Il “sogno americano” è stato, a suo tempo, l’avanguardia del concetto di “pari opportunità”: un qualsiasi bambino, esso proclamava, nato negli States, anche se di famiglia povera, poteva ambire a diventare Presidente della nazione.
Affermazione molto originale in un tempo nel quale in molti stati monarchici, per diventare re dovevi avere papi e mami che già ricoprivano quell’incarico.
A porgere quest’ipotesi idealista fu anche il manifesto del socialismo, che immaginava un sol dell’avvenire basato sull’affermazione della giustizia sociale.
Oggi questo pensiero, che sembrava un’utopia irraggiungibile, è quasi completamente attuato.
In politica, ad esempio, non occorre più avere complesse caratteristiche intellettuali o culturali, patrimonio di pochi, né, tantomeno, requisiti morali o di ragionamento logico particolarmente definiti e, di per se stessi, rari. No, qualsiasi farabutto, semianalfabeta e privo di qualsiasi coerenza logica, può accedere alle massime cariche istituzionali.
Anche il settore artistico è, oggi, accessibile a tutti. Finito il tempo delle tormentate ricerche che minavano l’animo degli sporadici artisti fino a spingerli, a volte, al suicidio. Nella realtà attuale, per assurgere al successo internazionale, può bastare installare al centro della sala della mostra un lavandino con sopra gli avanzi puzzolenti del pranzo consumato il giorno prima.
Vogliamo parlare dei manager? Viene da ridere a ricordare rari e valorosi uomini come Olivetti che dedicavano la vita ad incrementare il successo della loro fabbrica, parallelamente al benessere degli operai che ci lavoravano. Nella modernità attuale, un qualsiasi incapace cialtrone che porta al fallimento l’azienda, e getta sul lastrico migliaia di impiegati e azionisti, può uscire a testa alta con una buonuscita di svariati milioni.
Ricordate la poco democratica meritocrazia, che falcidiava i tanti fannulloni incapaci, a favore dei pochi che si dedicavano allo studio? Beh, finalmente, essa fa parte di un ingiusto passato che ci siamo lasciati alle spalle. Oggi, quegli stessi scansafatiche, senza bisogno di leggere, ed anche privi di un significativo titolo di studio, possono accedere ad incarichi di altissimo livello.
Anche la povertà, prima esclusiva pertinenza di un singolo privilegiato che implorava la carità sui gradini della chiesa, oggi si è allargata ad un più vasto godimento per milioni di aspiranti al ruolo.
Come vedete si è anche dimostrato il teorema di Terry Pratchett, che definiva l’intelligenza di una folla (di acclamanti e sbandieranti) come uguale a quella del suo più stupido rappresentante, divisa per il totale dei suoi componenti.
Si avvera la profezia che Virgilio fece nella quarta Bucolica: “…si alzerà l’età dell’oro (degli allocchi), ed il suo (A)pollo è già sul trono…”.
Maurizio Silenzi Viselli