La storia infinita dei "Laghi di Sibari" continua. Le puntate di quella che potrebbe essere una bella "fiction" televisiva, se non fosse purtroppo amara realtà, non hanno sosta, se ne scrivono sempre di nuove. Non ci stancheremo mai di dire che il territorio tutto soffre per la situazione di disagio che vivono i malcapitati proprietari-utenti di quello che fu uno dei più bei porticcioli turistici della Calabria. Osservare come le istituzioni a tutti i livelli stiano a guardare nell'immobilismo colpevole fa male al cuore. Possibile che si spendano milioni di Euro in modo che definire "avventato" è un eufemismo, vedi Scavi archeologici, e poi non si riesce a trovare la forma giuridica e i soldi per sistemare definitivamente una struttura che langue e finirà per morire se non s'imbrocca la strada giusta?
Registriamo e pubblichimo la lettera che l'avv. Miranda, già presidente dell'Associazione Laghi di Sibari" ha inviato alla Procura della Repubblica di Castrovillari.
Alla Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Castrovillari
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Preg.mo Procuratore, dott. Eugenio Facciolla
Gent.le Sostituto Procuratore, dott.ssa Angela Continisio
Il sottoscritto Luciano Miranda, utente dei Laghi di Sibari in quanto proprietario di una unità immobiliare ed associato all’Associazione Laghi di Sibari di cui è anche Consigliere, con la presente evidenzia alcune perplessità che, forse, possono contribuire ad una veloce determinazione dei fatti verificatisi negli anni sul territorio di Cassano allo Ionio ed in particolare sui Laghi di Sibari.
Il motivo della presente risiede nella speranza che il vero obiettivo delle indagini in corso sia quello di ripristinare la legalità ai Laghi di Sibari.
Siamo in tantissimi a confidare nel sapiente lavoro della Magistratura.
E speriamo vivamente che la situazione si sblocchi velocemente e nella giusta direzione.
Non possiamo credere che il tutto si riduca all’avviso di garanzia emesso nei confronti di incolpevoli soggetti privi, nella fattispecie, di qualsiasi potere decisionale.
Non possiamo credere che la colpa di tutto, ora, debba ricadere solo sulla sabbia (che insabbia il canale).
Ormai è chiaro il disegno criminoso ordito nei confronti dei Laghi di Sibari.
Volutamente, qualcuno, ha posto in essere, con continue omissioni, lo stato di degrado in cui versa il predetto Centro Nautico (ei fu il più grande porto turistico del Mediterraneo, fiore all’occhiello dell’intera Calabria).
È ora di ricercare chi ha imbastito tutto ciò.
È giunta l’ora di presentare il conto ai responsabili di tale scempio.
Il conto da pagare è salato.
L’ultimo atto, il sequestro del canale, ha dato la “botta” finale.
Fortunatamente è giunta a stagione quasi terminata.
Di ciò vengono penalizzati solo i pescatori della domenica, che comunque non sono pochi e che comunque avevano la loro incidenza sull’intero indotto.
Infatti, in ogni caso, l’effetto negativo si è verificato ugualmente.
Numerose sono le barche che continuano ad uscire, via terra, dai Laghi con conseguente impoverimento per le attività commerciali presenti.
Il danno al territorio è incalcolabile.
Ma Noi siamo pronti a voltare pagina, purchè sia l’ultima volta.
Cioè siamo pronti a metabolizzare velocemente tutti i danni purchè il prezzo pagato quest’anno ci venga rimborsato con l’immediata e definitiva apertura del Canale degli Stombi e con l’adozione degli atti necessari all’ordinaria manutenzione per evitare futuri insabbiamenti.
Infatti non occorrono moltissime risorse per far diventare realtà un sacrosanto diritto degli utenti dei Laghi di Sibari.
Grazie al Consigliere Regionale Mimmo Bevacqua sono stati stanziati diversi finanziamenti per tutelare il sito.
Con il primo, nel 2016, è stata acquistata la Sorbona (in termini elementari è una specie di aspiratore che ha la capacità di spostare grandi quantità di sabbia sott’acqua).
Con il secondo, nel 2017, dovrebbe essere acquistato sia il motore che il pontone, entrambi necessari per completare l’opera necessaria a mantenere “pulito” il canale (A marzo 2018 ho contattato personalmente una ditta specializzata per assicurarmi che la somma del secondo finanziamento fosse sufficiente a completare l’opera. La risposta fu positiva. Quindi, immediatamente, informai il dott. Muccio che mi indirizzò verso l’ing. Rummolo per i “dettagli”. Ma poi non c’è stato alcun seguito).
