Nei giorni scorsi ho presentato una interrogazione sul Corap, un ente pubblico economico strumentale della Regione Calabria, al quale sono affidate funzioni di sviluppo e valorizzazione delle aree produttive ed industriali esercitando tutte le funzioni già attribuite ai singoli Consorzi per lo Sviluppo delle aree industriali.
Tra le sue prerogative rientrava anche lo sviluppo dell'area industriale di Corigliano-Rossano (ex Corigliano Calabro) e tra il 2000 ed il 2004 nel territorio di Corigliano-Rossano decine di agricoltori sono stati espropriati dei loro agrumeti per pubblica utilità. Come risarcimento si offrì un prezzo irrisorio perfino al di sotto del prezziario agricolo. Per tale ragione nacque un contenzioso per la giusta determinazione del prezzo definito solo nel 2014 con sentenza della Corte di Appello di Catanzaro. Il Corap, a fini dilatori, si oppose alla suddetta sentenza ma comunque la Corte di Cassazione confermò la sentenza della Corte d'appello cristallizzando il diritto di credito degli espropriati e dunque la relativa indennità.
La Regione Calabria, invece di essere dalla parte dei proprietari, sta cercando di liquidare l’ente Corap ma la liquidazione è stata giudicata illegittima dalla Corte Costituzionale nel 2021.
In questa disputa è intervenuto il Mise che starebbe aiutando la Regione ad arrivare alla liquidazione e, se questo venisse realizzato, la Regione Calabria non pagherebbe gli espropri in quanto la liquidazione seguirà le regole della par condicio creditorum: il patrimonio del Corap non è capiente, e l'indennizzo di esproprio seguirà le regole del credito chirografo, con sicura beffa per gli agricoltori espropriati e mai indennizzati da 20 anni.
Una situazione assurda e per questo motivo ho presentato, intanto, una interrogazione al Ministro Giorgetti per capire se sia realmente a conoscenza della situazione e dei rischi che corrono i lavoratori del Corap ma, soprattutto, gli ex proprietari mai indennizzati per i terreni espropriati ormai quasi vent’anni fa e che aspettano un giusto risarcimento con tanto di pronuncia da parte della giustizia amministrativa. Allo stesso tempo, però, ho chiesto anche un incontro al neo commissario liquidatore, l’avvocato Enrico Mazza.
La questione va risolta nel novero della legislazione vigente perché se gli ex proprietari non venissero pagati, oltre a rappresentare una ingiustizia, questo episodio creerebbe un pericoloso precedente in materia di espropriazione: ovvero stando così le cose, lo Stato potrebbe espropriare e calpestare un diritto di proprietà tutelato dalla stessa Costituzione e senza riconoscere una somma all’espropriato.