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Cassano. Le Ferriti non ci sono più "per decreto"

articolo 21CASSANO NON È PIÙ UFFICIALMENTE UN SITO CONTAMINATO DALLE FERRITI DI ZINCO, MA QUALI INTERVENTI SONO STATI ADOTTATI PER MONITORARE LA QUALITÀ DELLE ACQUE DEL SOTTOSUOLO, CHE RIPORTAVANO VALORI ALQUANTO ANOMALI A PREOCCUPANTI?

Dal piano di interventi per la bonifica ed il recupero ambientale del SIN , siti contaminati dalle ferriti di zinco di interesse nazionale per le aree di Chidichimo e Tre Ponti ricadenti nel territorio di Cassano, si legge che già da svariati anni è stata rilasciata da parte della Provincia la certificazione di avvenuta bonifica e, per questo, al riguardo, il Ministero per l’Ambiente ha in corso una procedura per la valutazione di una nuova riperimetrazione del SIN, con l’obiettivo principale di togliere dal perimetro le suddette aree dove risulta completato il procedimento di bonifica.

Dal dettagliato piano elaborato dal Commissario di governo, tuttavia, si rilevano alcuni dati tecnico- scientifici che meriterebbero una certa attenzione, e che si riportano testualmente: “I monitoraggi post operam (ossia dopo l’intervento di bonifica) hanno confermato la conformità alle CSC per arsenico, cadmio, piombo, rame e zinco in tutti i siti nonché i superamenti delle CSC per il ferro nel sito di Tre Ponti.                                                                          

Le concentrazioni di ferro in falda sono comparabili a quelle osservate in operam, ad eccezione dell’anomalia riscontrata nel giugno 2018 nel piezometro TPT/P06, in corrispondenza del quale è stata misurata una concentrazione di ferro oltre i 30000 μg/l. 

A seguito degli interventi di bonifica sui suoli, sono stati inoltre riscontrati superamenti delle CSC in falda per il parametro ferro anche nei siti di Capraro e Chidichimo, …. in concentrazioni mediamente minori di quelle misurate nel sito Tre Ponti.”

Dunque lo Stato dichiara espressamente che per quanto se ne è a conoscenza ed è stato rilevato sui tre siti in questione, la bonifica è stata completata ad opera della Eni-Syndial e regolarmente certificata, per questo possono ora essere considerati fuori dal perimetro dei siti di interesse nazionale anche se, tuttavia, dopo gli interventi di bonifica si sono continuati a registrare dei valori anomali sopra la norma nelle falde acquifere del sottosuolo, valori che però possono essere gestiti non più in maniera straordinaria, ma ordinariamente dalle competenti Autorità.

Il suddetto Piano è stato inviato appunto dal Commissario di Governo alle autorità ed alle amministrazioni dei territori interessati per eventuali indicazioni di carattere tecnico-scientifico da oltre un mese e, quindi, con buone probabilità anche gli Amministratori di Cassano - che già da tempo dovrebbero essere a conoscenza di queste evidenze scientifiche – lo hanno ricevuto.

Viene spontaneo interrogarsi se a fronte dei dati empirici sull’aumento delle malattie neoplastiche e tumorali, esista una qualche correlazione fra il diffondersi sempre più di tali patologie e quei materiali tossici interrati negli anni ’80, e se non è il caso di espletare nuove indagini tecniche per l’individuazione di eventuali altre discariche sul territorio comunale.

Inoltre, per il rispetto che si ha verso temi delicati e sensibili come la difesa del territorio e la tutela della salute collettiva, ed alla luce delle dati di analisi scientifiche rilevati nel documento,  è doveroso che il Sindaco informi la città se ha presentato osservazioni scientifiche al suddetto piano e dia conto specificatamente di qual è stato l’operato della sua Amministrazione fino ad oggi sul tema: dall’ultima data a cui si fa riferimento nel documento risalente all’anno 2018, si è poi richiesto e sollecitato negli anni alle Autorità regionali competenti in prossimità dei siti bonificati delle nuove approfondite analisi,  caratterizzazioni e studi del suolo e del sottosuolo, carotaggi dei terreni adiacenti o altri interventi per monitorare i valori di concentrazione dei metalli pesanti?

Se una risposta alla Città non la vuole fornire il Sindaco, lo faccia perlomeno la consigliera comunale che ha la delega alla sanità. 

Sulla stragrande maggioranza dei temi che spaziano per esempio dai conti pubblici, alla bretella ferroviaria e ad altro, la consigliere delegata ha più volte dichiarato di non avere le competenze limitandosi ad offrire un mutuo soccorso alle posizioni della maggioranza consiliare; ora però sicuramente su questo tema scientifico invece può invece offrire il suo contributo e sarebbe interessante conoscerlo.

Purtroppo di questa brutta pagina per la vita della comunità cassanese, l’unico elemento assodato è che ad oggi sappiamo per certo che chi ha amministrato il Comune nel corso degli ultimi dieci anni è stato molto bravo a dilapidare in tempi record i quasi 5 milioni di euro riconosciutici come rimborso, senza alcuna rendicontazione e, inconfutabilmente, senza alcuna significativa ricaduta sulle popolazioni che abitano il territorio.

Ufficio comunicazioni ArticoloVENTUNO

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