Inoltre, sempre grazie a Bevacqua (quale Presidente della IV Commissione Regionale), nel 2018 è stata approvata la legge sulla navigabilità del canale (che ha messo un definitivo punto fermo sulla vicenda) con la previsione di un ulteriore stanziamento annuale di €.30.000,00 per l’ordinaria manutenzione.
Comunque, stante la lentezza della burocrazia, più volte, come Presidente dell’Associazione Laghi di Sibari (avendo ricoperto tale carica per pochi mesi), mi ero formalmente offerto di provvedere all’immediata “pulizia” del canale a costo zero per l’Ente Comunale, sempre in attesa di tempi migliori.
Tale offerta era finalizzata a “salvare” la stagione estiva ormai alle porte nell’interesse di tutti gli associati.
Nello stesso tempo, con il dott. Muccio, si stava intavolando una futura collaborazione con l’intento di sottoscrivere una convenzione che affidasse all’Associazione Laghi di Sibari, in comodato gratuito, l’opera (la c.d. draga) acquistata con i finanziamenti regionali, nonché il contributo annuale di €.30.000,00, per effettuare i lavori necessari a mantenere navigabile il Canale degli Stombi tutto l’anno.
Purtroppo ciò non si è mai formalizzato (e sarebbe giusto conoscerne i motivi).
Per meglio comprendere la questione (anche l’utilizzo sconsiderato di soldi pubblici), capire le malefatte (intese come cattiva gestione) del passato e quelle del presente e, soprattutto, per evitare malefatte nel prossimo futuro, è opportuno precisare quanto segue.
Facendo un passo indietro.
a)Il Canale degli Stombi (costruito da moltissimi anni) è strutturato da due grossi manufatti di calcestruzzo (due moli, ormai quasi cadenti che potrebbero generare ingenti danni) costruiti ad una distanza di circa 40 metri che vanno a costituire il “letto” del canale con una profondità, in origine, di circa 3,5 metri.
Al termine dei due moli sono stati posizionati un fanale verde ed uno rosso (che dovrebbero servire a regolamentare la navigazione dei natanti all’interno del canale).
Sicuramente sono stati spesi tantissimi soldi per la costruzione del Canale degli Stombi.
E sicuramente anche un bambino comprenderebbe che il predetto canale non è stato concepito solo per il deflusso delle acque piovane.
Infatti, altrimenti, sarebbe bastato un canaletto di cinque metri per due (invece che 40 mt per 3,5), con un notevolissimo risparmio di soldi sia per la costruzione che per la manutenzione in tutti questi anni (Comunque una verifica in tal senso da parte della Magistratura, visto che ci troviamo in argomento, sperpero di soldi pubblici, non dispiacerebbe a nessuno).
In ogni caso, la recente legge sulla navigabilità ha sgombrato anche ogni ulteriore dubbio ancora insito in chi ha ostacolato e/o omesso le opere di manutenzione al canale.
b)Il Comune di Cassano allo Ionio, nel lontano 1976, ha concesso all’ing. Furlanis (grandissimo imprenditore veneziano che si starà rivoltando nella tomba per il degrado abbattutosi sulla sua creatura) una concessione per la realizzazione dei Laghi di Sibari.
Dagli atti della lottizzazione, che sicuramente sono allegati alle indagini, emerge incontrovertibilmente il diritto dei proprietari delle abitazioni ricadenti nei Laghi di Sibari ad utilizzare il canale per uscire a mare.
Ciò ha consentito di identificare i Laghi di Sibari come porto turistico (come sancito in tanti altri documenti di cui ci si dichiara pronti ad esibire, ove necessario).
c)Nel corso degli anni le amministrazioni locali che si sono succedute non hanno mai attivato le necessarie misure per la salvaguardia del sito provocando un notevole impoverimento del territorio sia da un punto di vista economico che turistico.
Giusto per citare un piccolissimo esempio, emblematica è la deliberazione n.2 del 14/04/2005 del Consiglio Comunale di Cassano all’Ionio, venuta solo ora alla luce, che è stata tenuta misteriosamente in ombra da colui che sta illudendo gli utenti dei Laghi di Sibari circa un suo interessamento alla questione canale.
Si sta parlando di un soggetto che non ha mai fatto nulla per il canale sia quando era al potere a livello comunale e sia quando era al potere a livello regionale.
Poi, ora, si è aggrappato al c.d. “carro dei vincitori” per “prendersi” meriti non suoi per tutto quello di positivo che si sta realizzando oggi.
Si spera che i cittadini calabresi (cassanesi e non) si ricordino di tutto ciò alle prossime elezioni.
Beh! Anche tali soggetti dovrebbero essere attenzionati dalle indagini in corso essendo i principali autori, e non semplici complici, del degrado in cui si è fatto scivolare i Laghi di Sibari.
