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Finalmente cancellato il pensiero complesso

Homo flatularius.jpg"C'est plus facile" parlare di aria fritta, che esprimere pensieri complessi.

Per applicare questa, che potrebbe, oggi, sembrare un'ovvia tautologia, l'uomo ha dovuto attendere secoli, se non millenni.

Nel mondo preistorico facevamo a meno di entrambe le possibilità espressive; regnava una certa concretezza solo operativa: se un qualcuno c'infastidiva gli si fracassava in silenzio la testa con un bella mazzata.

Non che questa spicciola soluzione, francamente molto risolutiva, sia poi nei millenni successivi del tutto scomparsa, ma la si vestiva di una qualche argomentazione fasulla, e di una maggiore laboriosità operativa (via via si sono usate, accette, sciabole, picche, ghigliottine, pistole, cannoni, bombe).

Anche il pensiero, più in generale, diveniva più complesso, e nel parlare, e nello scrivere, se ne esponeva la profondità.

Oggi si è finalmente capito, in uno scatto d'intelligenza, quanto inutile tempo si è perso e sprecato.

Parlando solo di aria fritta, dialettica ovviamente bloccabile in qualsiasi momento del suo scorrere (come fa già la tv quando interrompe per la pubblicità), si guadagna tempo libero per fare le cose veramente importanti: ad esempio correre a perdifiato sul tapis roulant per andare il più velocemente possibile da nessuna parte; o cercare in tv, tenacemente, di capire il lavoro che fa, o di chi sia cognato, l'ignoto numero tre. Oppure, nella sfera più impegnata politicamente, seguire le domandine, con risposta e sberleffo incorporato al governo sgradito al suo editore Multinazionale, che la Gruber su La7 porge all'ospite di turno; il quale, solo casualmente, presenta il libro che nemmeno sua madre è riuscita a trangugiare, e nel quale narra la commovente e coinvolgente ricerca del proprio padre, tra infiniti possibili.

Per non parlare di quanto, questo nuovo spazio-tempo dilatato, ci offre la possibilità di ampliare i nostri orizzonti culturali, potendo seguire, rapiti, le Lectio Magistralis di Sgarbi, nelle quali c'informa della sua scoperta esistenza di geni nascosti, da cinquecento anni, nelle pieghe ciniche e bare della storia: Leonardo da Vinci, Caravaggio...

Quest'ariosa e nuova arte di argomentare, si contrappone anche, con la sua lievissima capacità ossigenante, anche ai pericoli sull'eccesso di CO2, esposti, dalla piccola-grande mocciosa Greta, insieme a quelli sullo scioglimento dei ghiacciai, notoriamente indispensabili alla produzione di ghiaccioli al limone o granite di caffè (a Roma, grattachecche).

Sarebbe troppo lungo enumerare tutti i benefici, ma, per completezza, voglio ricordare anche quelli sociali.

Quante persone anziane avranno, salvandosi da morte certa, finalmente il tempo di ascoltare e seguire il consiglio, nelle giornate più calde dell'anno, di bere molto e non esporsi, a mezzogiorno, a sostare, a capo scoperto, nelle piazze assolate? E quanti sprovveduti automobilisti potranno per tempo essere informati dell'esistenza di un esodo a bollino nero ad inizio agosto, e di un controesodo alla fine del mese?

Naturalmente questo blaterare senza dir nulla favorirà, come un esperanto comune, la, fino ad oggi, impossibile integrazione dei migranti: lo scambio verbale sul niente, si sostituirà a quello sul nulla, ma gli sguardi saranno di reciproca comprensione.

Questa nuova Età dell'Aria proietterà l'umanità verso nuovi e più ambìti traguardi: l'affermazione dell'uomo scorreggia. Il quale, a differenza di quello vitruviano leonardesco, sarà rappresentato sul lato B (Homo flatularius).

Quelli, come lo scrivente, perversamente dediti al pensiero profondo, saranno così sterminati da, finalmente all'unisono, destri e sinistri soffi di giustizialisti e mefitici gas intestinali.

Maurizio Silenzi Viselli

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