Laghi di Sibari, sarà che era una giornata fredda e minacciosa con il mare molto mosso ed un vento gelido di tramontana, ma il paesaggio dei laghi era abbastanza triste. Abbiamo effettuato un giro di ricognizione, insieme a chi oggi si sta prendendo cura di questi luoghi che per tutti rappresentano una risorsa, ma per le condizioni in cui versano rischiano di diventare una emergenza.
Finora l’attenzione ha interessato il problema della navigabilità, le porte “Vinciane” restano chiuse perché lo sbocco a mare non esiste quasi più, l’insabbiamento mette in serio pericolo quel fragile equilibrio di un sistema idraulico costituito dalle acque dei canali della piana, la foce del fiume Crati, distante (800m) ed il mare, fattori che potrebbero, in caso di maltempo, determinare l’innalzamento delle acque interne al bacino. Ma il perdurare di questa situazione sta mettendo in serio pericolo l’ecosistema, creatosi nel tempo, all’interno delle darsene si stanno innescando fenomeni fisici che possono determinare cambiamenti, quali l’acidità dell’acqua una ipo-ossigenazione, fattori che potrebbero portare a effetti disastrosi per le specie ittiche presenti.
Il WWf chiede all’Assessore regionale all’Ambiente di metter in campo un sistema di monitoraggio ambientale sui Laghi di Sibari, evitiamo di intervenire “a danno fatto”, il mancato ricambio delle acque non può perdurare, l’attenzione adesso deve contemplare soprattutto la salvaguardia del fragilissimo ecosistema, non può andare di pari passo con il problema dei diportisti, non si può attendere la stagione estiva per liberare l’imboccatura del canale a mare, sarebbe troppo tardi per la fauna ittica.
Arch. Leucino Cavuoto