Qualche giono fa un'Eurodeputata del Pd ha percorso il lungo e faticoso viaggio, da Bruxelles fino in Calabria, per elevare i suoi alti lai in merito alle voci, giunte evidentemente fino al nord del continente, sulla possibile non ricandidatura di Oliverio alla Presidenza della Regione.
Le faceva appassionata eco, qualche giorno dopo, il Capogruppo del Pd al Consiglio Regionale, Sebi Romeo, nel denunciare un complotto per screditare la specchiata figura del "suo" Presidente.
I nemici della Calabria non sono molti, ma ci sono.
Basti pensare all'infame indagine per corruzione portata avanti da uno di loro, accompagnata dalla vergognosa restrizione agli arresti domiciliari.
Grazie al cielo non mancano gli anticorpi: quest'ultima restrizione è stata subito revocata.
Si sono fermati? Nossignore, anzi hanno aperto un'altra indagine, sempre per corruzione, e questa volta, udite l'ardita sfacciataggine, accompagnata dalla richiesta di Rinvio a Giudizio.
Ma la tenacia del male non conosce limiti. Hanno arrestato proprio il fedele Romeo del suo Giulietto. E per che cosa? Per presunti collegamenti con la 'Ndrangheta! Come se questo rapporto con la benemerita confraternita, artefice di buona parte del prodotto interno lordo della regione, possa, eventualmente, essere considerata una colpa, invece che una nota di merito.
Questi operatori del Maligno vorrebbero che la Calabria, ora onorevolmente penultima per crescita tra le regioni europee, fosse trascinata ultima tra quelle del pianeta.
Qualcuno, pur segnato dalla dura battaglia contro le perfide forze sataniche, ha lanciato un disperato appello al Segretario del Pd, Zingaretti, affinché intervenga a ribadire la candidatura dell'Oliverio.
Ma lui, meschino, che cosa può fare, strenuamente impegnato com'è ad offrire un futuro di speranza nell'aria fritta alla Nazione?
Certo, è con una nota di tristezza che mi è doloroso ricordare come la stampa calabrese si sia fatta involontaria sostenitrice di questi nemici della sua terra, non avendo, con la dovuta efficacia, ricordato quanto Oliverio si sia speso per dare alla Calabria una fabbrica farlocca di auto, concorrenziale, come ebbe a specificare, alla Fiat-Chrysler, o di quanto studiò a fondo la possibilità di realizzare un canale trasversale alla regione, che avrebbe annientato la prevalenza di quello di Suez.
Ed ancora, con una straziante nostalgia, devo ammettere come siano lontani i bei tempi in cui il Renzi, pur solo cascherino di pizzicagnolo, diede la stura, fedelmente affiancato da Oliverio e da altri sindaci (prontamente affibbiati di bandiere al merito del nulla) e da un avvoltoio (subito rimpinzato con 30.000 euro), lanciati, come cani alla caccia alla volpe, a quella Grande Opera del 3°Megalotto Sibari Roseto; sì, inutile, costosa e dannosa, ma in grado di dare un bel niente alla regione, ma molto ai suoi sostenitori.
Forza Oliverio, la migliore Calabria a piede libero è con te.
Maurizio Silenzi Viselli