La predetta delibera (oltre a tutte le altre omissioni perpetrate negli anni) è una lampante prova di quello appena affermato.
Inoltre, le continue omissioni del predetto Ente, che comunque percepisce annualmente centinaia di migliaia di euro dagli utenti dei Laghi di Sibari, hanno contribuito a “rovinare” un luogo invidiato in tutto il mondo.
Sarebbe, quindi, opportuno accertare in quale percentuale il Comune di Cassano ha utilizzato i soldi incassati dai contribuenti per la realizzazione di nuove opere e/o manutenzione del territorio.
Ora la Magistratura, in cui si confida sempre e di cui si auspica un certosino lavoro, dovrà appurare se c’è stato dolo o solo ignoranza, colpa e incapacità a gestire la cosa pubblica.
Ritornando ai giorni nostri.
d)Sulla Commissione Straordinaria sono molto titubante, e vi spiego anche il motivo.
“Il commissario straordinario, nell'ordinamento giuridico italiano, è un ufficiale di governo nominato per far fronte a incarichi urgenti o straordinari tramite un accentramento o un aumento dei poteri e un'azione in deroga. I commissari straordinari possono operare tramite procedure accelerate, e in deroga alla normativa vigente. Possono, ad esempio, assegnare senza bando di gara d'appalto, ma a propria discrezione, i lavori pubblici. I poteri del commissario straordinario gli consentono di adottare tutti gli atti amministrativo-contabili necessari perché l'ente funzioni in maniera appropriata e superi la situazione d'emergenza creatasi”.
Ebbene, l’odierna Commissione Straordinaria non ha fatto nulla per risolvere la situazione di emergenza venutasi a creare nei Laghi di Sibari.
A meno che non si voglia non considerare una situazione di emergenza la chiusura del Canale degli Stombi.
Inoltre, a parere dello scrivente, non ha fornito valide motivazioni a tali omissioni, benchè più volte sollecitata in tal senso.
Come già evidenziato, è stata proposta una soluzione al problema del canale a costo zero ed a zero impatto ambientale, nel rispetto della normativa vigente in materia, così come avviene per casi simili in tutt’Italia.
Tale proposta è stata disattesa senza alcuna valida motivazione.
“Eppure il quinto comma dell’art. 145 T.U. prevede espressamente che la commissione straordinaria, allo scopo di acquisire ogni utile elemento di conoscenza e valutazione in ordine a rilevanti questioni di interesse generale si avvale, anche mediante forme di consultazione diretta, dell'apporto di rappresentanti delle forze politiche in ambito locale, dell'Anci, dell'Upi, delle organizzazioni di volontariato e di altri organismi locali particolarmente interessati alle questioni da trattare”.
La cosa è stata segnalata sia ai vertici prefettizi che a quelli ministeriali, ma senza avere alcun risultato.
Pertanto l’idea maturata nel sottoscritto è sconvolgente.
Si spera sempre nella Magistratura.
Perché non può vincere l’idea che il responsabile non potrà mai essere scalfito da un semplice cittadino che reclama un proprio diritto.
Comunque rimane il fatto che la Commissione Straordinaria ha omesso anche il minimo provvedimento teso a risolvere la problematica del canale in circa un anno di commissariamento.
Ancora va evidenziato che più volte è stato richiesto alla Commissione Straordinaria di intervenire sul canale per evitare rischi all’intera struttura.
Già a luglio 2018 avevo sollecitato un intervento sul canale per evitare il rischio esondazione (cosa puntualmente verificatasi alle prime piogge), ma inutilmente nonostante gli impegni concordati il 9 agosto in Prefettura con la dott.ssa Galeone.
Infatti notevoli sono stati i danni causati all’interno dei Laghi di Sibari.
Tali danni dovranno essere risarciti con soldi pubblici.
Tale esborso (di soldi pubblici) poteva essere tranquillamente evitato con un minimo di quella diligenza del buon padre di famiglia che ogni amministratore dovrebbe avere.
Infine, la Commissione Straordinaria ha permesso il verificarsi di un reato ambientale e/o la sua reiterazione senza muovere un dito, nonostante la mia richiesta di revocare la convenzione esistente e permettere all’Associazione di intervenire a zero costo per l’Ente ed a zero impatto ambientale.
Ciò è stato più volte segnalato anche negli incontri in Prefettura.
Ma sempre inutilmente.
Infatti, nonostante le numerose violazioni, attualmente, non si ravvisa alcun provvedimento atto ad accertare le singole responsabilità.
E sicuramente non può giustificarsi con l’avviso di garanzia limitato a due soli soggetti (peraltro esenti da colpe).
Mi spiego meglio.
Per anni, per aprire il canale, si scavava accumulando la sabbia ai lati (sui moli).
