Il laboratorio d’analisi di Cassano, punto di riferimento per l’intera provincia soprattutto nel settore degli esami tossicologici, corre il rischio d’essere smantellato per le scelte dell’Asp.
Lo denuncia il consigliere regionale Gianluca Gallo, contestando le decisioni dell’azienda sanitaria provinciale che da mesi ha trasformato di fatto in definitiva quella che avrebbe dovuto essere una misura eccezionale e temporanea, ovvero l’inserimento del personale del laboratorio cassanese nell’elenco del personale reperibile a disposizione dei laboratori di Corigliano e Rossano. «Il laboratorio di Cassano – spiega Gallo – ha guadagnato negli anni un ruolo di primo piano nel panorama sanitario cosentino grazie all’ottimo lavoro svolto dall’ex primario Luciano Corrado, da poco in pensione. E forse ci si approfitta anche del suo pensionamento per adottare iniziative che, se non stoppate, saranno inevitabilmente causadi un costante, lento depotenziamento che potrebbe condurre alla chiusura del laboratorio stesso». Un pericolo che l’esponente della Cdl ricollega alle scelte della direzione generale dell’Asp. «Lo scorso novembre – ricorda Gallo – avevo cortesemente sollecitato un incontro al Dg per discutere anche di questi temi, ma la mia richiesta è rimasta lettera morta. Non sarebbe un problema, se le cose funzionassero a dovere. Invece credo che il muro di gomma alzato dall’Asp, guidato da una figura peraltro di diretta emanazione della giunta regionale e che dunque dovrebbe avvertire la sensibilità di confrontarsi col territorio ed i suoi rappresentanti, sia funzionale a difendere scelte altrimenti indifendibili». Afferma Gallo: «Nell’aprile del 2017, per venire incontro alle esigenze dell’Asp, il personale medico in servizio a Cassano accettò di essere inserito nei turni di reperibilità delle strutture di Corigliano e Rossano, in via del tutto eccezionale ed ovviamente temporanea, per garantire con senso di responsabilità l’efficienza di quei presìdi. Ma a distanza di un anno nulla è cambiato e la situazione è anzi peggiorata, in considerazione dei pensionamenti nel frattempo maturati. Col risultato che ci sono professionisti che di mattina prestano la loro opera a Cassano e poi la sera sono costretti a recarsi a lavorare altrove». E tutto ciò, evidenzia il consigliere regionale della Cdl, «in contrasto con le norme, i contratti collettivi e, prima di ogni cosa, il buon senso. Non vorremmo che alla fine questa situazione oggettivamente insostenibile portasse ad un’ondata di richieste di trasferimento, lasciando sguarnito il laboratorio di Cassano». Conclude Gallo: «L’Asp non può più far finta di niente: sono diversi i pareri legali prodotti anche dai professionisti interessati che attestano l’assurdità delle decisioni assunte, con allegata istanza di ripristino della normalità. Invito la direzione generale a voler adottare quanto da subito le iniziative opportune a potenziare il personale e ad assicurare la piena funzionalità del laboratorio d’analisi di Cassano, oltre che naturalmente di quelli di Corigliano e Rossano. Al presidente della giunta regionale, che dovrebbe esercitare i suoi poteri di verifica e controllo, chiedo di attivarsi con urgenza perché si ponga termine ad uno stato di cose mortificante: la sanità è un diritto. Pezze e rattoppi non bastano più, specie quando diventano triste, quotidiana realtà».
Avv. Gianluca Gallo
Consigliere regionale della Calabria