione “L.Einaudi” di Torino. Dal 1975 al 1982 è stato contrattista e dal 1982 al 1988 ricercatore confermato in Storia delle Dottrine e delle Istituzioni Politiche presso il corso di laurea in Scienze Politiche della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Salerno. Vincitore di concorso per professore associato in Storia Moderna, ha insegnato questa materia presso la suddetta facoltà dal 1988 al 1994. Nel 1994 ha vinto il concorso per professore straordinario di Storia Moderna e dal 1997 è stato professore ordinario di Storia Moderna, materia che ha insegnato presso la suddetta Università, dove ha ricoperto anche l’insegnamento di Storia dell’Europa e dell’espansione europea nell’età moderna e quello di Storia dei Movimenti e dei Partiti Politici. Ha insegnato Storia Contemporanea presso la facoltà “J.Monnet” di studi politici della Seconda Università di Napoli. Dal primo dicembre 2016 è in pensione.
Ha insegnato Teoria e Storia dei Sistemi Imperiali presso la Universidad Catolica de Colombia.
Dal 1995 al 2001 è stato preside della facoltà di Scienze Politiche nell’Università di Salerno. È stato delegato del Rettore per le Attività Culturali nella suddetta Università e coordinatore della Collana Scientifica d’Ateneo..
Ha coordinato per diversi anni il Dottorato di Ricerca in Storia dell’Europa Mediterranea dall’Antichità all’Età Contemporanea, con sede amministrativa presso l’Università della Basilicata.
È socio dell’Accademia Pontaniana e della Accademia di Scienze Morali e Politiche della Società Nazionale di Scienze Lettere e Arti. È socio corrispondente della Real Academia de la Historia. È condirettore di “Nuova Rivista Storica”.
Ha partecipato e partecipa a numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali. Da ricordare in particolare il progetto The Origins of the Modern State in Europe, promosso dall’European Science Foundation, che ha prodotto 7 volumi pubblicati in inglese, francese e tedesco. E’ stato relatore a congressi e convegni nazionali e internazionali. Suoi saggi sono pubblicati in tedesco, spagnolo, francese e inglese. Ha ricevuto numerosi premi per le sue pubblicazioni scientifiche, tra i quali si ricordano: premio “Città di Amantea” per l’opera La rivolta di Masaniello nella scena politica barocca; premio internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti” per l’opera La stagione dei sindaci; premio “Sele d’Oro Mezzogiorno” per l’opera Il feudalesimo nell’Europa moderna.
Giornalista pubblicista, Musi è stato redattore del periodico “La Voce della Campania” e collaboratore del quotidiano “Paese Sera”. Dal 1994 è editorialista delle pagine napoletane del quotidiano “La Repubblica”.
I principali temi di ricerca di Musi riguardano:
la formazione e lo sviluppo dello Stato moderno e delle pubblica amministrazione in Europa;
il feudalesimo nell’Europa moderna;
la storia del Mezzogiorno d’Italia nell’età spagnola;
l’analisi comparativa delle forme imperiali dell’Europa moderna, a partire dal sistema imperiale spagnolo;
problemi di teoria e metodo della conoscenza storica;
l’analisi del sistema politico italiano dal 1993 ad oggi.
La bibliografia di Musi comprende varie centinaia di pubblicazioni fra libri, saggi, relazioni a congressi scientifici, curatele di volumi.
GABRIELLA D’AGOSTINO
Professore ordinario di Antropologia Culturale nell’Università di Palermo. Ha elaborato importanti progetti di ricerca, tra cui si ricordano Dinamiche sociali dei flussi migratori: identità sociali, pregiudizi e relazioni interetniche in una società multiculturale” e “Modelli di integrazione culturale e costruzione delle identità” (Progetto CORI 2001, collaborazione scientifica internazionale Università di Palermo, Université de Lausanne) , e ha partecipato a reti di ricerca italiane e internazionali. È Direttore responsabile del semestrale on line di Scienze umane “Archivio Antropologico Mediterraneo”. Ed è componente del Comitato Scientifico di importanti collane di Antropologia in Italia e all’estero. Molto attiva nell’organizzazione e partecipazione a Convegni internazionali di Antropologia Culturale, ha ricevuto, per ben due volte, il Premio Costantino Nigra, destinato ad Antropologi di chiara fama.
