SUCCESSO DELL’INIZIATIVA SIPBC-CALABRIA SUI MONASTERI BASILIANI
Il convegno di Corigliano e la riscoperta degli antichi sentieri dei monaci basiliani, partendo, a piedi, dall’abbazia del Pathirion, attraverso la Sila greca
Ha fatto registrare un notevole successo la recente iniziativa culturale svoltasi nella città di Corigliano Rossano, a cura della Sezione regionale calabrese della SIPBC (=Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali), sul monachesimo calabro-greco o “basilano” e le testimonianze archeologiche e storico-artistiche da esso lasciate in Calabria e, in particolar modo, nelle aree montane della Sibaritide, dette, appunto, “Sila Greca”. Il primo momento della manifestazione è consistito in un interessantissimo incontro culturale sul Basilianesimo nella Calabria settentrionale ionico-silana, che si è tenuto, il 17 agosto u.s. nell’auditorium della bellissima chiesa coriglianese di Santa Maria Maggiore, di fondazione bizantina, poco distante dal Castello ducale. A moderare il convegno è stato Don Santo Aquilino, parroco della suddetta chiesa, e uomo di cultura, che non ha mancato di fornire un suo cenno introduttivo storico-artistico sull’edificio sacro di S. Maria Maggiore e sulle sue origini bizantine. Ha preso, poi, la parola il dr. Ernesto Borromeo, socio della SIPBC-Calabria e dell’Associazione “Le Aquile”, che è stato l’ideatore dell’iniziativa sui monasteri basiliani della Sila greca, il quale ha affermato che “la manifestazione ha come obiettivo la valorizzazione e la riscoperta degli antichi monasteri calabresi, e dei tratturi dei monaci basiliani dell’anno Mille, ma anche la valorizzazione del nostro patrimonio boschivo, unico in Italia, per la sua biodiversità”. Il dr. Luigi Petrone, attento studioso dei beni artistici di Corigliano, ha relazionato sul tema: “Il colle del Serratore ed i Basiliani”, aggiornando l’uditorio, attento e numeroso, sulle sue ultime ricerche intorno alla presenza bizantina sul colle del Serratore, il colle dove sarebbe sorto il primo nucleo abitativo della città di Corigliano , ad opera dei Mauresi, i profughi del vicino borgo fortificato di San Mauro, distrutto dai Saraceni intorno al 977 d.C. Ha preso la parola, infine, il prof. Franco Liguori, presidente della Sezione calabrese della SIPBC, che ha illustrato ampiamente con una sua apprezzata relazione, aspetti e caratteri della civiltà basiliana in Calabria, con particolare riferimento al territorio di Corigliano Rossano e dei paesi della Sila greca (Caloveto, Pietrapaola, Campana, Scala Coeli, Paludi, Cropalati , Cariati ) “Tra il IX e l’XI secolo andò maturando nella nostra regione, l’importante fenomeno del monachesimo di rito greco, detto “basiliano”, che influenzò profondamente la vita religiosa calabrese e le manifestazioni artistiche ad essa legate” ha affermato Liguori, che così ha continuato: “I monaci basiliani trasformarono il volto della Calabria, non soltanto sotto il profilo religioso, ma anche culturale ed economico. Con essi rifiorì l’economia. Con lo zelo e la passione dei pionieri i basiliani abbatterono i boschi, dissodarono i campi, li coltivarono e li resero produttivi. Grazie a loro, i colli si ricoprirono di vigneti ed ulivi, le pianure biondeggiarono di messi, i prati si popolarono di armenti e di greggi; sorsero fattorie, casali, centri agricoli e piccole industrie i cui prodotti, come il legname, la pece e il catrame, venivano anche esportati. Le comunità basiliane furono, inoltre, centri di studio, depositarie di sapere e di civiltà, fari di luce nelle tenebre medievali Con i basiliani la Calabria diventò un vero focolare di civiltà: fiorirono le arti, le lettere, gli studi filosofici, la patristica, l’agiografia, l’innografia”. Rossano e Reggio furono i maggiori centri di questa splendida. fioritura culturale”.
Il secondo momento dell’iniziativa della SIPBC-Calabria, si è avuto il 25 agosto u.s. presso la Chiesa del Pathirion (Rossano), dove sono convenuti alcuni soci dell’associazione, insieme a loro amici, che, dopo una visita alla monumentale chiesa di S.Maria del Patìr, fondata intorno alla metà del XII secolo dal monaco basiliano Bartolomeo da Simeri, sono partiti a piedi per una”camminata” lungo i sentieri percorsi mille anni or sono dai monaci calabro-greci, che lì si insediarono, prima in grotte scavate nella roccia, poi in piccoli cenòbi costruiti in luoghi impervi e solitari, per potersi occultare e tenersi lontani sia dagli echi minacciosi delle guerre arabe, sia dagli eccessi focosi della “monacomanìa” degli editti imperiali iconoclasti. Era presente alla partenza dei partecipanti alla “storica” camminata anche il presidente dell’associazione, prof. Franco Liguori, che si è detto compiaciuto della originale iniziativa messa in atto dai soci della SIPBC-Calabria e li ha ringraziati per il loro impegno a portare avanti la valorizzazione turistico-culturale del nostro territorio, che è una delle finalità principali della SIPBC.