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Cassano: ad una svolta definitiva la questione "Cimitero"?

savino firma commissari.jpgE’ giunta finalmente la fine di una storia durata ben 34 anni, infatti fu nel 1985 con la dichiarazione di rinuncia del compianto mons. Pala all’utilizzo delle tre cappelle cimiteriali denominate: Cappella del SS. Crocifisso, Cappella di San Domenico e Cappella della Cintura di proprietà di 3 confraternite ormai estinte da tempo, che la diocesi manifestò l’intenzione di cederle e renderle disponibili al comune di Cassano all’Ionio. Dopo mons. Pala, c’erano stati interventi di mons. Graziani, mons. Bertolone e mons.Galantino, per giungere ai nostri giorni con l’attuale presule della diocesi di Cassano, mons. Francesco Savino, e finalmente verrà restituita dignità a centinaia di corpi seppelliti in quelle cappelle da decenni chiuse al culto, perché a rischio crollo.

L’accordo siglato tra Comune e Diocesi sul destino delle cappelle un tempo in concessione alle confraternite, da 40 anni e più abbandonate al loro destino, come quella del Santissimo Crocifisso, è oggettivamente una buona notizia, perché se la civiltà di un popolo si misura dal rispetto che lo stesso tributa ai propri defunti, significa che finalmente Cassano ha compiuto un passo avanti. E di questo va dato atto a monsignor Savino, per aver portato a compimento un percorso coraggiosamente iniziato, nel 2009, dal suo predecessore, monsignor Vincenzo Bertolone.

E’ interessante ricostruire l’iter di questa lunga e poco decorosa storia per il popolo cassanese. Dopo i citati precedenti tentativi non andati a buon fine, nel 2010 mons. Bertolone iniziò il difficile percorso che ha consentito di giungere fino a qui.

La storia delle cappelle si presentava alquanto intricata: date in concessione ad alcune confraternite, queste ultime sin dagli anni Settanta avevano cessato di essere operative, ma non erano mai state formalmente disciolte. E questo rendeva di fatto nullo il passaggio delle cappelle al Comune a più riprese suggellato, tra gli anni Ottanta e gli inizi degli anni Duemila, con dichiarazioni sottoscritte dagli ordinari diocesani del tempo. Con il Comune che, a seconda del tempo e degli amministratori, ora considerava legittime quelle note, ora le reputava prive di efficacia. Un altalenare imbarazzante, che mons. Bertolone riuscì a fermare.

Il Presule iniziò a scavare negli archivi, ricostruì la questione e nominò addirittura un commissario per verificare lo stato di operatività e la consistenza patrimoniale delle sostanzialmente inesistenti confraternite. Tramite stampa furono diffusi, nei paesi del circondario, degli avvisi pubblici, per ricercare eventuali detentori di diritti nei confronti delle stesse confraternite. Soprattutto, quel vescovo indicò le possibili soluzioni per l’uscita dallo stallo: scioglimento formale delle confraternite, acquisizione al loro patrimonio dei titoli concessori delle cappelle, loro ristrutturazione tramite project-financing con contestuale stipula di convenzione con il Comune, per fissare congiuntamente modalità delle operazioni, al fine di evitare qualsiasi tentativo di speculazione (a Cassano non sarebbe stata una novità).

Il tutto nero su bianco anche in un protocollo d’intesa con l’amministrazione del tempo. Ma il tempo, si sa, passa, e le cose possono anche cambiare. Così nel 2013 il Comune avoca a sé la titolarità delle cappelle e le inserisce nel piano triennale delle opere pubbliche, lasciando intendere di voler fare da sé. Adesso la nuova – e si spera ultima – puntata della vicenda.

Da quel che è dato comprendere, l’impostazione data da monsignor Bertolone è stata ritenuta convincente dal suo attuale successore, che ne ha curato la concretizzazione: la Diocesi, finalmente divenuta titolare delle concessioni attraverso la loro acquisizione al patrimonio diocesano previo scioglimento formale delle confraternite, ne ha disposto la restituzione al Comune. E quest’ultimo (che pure nel 2013 le aveva già acquisite d’ufficio), ne ha preso atto, impegnandosi all’esecuzione dei lavori occorrenti (copertura finanziaria?) ed anzi ufficializzando la disponibilità a mettere a disposizione della diocesi alcune decine di loculi che deriveranno dall’annunciata ristrutturazione.

Sarebbe stato possibile fare di più e meglio, o prima e con maggior celerità? Forse. Ma poco importa, a questo punto: ottenuto il risultato, salvaguardata (finalmente) la pietas, ringraziati (per amor di verità) monsignor Bertolone e monsignor Savino per l’impegno profuso in favore dei cassanesi, non resta che darsi da fare per chiudere al più presto la vicenda e farne monito per il futuro: mai più avvenga una cosa del genere.

La palla è ora nelle mani del comune di Cassano che dovrà provvedere alla ristrutturazione delle cappelle.

Per ulteriore informazione riportiamo quanto pubblicato sul sito on-line della cn24tv.it: La Diocesi di Cassano all’Ionio rinuncia pertanto al diritto di concessione perpetua sulle cappelle cimiteriali del SS. Crocifisso – del Santo Rosario e Nome di Gesù e della Santa Cintura, ubicate nel cimitero del comune di Cassano all’Ionio ed al diritto di proprietà sulle stesse, nonché al rimborso delle spese tecniche per la redazione del progetto preliminare intervenuto sulla cappella del S. Crocifisso.

D’altro canto, il Comune di Cassano all’Ionio riconosce la concessione di cinquanta loculi alla Diocesi di Cassano all’Ionio, a titolo gratuito tutte ubicati nella cappella del SS. Crocifisso, completi di lapidi amovibili. Il Comune di Cassano all’Ionio si è, inoltre, impegnato a ricollocare i resti degli attuali aventi diritto alla sepoltura, che hanno già utilizzato lo spazio all’epoca assegnato dall’estinta congrega del SS. Crocifisso in spazio idoneo all’interno della nuova cappella del SS. Crocifisso all’interno del cimitero comunale, con ogni onere derivante dalla traslazione delle salme, delle inumazioni, delle casse occorrenti e dei lavori e opere edili di sistemazione occorrenti.”

Anche le esistenti sepolture, quindi, della cappella in questione saranno salvaguardate e definitivamente ricollocate a spese della pubblica amministrazione.

A questo punto, non sarebbe male se i commissari che reggono il comune in questo momento, si dessero da fare, magari con procedure d’urgenza, per dare immediata sepoltura alle salme da mesi in fila nell’obitorio, per mancanza di spazi. Ma questa è tutta un’altra storia. Forse…. 

Antonio M.Cavallaro

(foto dal web: Mons.Savino e i commissari firmano l'impegno)

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