Conta, fra saggi, monografie, curatele e pubblicazioni, oltre cento titoli. Fra le sue opere si ricordano, fra le tante, Da vicino e da lontano. Uomini e cose di Sicilia, Palermo, Sellerio 2002; Forme del tempo. Introduzione a un immaginario popolare, Palermo, Flaccovio 2008; Altre storie. Memoria dell’Italia in Eritrea, Bologna, Archetipo Libri 2012; Sottotraccia. Percorsi tra antropologia e contemporaneità, Acireale-Roma, Bonanno 2016.
SERGIO BONANZINGA
Sergio Bonanzinga nasce a Messina nel 1958. Dal 1961 vive a Torino, dove il padre lavora come dirigente presso la casa editrice Boringhieri. Nel 1969 la famiglia rientra a Messina e i genitori aprono una libreria, tuttora felicemente esistente grazie all’impegno della sorella Daniela. Dopo le Scuole Medie decide di iscriversi al Liceo Scientifico, coltivando il sogno di diventare da grande ingegnere navale. L’impatto con la matematica complessa lo spinge tuttavia rapidamente verso orizzonti più “espressivi”: si appassiona sempre più alla letteratura, al cinema e alla musica.
Il suo interesse per l’etnomusicologia è nato – come spesso accade – da una forte passione per la “musica pratica” che, a partire dal 1975, si orienta verso le forme del folk revival (italiano, “celtico”, anglo-americano) e della musica “antica” (tra Medioevo e Rinascimento). Allo scopo di proporre questo repertorio, all’epoca molto originale per una città come Messina, fonda il gruppo Marcabrun, dove canta e suona, da autodidatta, flauto dolce e chitarra acustica. Si accosta al folklore napoletano attraverso il lavoro di Roberto De Simone e della Nuova Compagnia di Canto Popolare, ma ignora in modo pressoché totale le tradizioni siciliane.
Avrebbe voluto assecondare le proprie inclinazioni “artistiche” iscrivendosi al DAMS di Umberto Eco a Bologna, ma si deve accontentare della Facoltà di Scienze Politiche, disponible più a buon prezzo nell’Ateneo messinese. Si laurea con 110 lode e menzione nel marzo del 1984, nell’ultima sessione disponibile del secondo anno fuori corso. Negli ultimi tre anni del percorso universitario avvia però una propria parallela formazione, favorita prima dall’incontro con Luigi Lombardi Satriani, che insegnava in quegli anni Storia delle tradizioni popolari al Magistero di Messina, e poi con Diego Carpitella, che accetta di guidarlo per la tesi di Laurea, nonostante tenesse l’insegnamento di Etnomusicologia nell’Università di Roma “La Sapienza”.
La sua tesi di laurea, intitolata La letteratura di strada in Inghilterra durante la Rivoluzione Francese, offre un quadro del contrasto fra conservatori e riformisti attraverso le canzoni, le stampe satiriche e i libretti di circolazione popolare: un vasto repertorio che Sergio individua in biblioteche e archivi di Londra e Cambridge nel corso di un soggiorno durato quasi un anno. Incontra tra l’altro a Londra tanti suonatori e cantori che frequentano i folk-clubs, e tra questi Ewan MacColl e Peggy Seeger, celebri folksingers e ricercatori che per primi gli suggeriscono di volgere lo sguardo verso le tradizioni musicali siciliane. Tornato in Sicilia, dedica altri due anni a elaborare il materiale raccolto e a scrivere la tesi. Si tratta di un periodo particolarmente fruttuoso, durante il quale sviluppa una propria metodologia di lavoro, migliora la conoscenza dell’inglese e apprende i rudimenti della teoria musicale, oltre ad approfondire la passione per il folklore musicale anglo-celtico e italiano. Anche Carpitella, dal canto suo, subito dopo la laurea, ribadisce tuttavia a Sergio l’opportunità di impegnarsi a condurre sistematiche indagini etnomusicologiche in Sicilia. Tra il 1984 e il 1987 il neolaureato continua comunque a tenere vive due distinte linee di ricerca.
