(foto: Fortunato Amarelli e Filippo Demma) Mercoledì 18 Gennaio, alle 17,30, su invito della direzione del Museo Archeologico di Sibari ho assistito ad una interessante "conferenza" tenuta dal direttore dott. Filippo Demma e da due suoi illustri collaboratori, dott. Alberto Bruni e dott. Marco d'Isanto. Nel comunicato in coda a questa mia nota i dettagli della serata. A me preme, da modesto operatore del turismo locale, che in circa 40 anni di attività ha fatto visitare Museo e scavi archeologici a migliaia di turisti, (fin da quando il Museo era allocato in un locale del consorzio di bonifica nei pressi della stazione FS), rilevare che finalmente lo Stato italiano ha capito che strutture con un grande impatto sia fisico che culturale sull'ambiente circostante possono avere successo solo se c'é interazione con chi quel luogo lo ha vissuto e lo vive tuttora. Da quando si cominciò a parlare di archeologia a Sibari ci furono anche eminenti personalità politiche locali che si schierarono decisamente contro la nascita del Parco, perché secondo loro avrebbe impedito la nascita di industrie che all'epoca (anni '60) si pensava potesse essere la soluzione dei problemi occupazionali (sic), e ancora tante furono le polemiche per individuare il sito in cui doveva sorgere la nuova area museale (di questo racconterò più dettagliatamente in altra occasione). Finalmente questa nuova governance ha aperto le porte "al mondo", ed è stato un piacere vedere tante personalità dell'imprenditoria locale riunite ad ascoltare le interessanti idee realizzate e da realizzare del dott. Demma. Tra l'altro sono state anche snocciolate le cifre notevoli che saranno investite per migliorare la fruizione del parco: 18'693'250,81 Euro per Mitigazione e Compensazione impatto ambientale, con questa somma si provvederà, tra l'altro, a sistemare finalmente l'ingresso e l'uscita dal parco attraverso la SS 106 con una rotatoria, ed ulteriori 3'800'000 Euro per l'installazione di un "Uliveto sperimentale" e di un "Parco delle energie rinnovabili". Cifre di tutto rispetto che saranno gestite dal CdA del Parco, di cui è presidente il dott. Fortunato Amarelli e dalla Direzione, saranno a breve diffusi i bandi delle gare d'appalto per l'aggiudicazione dei lavori. Quel che da anni in tante occasioni avevo detto e sperato accadesse, ora finalmente si realizzerà. Ne sono particolarmente lieto e mi auguro di poterne vedere la realizzazione prima di chiudere gli occhi. Grazie di cuore a tutti coloro che si sono impegnati perché Sybaris diventi un centro di Cultura alla pari di tante altre località del nostro Sud. (Antonio Michele Cavallaro)
Dalla rete dei musei alla collaborazione con l’imprenditoria:
il Parco di Sibari lavora con il territorio.
I rappresentanti di 13 Comuni, 3 Diocesi, 3 Musei privati e un Parco Nazionale si sono dati appuntamento ieri al Parco archeologico di Sibari per proseguire decisamente la via che porta alla formazione della rete dei musei della Sibaritide. Una novità importante è il coinvolgimento del Parco del Pollino col suo presidente, Domenico Pappaterra, e la vice Valentina Viola.
Obiettivo comune è quello di costruire insieme un accordo di valorizzazione integrato che getti le basi per una stretta e proficua collaborazione tra enti pubblici e privati all’insegna della cultura.
Denominatore generale degli interventi che si sono susseguiti per tutta la mattinata, introdotti da Anna Cipparrone, delegata ICOM e componente del Cda del Parco di Sibari, è stata la volontà di fare finalmente sistema. “Dal Pollino al mare, dalla Basilicata fino al confine con la Provincia di Crotone – ha detto il direttore Demma – possiamo creare una rete unica di operatori culturali. Molti musei di quell’area vasta i cui confini vanno dall’Alto al Basso Jonio fino al Pollino con al Centro la Sibaritide e il Parco di Sibari sono già insieme per integrare e potenziare l’offerta culturale con tutta una serie di iniziative utili a definire poi, in accordo con gli operatori del settore, pacchetti/offerte turistiche differenti che attraggano visitatori non solo in estate ma nel corso dell’intero anno. Il tutto, cosa non scontata, coinvolgendo, oltre agli operatori culturali, anche l’agroalimentare di qualità del Pollino e della Sibaritide”.
Nel pomeriggio, poi, sono stati ospiti del Direttore i rappresentanti del mondo imprenditoriale e del tessuto produttivo della Sibaritide e dell'intera provincia di Cosenza. Dopo una breve introduzione di Fortunato Amarelli, presidente di Confindustria Cosenza e componente del Consiglio di amministrazione del Parco, il Direttore Demma ha illustrato le attività in corso e i lavori in partenza al Parco di Sibari. Mentre lo staff, composto per quest’occasione dal dott. Alberto Bruni e dal dott. Marco D’Isanto, ha informato la platea delle opportunità di collaborazione tra l’imprenditoria privata e il Parco stesso.
Nel suo intervento Demma ha raccontato come “Il Parco vuol essere il luogo della cultura e della ricerca, ma anche un presidio di legalità integrato nel territorio cui appartiene e al cui sviluppo culturale, sociale ed economico deve contribuire. Il Parco – in definitiva – si propone come punto di riferimento di una rete di luoghi della cultura che annodi legami con le altre istituzioni analoghe – statali, civiche e private – che hanno scopi e visioni affini. In prospettiva: un elemento costitutivo e trainante di un nuovo, possibile distretto culturale”.
A seguire il dott. Bruni, già funzionario del Parco Archeologico di Pompei e della Direzione generale Musei – guidata dal prof. Massimo Osanna –, ha presentato il progetto “Smart Land” per la trasformazione digitale dei luoghi della cultura. Bruni ha spiegato come – partendo da quanto è stato fatto per Pompei – grazie alla realizzazione di una app che verrà lanciata gratuitamente su tutti gli store di applicazioni per smartphone e che consentirà agli utenti di visualizzare gli Attrattori del territorio, l’offerta turistica e i servizi di ristorazione e ospitalità, strutturando il proprio percorso, scaricando le informazioni e le guide e prenotando ingressi e soggiorni, nonché di lasciare commenti e valutazioni e pubblicare sui social lo propria esperienza. Si potrà così incrementare lo sviluppo dei territori facendo rete; considerare il territorio come hub per la creazione di nuovi modelli di sviluppo economico e sociale; coinvolgere gli attori locali e gli stakeholders tutti per la definizione di un ecosistema efficace che possa agire al servizio di un piano strategico strutturato per lo sviluppo del territorio.
Il dott. D’Isanto, nell’intervento di chiusura, ha parlato alla platea di imprenditori proprio di tutte le possibili forme di Cooperazione tra pubblico e privato, da attivare con il Parco di Sibari e con le realtà che a esso si stanno collegando. Partendo dall’Art Bonus fino ad arrivare agli Amici dei musei passando per le sponsorizzazioni, il Partenariato speciale, la co-progettazione e le donazioni.
Molto soddisfatto il direttore Demma che, concludendo la giornata dei lavori, ha sottolineato come “la visione di un istituto culturale che sia intimamente collegato al territorio trovi la sua piena attuazione nella collaborazione stretta con le comunità e i loro rappresentanti politici ed economici. Nell’intessere di quei rapporti che, sulla base della cultura, ne promuovono allo stesso tempo il territorio creando ricchezza e occupazione”.
Parco Archeologico di Sibari
Ufficio Comunicazione