(Immagine: Pensiero e disegno di Mario Giulio Leone)
Con la reclusione forzata, il cervello degli ultrasettantenni come me rischia di andare in tilt, così per esorcizzare il timore di beccare il maledetto bastardo "incoronato", Enzo, vecchio amico di scorribande giovanili, ed io abbiam buttato giù alla meno peggio degli endecasillabi con rima alternata come facevamo da studentelli per prendere in giro qualche professore. Non so se riusciremo a farvi almeno sorridere, noi ci siamo divertiti e abbiamo trascorso un'oretta tra "frizzi e lazzi". Si, da vecchi si ritorna un po' bambini, ma meglio sfogarsi così che romper le scatole a chi ci è vicino, non vi pare?
Non ci credi, è accaduto d’improvviso,
male alle gambe, e vista sempre meno,
l’amico giovinastro fa il sorriso,
se la ridacchia, e pensa: “vecchio scemo”.
La donna!? Non sa la generosità,
te la spassavi, non è scorso molto,
ora sei mal-pensionato in verità,
fugge pur lei, ti ha già bell’e sepolto.
Eppur reagisci, vuoi rivoluzione
al sentir quei politicanti folli
ma dove vai? Non ce la fai coglione,
stai zitto che fai ridere anche i polli.
Paranoia! T’aiuta la lettura,
ma non Giordano Bruno o lo Starace,
tipi diversi, fine trista e dura,
legger di lor non da conforto o pace.
Col primo odierai vescovi e santi,
col secondo dovrai pensare al duce,
jattura trista d’Italia e dei fanti
dipartiti per quella faccia truce.
Musica? Si, ma allegra per favore,
ma al pianoforte “core ‘ngrato” t’esce,
e sei di nuovo a sfriculiarti il cuore,
così no, trovar calma non ti riesce.
Non scordar che hai alta la pressione,
non ti agitare, paranoia a parte,
non farti male, molla la tensione,
fatti un solitario, prendi sù le carte.
Scordar devi il dileggiator sciocchino,
pensava lui, che forse t’eri offeso;
col tuo vissuto, bizze da bambino
non t’hanno furioso o triste reso.
Allora? Beh, t’ha dato un po’ di sfogo
il mio poetare col rimare antico?
Baciar, ormai, possiamo ancor per poco,
sol con le rime, caro, “vecchio” amico.
Sappiamo che la sorte tua e mia
Sarà di cor e non di pandemia.
Enzo da Mantova e Tonino da Sibari, settantaseienni d'assalto