La prima direttrice gli viene offerta dall’opportunità di partecipare a tre convegni dedicati alla figura di Shakespeare, dove presenta saggi sulle funzioni della musica, sulle ballate e sui canti d’amore connessi alla drammaturgia shakespeariana. Quei saggi, caratterizzati da una prospettiva semiologica oltreché antropologico-musicale, vengono poi riuniti nel volume Canzoni di piazza e musiche di scena: prospettive semiologiche nella cultura musicale elisabettiana, pubblicato a Palermo nel 1995.
La seconda direttrice riguarda invece la Sicilia. Tra l’ascolto delle poche antologie discografiche all’epoca disponibili (in particolare quelle curate da Antonino Uccello e da Elsa Guggino), la lettura di alcuni testi basilari (da Pitrè a Favara), la consultazione dei cataloghi delle due maggiori istituzioni nazionali che avevano promosso la documentazione sonora del folklore musicale in Italia (l’Archivio Etnico Linguistico-musicale della Discoteca di Stato e il Centro Nazionale Studi di Musica Popolare dell’Accademia di Santa Cecilia) e i primi approcci diretti con suonatori e cantori popolari, inizia a inoltrarsi in questo “nuovo” territorio, senza prevedere che avrebbe passato i successivi decenni a esplorarlo con costante dedizione.
Nel periodo 1987-1989 coordina – sotto la direzione del professore Carpitella – la ricerca Fonti scritte e orali per la musica di tradizione popolare nel territorio di Messina, promossa per iniziativa di Gianvito Resta, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Messina. Grazie alla lungimirante mediazione di Carpitella, entra in contatto con Antonino Buttitta e nel 1989 inizia il Dottorato di ricerca in Discipline demoetnoantropologiche trasferendosi definitivamente a Palermo. Partecipa pertanto alle numerose attività promosse nell’ambito della scuola antropologica palermitana (lezioni, seminari, convegni, mostre, ricerche ecc.), mentre va meglio affinando un proprio approccio semiotico-antropologico ai fenomeni musicali, che trova esito compiuto nella dissertazione elaborata per il conseguimento del titolo di dottorato: Forme sonore e spazio simbolico. Tradizioni musicali in Sicilia (poi pubblicata a Palermo nel 1993). Parallelamente cura, per i tipi dell’editore Sellerio, l’edizione italiana di un’importante collezione di musiche popolari siciliane raccolte nel 1816 dal musicista e compositore tedesco Giacomo Meyerbeer.
Negli anni Novanta prosegue l’attività di studio grazie a una borsa postdottorato e a vari contratti per la conduzione di specifiche ricerche (tra l’altro la prima estesa ricognizione sulle forme della tradizione etnocoreutica in Sicilia), collaborando anche con il Folkstudio e con il Centro per le iniziative musicali in Sicilia (CIMS): due istituzioni animate soprattutto dalla straordinaria energia di Elsa Guggino. Con il supporto del CIMS elabora il progetto editoriale “Suoni&Culture”, all’interno del quale pubblica tra il 1995 e il 1996 il volume Etnografia musicale in Sicilia e due antologie discografiche in CD dedicate al Ciclo della vita e al Ciclo dell’anno. Collabora inoltre intensamente con la professoressa Guggino alla conduzione dei corsi di Etnomusicologia, il cui insegnamento viene attivato nel 1993 nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo. Nel 1999 assume questo insegnamento a contratto e contemporaneamente quello di Antropologia della musica nella Scuola Superiore per la formazione degli insegnanti. Nel 2000 consegue l’idoneità a professore associato nel settore M-DEA01. Dal 2000 al 2002 è assegnista di ricerca presso la cattedra di Antropologia culturale, tenuta da Antonino Buttitta, e insegna Antropologia visuale nella nuova laurea triennale in Beni demoetnoantropologici.
