Il primo, ed unico, film che ho interpretato è stato, quando avevo una decina d'anni, "Londra chiama Polo Nord".
Ero uno dei chierichetti che cantavano in chiesa, interrotti dall'irruzione di un soldato tedesco alla caccia di chissacchì (nun ce l'avevano spiegato).
Scelto, allora, perché biondo e bello. Solo in seguito sarebbero apparse chiare altre e più corpose qualità (simpatico, intelligente, spiritoso e, alla giusta luce, con gli occhi verdi).
Il cachet ammontò ad una scatola de pidocchiose caramelle (ma credo che i Frères del San Giuseppe s'inguattarono qualcosa di meglio, stìmorammazzati).
Grillo chiama Maurizio.
Squilla il telefono.
M.S.V. Pronto.
Grillo. A Maurì sò Beppe.
M.S.V. Amico mio, come stai?
Grillo. E come devo sta', c'ho le idee confuse.
M.S.V. A Beppe te l'avevo detto detto che quel Giggino nun era all'altezza...
Grillo. Sì lo so, ma nun sta' a recriminà, sembrava che...Poi tu, me dicono, sei un criticone...C'azzecchi sempre, ma pensavo...Uno 'na volta se potrebbe sbaglià...
M.S.V. Vabbene, ma ormai è troppo tardi, quello ve mannna a fondo cò tutte le scarpe, e tu te sei tirato fori...S'è perso il messaggio...Il vaffanculo globale...Il luminoso indirizzo filosofico...Mò mica ve potete mannà affanculo da voi stessi, impossibile. Ve ce potrei mannà io, ma sarebbe debole, marginale, sono un esiliato anch'io...
Grillo. E allora? Che dobbiamo fà?
M.S.V. A Beppe, che dobbiamo fà? Pijaccela in quel posto, come sempre, inutile opporsi al destino. Se stasera sei libero s'annamo a magnà 'na pizzetta, parlamo de quanno...Te ricordi?...O li mortacci!...Ma quanto tempo è passato? Incredibile...Sembra ieri...
Maurizio Silenzi Viselli