Lattughelle è una delle contrade che compongono la vasta area di Sibari ricadente nel comune di Cassano Ionio. Prima della grande e definitiva bonifica, queste terre appartenevano per una gran parte alla famiglia Serra-Cassano, ne prese possesso successivamente lo Stato e attraverso gli enti preposti furono suddivise a tante famiglie nullatenenti alle quali fu assegnato un lotto di terreno agricolo ed una casetta. Per indurre gli assegnatari a vivere ed abitare sulla terra che avevano ricevuto le abitazioni furono costruite nei lotti. L’errore fu quello di creare una contrada veramente molto ampia con le case degli abitanti molto distanti l’una dall’altra. Sarebbe stato meglio localizzare e urbanizzare un sito centrale in cui sistemare oltre che i servizi essenziali anche gli abitanti, ne sarebbe risultato un piccolo borgo rurale dove sarebbero potute nascere anche attività commerciali e artigianali, che invece ora mancano. Purtroppo la scelta fu diversa ed ora Lattughelle ha come unico punto di riferimento, per un minimo di aggregazione sociale, la zona dove si trova la Chiesa parrocchiale dedicata a San Raffaele e l’edificio della scuola primaria.
E’ chiaro che sistemare e mantenere in ordine i servizi necessari alla vivibilità del luogo è difficile, dispersivo e parecchio costoso, ma, cionondimeno, è compito della pubblica amministrazione far funzionare fogne, rete idrica e stradale, qualche cosa è stata realizzata negli ultimi anni, ma ci sarebbe ancora molto da fare. Un piccolo esempio di scarsa attenzione da parte di chi di dovere è per esempio la situazione di estremo disagio che hanno gli automobilisti che devono giornalmente passare sotto il cavalcavia della ferrovia, il fondo stradale, essendo leggermente più basso della restante carreggiata è quasi sempre ingombro di acqua che ristagna e a lungo andare ha scavato delle autentiche voragini che sono estremamente pericolose per gli automezzi che passano da lì. Le foto che pubblichiamo, inviateci dall’amico Mimmo Iacobini, lo dimostrano chiaramente, ci auguriamo che, al più presto, si provveda alla riparazione di quel breve tratto di strada.
Sappiamo che l’A.C. ha chiesto alle Ferrovie di provvedere anche all’allargamento di quel cavalcavia che permette il passaggio solo di una macchina alla volta, e ci auguriamo che venga recepita anche questa necessità e finalmente sanata anche questa situazione.
Abbiamo constatato, con grande piacere, che la chiesetta di San Raffaele Arcangelo è stata sottoposta ad un notevole restyling; il parroco don Nicola Francomano, subentrato al povero don Lazzaro, ne ha completamente rinnovato l’interno facendo pitturare le pareti e abbellendo la zona presbiterale con un bellissimo e prezioso mosaico e rinnovando completamente l’arredamento dell’altare e delle pareti con delle stupende immagini della Via Crucis. I fedeli hanno collaborato, ma l’onere più importante è stato sostenuto da don Nicola, riteniamo, però, che quella parrocchia debba essere maggiormente attenzionata dalla curia vescovile facendo ripristinare anche i locali annessi alla chiesa in modo che possano essere fruiti al meglio da qualche gruppo organizzato di fedeli, da altre associazioni o utilizzata per scopi di aggregazione sociale.
Chiesa e Municipio sono chiamate a non dimenticare una periferia che rischia di diventare sempre più marginale e decentrata.
Antonio Michele Cavallaro