Nell’ottobre del 2002 prende servizio in qualità di professore associato di discipline demoetnoantropologiche presso il Dipartimento di Beni Culturali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo, insegnando Antropologia culturale e Storia delle tradizioni popolari. Dal 2006 ha assunto gli insegnamenti di Etnomusicologia e di Antropologia della musica, transitando al settore scientifico-disciplinare L-ART08.
Dal 1998 ricopre vari incarichi fra i quali Direttore del Laboratorio antropologico universitario di Palermo e Coordinatore redazionale del periodico Archivio Antropologico Mediterraneo. Attualmente dirige la nuova collana Suoni&Culture pubblicata dal Museo Pasqualino e la rivista Etnografie Sonore / Sound Ethnographies (insieme ai colleghi Giorgio Adamo e Nico Staiti), realizzata in coedizione tra il Museo Pasqualino e le Edizioni Neoclassica di Roma.
Oltre che in Sicilia, ha svolto ricerche sulle tradizioni musicali a Skyros (isola greca delle Sporadi, nell’Egeo settentrionale) e sui riti coreutico-musicali di guarigione dello stambeli a Tunisi. Tra i suoi altri scritti si segnalano: La zampogna a chiave in Sicilia, Fondazione Ignazio Buttitta, Palermo 2006 (con CD allegato); Sortino. Suoni, voci, memorie della tradizione, Regione Siciliana, Assessorato dei Beni culturali e ambientali e della Pubblica istruzione, Palermo 2008 (con 2 CD allegati); Il cibo per via. Paesaggi alimentari in Sicilia, Palermo 2011 (con CD allegato); Musical Mourning Rituals in Sicily (Series “Ethnomusicology Translations”, n. 5. Society for Ethnomusicology, Bloomington/IN, 2017).
CASA EDITRICE LA CITTÀ DEL SOLE
La Città del sole edizioni è stata fondata nel 1997 da Franco Arcidiaco, giornalista ed esperto di diffusione editoriale.
Fino a quella data Arcidiaco aveva svolto l’attività d’imprenditore, sempre nel settore editoriale, come distributore di periodici in Calabria e Sicilia e consulente per grandi gruppi editoriali (La Repubblica, Springer, Domus, RCS) in tutto il territorio nazionale. Dal 2016 ricopre il ruolo di delegato alla cultura del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.
Franco Arcidiaco dal 1976 ha sempre svolto una variegata attività giornalistica, da corrispondente dello storico quotidiano Paese Sera a opinionista free lance di quotidiani, periodici e emittenti radiofoniche e televisive; ha fondato e diretto i periodici Laltrareggio, Laltrareggina, Il Berlusconiere e Lettere Meridiane e, con Guido Talarico, il quotidiano Il Domani della Calabria. Oggi è direttore responsabile di Lettere Meridiane, CinemaSessanta, Calabria Letteraria e del sito www.calabriapost.net
Dal desiderio di dare una svolta alla sua vita e di coltivare la sua vera passione, i libri e la lettura, è nata la Città del Sole Edizioni; chiara l’intenzione di dedicarla al grande filosofo calabrese Tommaso Campanella, con l’adozione del celebre motto
“Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia”.
Le scelte editoriali privilegiano le inchieste giornalistiche e i saggi di politica, sociologia e tutto quello che concerne il territorio. Il tutto legato dal filo della memoria individuale e collettiva.
