Un sondaggio tra i dirigenti del Pd ha evidenziato la convergenza su di un nuovo nome, che conterrebbe la sintesi dei punti programmatici più significativi: Partito Demografico.
In primis questa scelta esprimerebbe la profonda preoccupazione per le sorti di una nazione che, pur sovrappopolata, rischierebbe, con l'attuale natalità, di tornare, fra un centinaio di anni, ad un numero di abitanti pari ai 50 milioni che in essa vivevano (meglio) nel 1960; i quali però, hanno osservato gli analisti del partito, erano disastrosamente orientati a votare il centro destra (allora DC).
Stando così le cose è apparsa ovvia, agli strateghi del Pd, proprio la necessità d'incrementare ulteriormente il numero dei poveri, i quali sembrerebbero più propensi a votarli.
Questa dilagante miseria, accompagnata ovviamente da una più diffusa ignoranza, farebbe anche cessare, per mancanza di materia prima, l'esodo dei giovani cervelli all'estero.
La soluzione programmatica allo spinoso problema sarebbe realizzata nell'inzeppare fin d'ora d'immigrati neri africani il paese.
Tutto questo circuito virtuoso, si sono detti, ci permetterebbe di continuare a fare la bella vita, che già facciamo ora, alle spalle di un rinnovato numero di poracci.
C'è anche da osservare che sono lontani i tempi nei quali la chiesa scomunicava i materialisti di sinistra, ed anzi il loro attuale disegno programmatico trova, con Bergoglio, una favorevole congiunzione astrale; e non solo con loro, ma anche con i Maomettani, una volta considerati concorrenziali e blasfemi infedeli.
Zingaretti ha concluso evidenziando come, tutta questa infiocchettata compagine di fannulloni, potrebbe anche contare sulla premurosa compiacenza dei tromboni dell'UE.
Del resto, se per Enrico IV, nel passato remoto, Parigi valeva bene una Messa, per questo gruppo di beate zucche, continuare il magna magna val bene una messa in quel posto a tutti gli Italiani.
Maurizio Silenzi Viselli