“Con Decreto ministeriale del 29 dicembre 2006, veniva sancita l'estensione territoriale, e con essa l'amministrazione e gestione dell'Autorità Portuale di Gioia Tauro ai porti di Corigliano Calabro e Crotone; l'esperienza di questi anni di gestione del porto di Corigliano Calabro in tale nuova organizzazione, ad oggi, è risultata poco efficace se non addirittura penalizzante e limitativa per lo sviluppo del sistema produttivo locale. La governance è stata e continua ad essere gestita a distanza da una struttura principalmente polarizzata alla specificità di un grande porto di transhipment (attualmente in crisi) che per dimensione, traffico e servizi ha, di fatto, una impostazione poco attinente alla specificità del traffico portuale di Corigliano Calabro”.
È quanto dichiara Salvino Santelli, docente di Scienze e Tecnologie Nautiche, corso Trasporti e Logistica – Conduzione del mezzo navale, presso l’IIS Nicholas Green/Falcone e Borsellino di Corigliano Calabro. Profondo conoscitore delle politiche legate al mondo della marineria locale e, più in generale, al settore ittico e portuale, Santelli parte da una disamina dell’attuale situazione per formulare interessanti ipotesi di sviluppo dell’importante struttura nel solco della Città Unica.
“Tale diversa vocazione del porto-guida ha relegato a ruolo marginale i porti ionici periferici, sacrificandone le forti peculiarità operative ed economiche. Di fatto non è stata nemmeno affrontata la logica, per la quale si pensava di creare i poli portuali, quella logica di fare sistema e di creare la piattaforma portuale che potesse, in una unica gestione e programmazione, mettere in rete i porti per creare sinergie fra servizi e programmi, rendendo produttive tutte le strutture, finalizzandole ad un unico network. Il processo di centralizzazione delle funzioni di governo e di controllo – spiega Santelli – ha generato ulteriori vincoli, ritardi e condizionamenti tali da relegare il porto di Corigliano Calabro ad un ruolo minoritario, residuale e periferico. Il nostro porto ha bisogno di un’oculata gestione e soprattutto di promozione e programmazione sia infrastrutturale che di sviluppo che provenga da tutti i settori economici e sociali del territorio. Esso rappresenta la più importante infrastruttura di tutta la provincia di Cosenza e soltanto attribuendogli la giusta utilizzazione potrebbe innescare processi rapidi e molto consistenti di sviluppo economico e produttivo nel trasporto marittimo, che travalicherebbero il comprensorio della Sibaritide, considerata la sua posizione strategica nel bacino del Mediterraneo di fronte ai paesi nord africani e medio-orientali. Inoltre esso è considerato (potenzialmente) scalo strategico per i collegamenti verso i porti dell’est europeo e potrebbe essere interessato ad effettuare collegamenti per linee di cabotaggio per tutti i porti dell’Adriatico. È giunto il momento di mettere definitivamente da parte la possibilità di sviluppo industriale del porto di Corigliano Calabro, perciò credo che esistano tutti i presupposti per determinare invece una vocazione “specifica” di questa grande struttura e cioè utilizzarlo principalmente come porto turistico e da diporto e poi commerciale, salvaguardando e ammodernando il comparto pesca che in esso insiste con l’attracco di decine di motopescherecci con annesso mercato ittico all’ingrosso (Mer.I.S.) Il turismo portuale e nautico è praticato nel bacino del Mediterraneo, che rappresenta il luogo di massima concentrazione delle presenze turistiche ed il cui unico limite è rappresentato da una mancata stagionalità. Nella Sibaritide bisognerebbe investire su una più consistente diffusione del benessere economico con la messa in opera di nuove infrastrutture nelle zone carenti ed un’attenta politica di valorizzazione ed utilizzazione delle strutture portuali esistenti: Laghi di Sibari con la nautica da diporto ed il Porto di Corigliano Calabro con l’incremento del traffico crocieristico ed il diportismo di passaggio. Dovremmo avere un’organizzazione imprenditoriale capace di sostenere la concorrenza dei paesi in ascesa nel settore turistico come la Spagna, la Grecia, la Tunisia, attraverso un’offerta turistico-ricettiva diversificata e qualificata, puntando sull’accoglienza, la cultura antica, il folklore, l’artigianato, l’eno-itti-gastronomia, le bellezze naturalistiche, offrendo strutture più moderne a prezzi accessibili e soprattutto governi locali che dovrebbero fare del turismo l’obiettivo prioritario della loro politica economica. Per la nostra costa ionica è essenziale il passaggio da un insieme di aree balneari ad un vero e proprio “sistema” turistico”.
“In questo contesto la nautica da diporto, diventata un fenomeno di massa che mobilita risorse considerevoli, si colloca come attività in crescita proprio per la sua natura dinamica, omogenea con la tendenza ad offrire al turista la scoperta e la fruizione di un ambiente nel suo complesso e ben raccordabile con la necessità di riqualificare l’esistente. Per quanto attiene l’aspetto relativo alla pesca, esso riveste un ruolo di fondamentale importanza, specie economicamente. È necessario – prosegue ancora il docente coriglianese Santelli – riqualificare, riordinare ed educare la nostra marineria ad una pesca del futuro, per essere pronta alle sfide che l’Unione Europea ci riserva, salvaguardando e valorizzando le nostre antiche tradizioni marinaresche L’idea di far nascere delle piccole imprese di pesca-turismo o/e itti-turismo sta alla base della crescita in termini turistici del nostro territorio, poiché solo con la diversificazione ed utilizzazione delle nostre risorse (mare-collina-montagna) che la domanda turistica aumenta, correlata naturalmente ad una risposta efficiente in termini di offerta. In definitiva, in vista della costituzione della Nuova Città Corigliano Rossano, risulta necessario avviare urgentemente l’iter per l'organizzazione di un tavolo di consultazione tra i vari attori interessati, per esporre la problematica e procedere di conseguenza”.