Il testo che ha dato alla casa editrice una prima notorietà nazionale è uscito nel 2001; il giovane giornalista Fabio Cuzzola, su input del "vecchio editore", rispolvera una storia lontana, una storia negata, che intrecciava la Rivolta di Reggio per il capoluogo al periodo nebuloso e oscuro degli anni '70. Nasce così Cinque anarchici del sud, un piccolo capolavoro recensito da tutti i grandi organi di stampa, che ispira anche una puntata della trasmissione RAI Blu Notte di Carlo Lucarelli.
Da allora il lavoro non si è più arrestato e i successi si sono susseguiti sempre più numerosi con la decisione di allargare l’interesse anche verso la narrativa, la poesia e il cinema.
Una sezione della casa editrice è riservata alla stampa periodica ed è da registrare, nel 2006, l’acquisizione della storica rivista Cinemasessanta, fondata e diretta dal grande critico Mino Argentieri, nel 2017 di Calabria Letteraria, fondata nel 1952 da Emilio Frangella e diretta da Franco Delbuono, nel 2014 di Rivista Storica Calabrese (Rassegna della Deputazione di Storia Patria) e di Argentique (rivista fotografica curata dall’Accademia di Belle Arti).
L’impronta Mediterranea della casa editrice è rivelata dai nomi e dalle storie personali dei direttori e dei referee delle varie collane presenti in catalogo: Franco Cassano, Daniele Castrizio, Flavia Martinelli, Alberto Ziparo, Pasquale Amato, Enrico Costa, Tonino Perna, Luigi M. Lombardi Satriani, Giuseppe Caridi, Mario Bolognari, Salvatore Speziale, Domenico Minuto, Ulderico Nisticò, Francesco Idotta, Francesco Mento e Maurizio Loiacono.
A questi nomi si uniscono quelli, altrettanto prestigiosi, di studiosi purtroppo scomparsi quali: Emilio Argiroffi, Sharo Gambino, Italo Falcomatà, Nicola Zitara, Renato Nicolini, Osvaldo Pieroni, Edoardo Mollica, Rodolfo Chirico e Pasquino Crupi.
Tra i grandi giornalisti presenti nel catalogo della casa editrice vanno segnalati: Adele Cambria, Paride Leporace, Giuseppe Baldessarro, Manuela Iatì, Gianluca Ursini, Andrea Tomasi, Jacopo Valenti, Paola Bottero, Toni Jop, Nino Milazzo, Bruno Gemelli, Filippo Veltri, Gianfrancesco Turano, Tonino Nocera e Aldo Varano.
La casa editrice è diretta oltre che dal fondatore Franco Arcidiaco, dalla moglie-socio amministratore Antonella Cuzzocrea e si avvale di numerosi e referenziati collaboratori esterni con le funzioni di editor e grafici; per una precisa scelta imprenditoriale la società non ha dipendenti e ha deciso di terziarizzare l’attività di produzione.
La Città del sole edizioni è presente, sin dal 1997 con propri stand, presso le più importanti fiere di settore a partire dal Salone Internazionale del Libro di Torino.
Ad oggi i volumi pubblicati sono oltre 1.100 suddivisi in dodici collane.
NICOLA PALDINO
Diploma di Geometra conseguito nel luglio del 1969 presso l’Istituto per Geometri di Cosenza.
Pensionato dell’Amministrazione Provinciale di Cosenza dove dal 1971 al 2008, ha prestato servizio col grado D4 (funzionario).
Presidente del Consiglio di Amministrazione prima della CRA,poi BCC di Bisignano dall’anno 1990 al 1999. Da tale ultima data Presidente del Consiglio di Amministrazione del Credito Cooperativo Mediocrati (CS).
Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’INCRA Srl – Rende, Società di informatica per le Bcc, dall’anno 1999 al 2013.
Amministratore Unico dell’In.Cra Srl – Rende, Società informatica per le Bcc, dall’anno 2013.
Presidente di Extensa Srl, Società di Servizi collaterali al sistema informatico delle BCC, dall’anno 2000 al 2008.
Membro del Consiglio di Amministrazione della Federazione Calabrese delle B.C.C.. dall’anno 2002 al 2013.
