Altissimo, Onnipotente Bon Signore,
tu solo puoi benigno me ascoltare.
Lo sol che tu facesti ci scaldicchia,
ma mò pare ch’esageri il messere,
ci sta squagliando li ghiacciaj’eterni.
Pure lo frate vento s’è sfrenato,
ce soffia con violenza sovrumana.
E frate foco tutta s’è magnato,
la California che noi sognavamo.
Parlando d’altro ha detto il nostro Papa,
che la Madonna esagera l’appare,
spiegaje tu, Altissimo Compare,
che scenne troppo spesso ad abbagliare;
e dije pure che me pare proprio,
se dovrebbe cambià lo suo vestire,
sempre cò quella stessa vestarella,
risulta fuor di moda e tristerella.
Già che ce semo Grande Bon Signore,
potresti se volessi fare in modo,
che li politici che vanno in sùer potere,
con cinque stelle ma non di una Polare,
c’avessero nà mente superiore,
de quelli che c’affliggon tutte l’ore.
In subordine Altissimo Messere,
te lo chiedo in ginocchio e pe’ piacere,
nelle lor pur pelate zucche vote,
ficcace un po’ de sale o de sapere.
Laudato tu sie infin mio Bel Signore,
si volessi spiegare all’Italiani,
ed in particolare ai Calabresi,
che pe’ fa na stradina che conduca,
dalla Roseto alla Sibari moderna,
non serve nà paccata de mijardi,
e de passà sopra le spoglie antiche,
della Sibari distrutta da Crotone;
Altissimo, Giustissimo Signore,
faje capì che la ricchezza loro,
nun so’ le strade o lunghe gallerie,
ma la Storia che c’hanno tramandato,
li nostri nonni e bisnonni del passato.
Maurizio Silenzi Viselli