Tale operazione non è più consentita dalla normativa vigente (decreto n.173/2016).
Nonostante tutto il Consorzio di Bonifica, in virtù di una convenzione sottoscritta nel 2015 con il Comune di Cassano allo Ionio (per la durata di tre anni, al fine di mantenere aperto il Canale degli Stombi tutto l’anno), ha continuato ad accumulare sabbia fino al 04/07/2018 (data di scadenza della convenzione).
Dalla scadenza della predetta convenzione sia la Commissione Straordinaria che la Capitaneria di Porto hanno sollevato infinite obiezioni ostacolando l’apertura del Canale degli Stombi.
Addirittura, all’incontro del 17/07/2018 innanzi al Prefetto Tomao, il Comandante Maddalena manifestò chiaramente i rischi che si sarebbe assunto colui il quale avesse effettuato interventi sul canale.
Orbene, come già evidenziato in altri miei scritti, se togliere la sabbia dal canale significa violare la legge (cioè si commette un’illegalità), allora perché la Commissione Straordinaria non ha interrotto i lavori precedentemente alla scadenza della convenzione?
Dal 04/07/18 non è cambiata la normativa.
Perché dopo il 4 luglio è vietato ciò che era stato permesso di fare prima di quella data?
Cioè prima del 4 luglio non era vietato, infatti è stato consentito dalla Commissione Straordinaria (e forse anche dalla Capitaneria), dopo il 4 luglio (senza alcun intervento normativo) è stato considerato un reato gravissimo tale da far scattare anche gli avvisi di garanzia.
Chi doveva vigilare su tale tipo di attività ed evitare il danno ambientale???
Ancora, se la sabbia non può essere lasciata sul molo oltre un determinato tempo (tre mesi?), perché la Commissione (o la Capitaneria) non ha evitato ciò?
Se la sabbia è considerata un rifiuto speciale, perché la Commissione Straordinaria non ha provveduto a rimuoverla (oppure ad adottare i giusti provvedimenti, come in suo potere) per evitare che, a causa delle mareggiate, venisse risucchiata in acqua?
La mancata ricerca e/o la mancata adozione di una soluzione (tra cui anche quella a zero impatto ambientale offerta sul classico “piatto d’argento” alla Commissione) ha generato lo scempio evidenziato più volte.
Di chi è la colpa?
Sicuramente non dei poveri destinatari degli avvisi di garanzia.
È ammissibile (oltre che giusto?) che una problematica del genere (che ha letteralmente inginocchiato l’economia locale) non venga risolta in dieci mesi?
Gli utenti dei Laghi di Sibari, unitamente al sottoscritto, si aspettano sincere e concrete risposte a tali interrogativi.
Gli utenti dei Laghi di Sibari hanno diritto ad ottenere la giusta considerazione.
Gli utenti dei Laghi di Sibari si aspettano una pronta soluzione della vicenda affinchè il tutto non venga rimandato alle “calende greche” o si concluda in una “bolla di sapone”, in un nulla di fatto.
Allo stato attuale, così come emerge dalle interviste rilasciate ai media, le questioni dovrebbero essere due.
La prima riguarderebbe un’indagine relativa a valutare l’utilizzo dei soldi pubblici.
La seconda riguarderebbe un’indagine relativa a valutare le modalità di accumulo ed eventuale smaltimento della sabbia dragata (inteso anche come modalità di interventi sul canale).
Quindi, se la situazione reale è questa, pur senza voler entrare nel merito delle indagini (che sicuramente sono coperte dal segreto istruttorio), a modesto avviso si ritiene che, essendo di primaria importanza per il territorio ripristinare le caratteristiche originarie del Canale degli Stombi (larghezza di circa 40 metri per una profondità di circa 3,5 metri), allo stato dei fatti non esistano particolari motivi per procrastinare ulteriormente i lavori necessari all’immediata riapertura del predetto canale.
Si esorta, con la presente, chi di dovere affinchè emani con cortese sollecitudine i provvedimenti consequenziali e di legge per giungere al più presto alla risoluzione della problematica innanzi esposta.
Le soluzioni esistono e sono state già adottate in diversi porti italiani assoggettati alla stessa problematica dell’insabbiamento.
Anche le condizioni climatiche consigliano di intervenire immantinente al fine di scongiurare ulteriori danni.
Lo scrivente si dichiara disponibile a fornire ulteriori contributi.
La presente viene condivisa anche dai Consiglieri Zaccato e Vitulli, avendo riscontrato un lassismo generale nell’intraprendere azioni idonee alla pronta soluzione della problematica del Canale degli Stombi, che si dichiarano disponibili ad essere ascoltati dalla Magistratura.
Luciano Miranda