Membro del Consiglio di Amministrazione di Iccrea Banca SpA – Roma dall’anno 2006 al 2016.
Consigliere di Amministrazione della Camera di Commercio di Cosenza dall’anno 2004 al 2006 e dall’anno 2014.
Componente della Commissione Regionale Abi dall’anno 2004 al 2006 e dall’anno 2014.
Presidente del Consiglio di Amministrazione della Federazione Calabrese delle B.C.C. dall’anno 2013.
Membro del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo di Federcasse – Roma - dall’anno 2013.
Membro del Consiglio di Amministrazione del Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti e del Fondo Garanzia Istituzionale – Roma - dall’anno 2013.
Cavaliere dell’O.E.S.S.G.(Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme).
Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
SALVATORE PUNTILLO
Salvatore Puntillo è nato a Rende (Cs), nel 1935. Nel lontano 1966 partecipa come attore al suo primo film. Seguiranno partecipazioni in film importanti come "Profondo Rosso" di Dario Argento e "Corleone" di Pasquale Squitieri, solo per citarne alcuni. Pur rimanendo nella folta schiera dei caratteristi italiani, nel corso degli anni si è dimostrato un attore versatile che ha saputo destreggiarsi bene in generi cinematografici diversi: infatti la sua filmografia vanta oltre cinquanta pellicole che vanno dalle commedie agli erotici e dai polizieschi ai drammi. Salvatore Puntillo ha lavorato con i più grandi registi italiani. Grande la sua passione anche per il Teatro, essendo un attore versatile e di grandi capacità. Portamento signorile, aria severa, si distingue soprattutto quando è alle prese con ruoli drammatici, nonostante frequenti – nei primi anni Settanta – anche il genere boccaccesco e in seguito la commedia erotica. Con buoni esiti appare sul piccolo schermo come interprete di alcuni film. Fra questi ultimi si ricordano "Il mistero delle tre orchidee" di M. Ferrero (1974), "Signora Ava" di A. Calenda (1975), "Sono già stato qui" (della serie "Il filo del labirinto") di N. Fabbri (1979).
Filmografia: 1966: "Un dollaro tra i denti" di L. Vanzi; 1968: "Top Sensation" di O. Alessi; "Faustina" di L. Magni; 1969: "Io e Dio" di S. Squitieri; 1971: "Il vero e il falso" di E. Visconti; 1972: "L’arma, l’ora e il movente" di F. Mazzi; "Le calde donne del decameron" di G.P. Callegari; "Camorra" di P. Squitieri; "Finalmente le mille e una notte" di A. Margheriti; "Le mille e una notte all’italiana" di C. Infascelli e A. Racioppi; "Decamerone proibito" di C. Infascelli; 1973: "Milano violenta" di U. Lenzi; "Il figlioccio del padrino" di M. Laurenti; "Sentivano uno strano, eccitante, pericoloso puzzo di dollari" di I. Alfaro; 1974: "La città gioca d’azzardo" di S. Martino; "La polizia chiede aiuto" di M. Dallamano; "L’infermiera di mio padre" di M. Bianchi; 1975: "Conviene far bene l’amore" di P. Festa Campanile; "Profondo rosso" di D. Argento; 1976: "Vai col liscio" di G. Nicotra; "Il letto in piazza" di B. Gaburro; 1977: "L’avvocato della mala" di A. Marras; "Stato interessante" (2° episodio) di S. Nasca; "Sette note in nero" di L. Fulci; "Mannaja" di S. Martino; 1978: "Corleone" di P. Squitieri; 1980: "Con la zia non è peccato" di G. Pulieri; 1990: "Dicembre" di A. Monda; 1991: "Il portaborse" di D. Luchetti; 1992: "Un orso chiamato Arturo" di S. Martino; 1995: "Mollo tutto" di J.M. Sanchez.; 1996: "Un inverno freddo freddo" di R. Cimpanelli. Film TV: 1975: "L’eroe" di M. De Sica; 1977: "Il tram" di D. Argento; 1979: "Episodi dalla vita di un uomo" di G. Berlinguer; "Astuzia per astuzia" di M. Caiano; 1982: "Marco Polo" di G. Montaldo; 1985: "Olga e i suoi figli" di S. Nocita; 1990: "Un bambino in fuga" di M. Caiano; 1996: "I grandi process"i (epis. "Il caso Redoli" di M. Martelli); 1999: "L’abbandono" di L. Massobrio. Per la televisione ha partecipato a La trincea, regia di Vittorio Cottafavi - sceneggiato TV (1961) L'idolo delle scene, regia di Vittorio Cottafavi (1967) I racconti del maresciallo, regia di Mario Soldati - sceneggiato TV (1968) Jekyll, regia di Giorgio Albertazzi - sceneggiato TV (1969) Joe Petrosino, regia di Daniele D'Anza - sceneggiato TV (1972) La porta sul buio, regia di Dario Argento (1973) Il picciotto, regia di Alberto Negrin (1973) Il commissario De Vincenzi, regia di Mario Ferrero (1974) Sotto il placido Don, regia di Vittorio Cottafavi (1974) Signora Ava, regia di Antonio Calenda - sceneggiato TV (1975) L'eroe, regia di Manuel De Sica - film TV (1976) Lo scandalo della Banca Romana, regia di Luigi Perelli - sceneggiato TV (1977) Morte di un seduttore di paese, regia di Nanni Fabbri (1978) Storie della camorra, regia di Paolo Gazzara (1978) Episodi della vita di un uomo, regia di Giuliana Berlinguer (1980) Marco Polo, regia di Giuliano Montaldo - sceneggiato TV (1982) Olga e i suoi figli, regia di Salvatore Nocita (1985) Classe di ferro, regia di Bruno Corbucci (1991) Il giorno della Shoah, regia di Pasquale Squitieri (2010).
ANTONINO BALLARATI
Nato a Castrovillari il 1942, trascorre la sua adolescenza a Napoli, dove riceve un’ottima formazione, frequentando l’Istituto “Denza” dei Padri Barnabiti, e proseguendo gli studi superiori nell’Istituto “Armando Diaz”. Dedito agli studi del mondo omerico e ai protagonisti del mito e della storia greco-romana, senza tralasciare la sua attività professione, ha dato alle stampe i romanzi storici La guerra di Troia (2005), Il mito della guerra di Sybaris (2007), Così ho sedotto Roma, opera incentrata sulla controversa e affascinante figura di Messalina (2009). Attento studioso del Meridione contemporaneo, si dedica alla storia del Regno delle Due Sicilie dalla fondazione all’annessione al Regno d’Italia, dando alle stampe una trilogia di notevole importanza, con cui, documenti alla mano, ridisegna la storia delle vicende, da cui il Meridione fu travolto, e traccia nuovi profili di personaggi in precedenza spesso ritratti in modo superficiale. I titolo sono: Il Regno perduto (2012), Savoia o Borbone. La bugia del Risorgimento (2016), La storia proibita dei Borbone. Il Regno delle Due Sicilie, nient’altro che la verità (2018).
La serata sarà impreziosita dalla nota cantastorie FRANCESCA PRESTÌA.
Dopo il successo delle precedenti edizioni, il Premio, che quest’anno, con la compartecipazione delle Terme Sibarite, della Banca di Credito Cooperativo Mediocrati e della Fondazione Carical, sarà celebrato il 29 settembre prossimo nel Teatro Comunale di Cassano, impingua il suo Albo con la presenza di eminenti studiosi di chiara fama e del coraggioso giornalista Sandro Ruotolo, dando testimonianza dell’importanza assunta, con gli anni, nel panorama della promozione della ricerca scientifica e della funzione che sta svolgendo nel proporre la Calabria all’attenzione di intellettuali europei tra i maggiori del nostro tempo. La serata sarà presentata dall’antropologo Gianfranco Donadio.
Emme Pi per L’Ufficio Stampa del Premio