Napoli è in lutto per la morte del pibe de oro, il quale vivrà in eterno nel ricordo, non solo dei tifosi, ma di tutti i Napoletani, riconoscenti per aver permesso alla città di fregiarsi di due scudetti, impresa mai riuscita in precedenza. In attesa di una piazza e di un monumento bisogna quanto prima intitolare lo stadio di Fuorigrotta al suo nome, San Paolo non si offenderà, lui si interessa di cose ben più serie.
All’annuncio della morte del più grande atleta del calcio italiano e planetario, Achille della Ragione è stato il primo a lanciare l’idea di chiamare lo stadio San Paolo “Stadio Diego Armando Maradona” immediatamente ripresa e resa esecutiva dal Sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Un tributo ed un omaggio, ampiamente meritato, a testimonianza dell’amore unico ed esclusivo tra i napoletani e Maradona.
Achille della Ragione è molto conosciuto dall’intellighenzia partenopea e non solo. I più anziani ricorderanno sicuramente la sua partecipazione nel 1972 al Rischiatutto con relativo raddoppio.
Ma, procediamo per ordine. Medico ginecologo, laureatosi brillantemente nell’anno 1972, anno nel quale conobbe a Los Angeles il dott. Karman che avrebbe influenzato non poco la sua vita.
(foto: Della Ragione con il dott. Karman a Capri) Infatti, Karman fu l’inventore dell’omonimo metodo per indurre l’aborto nella fase iniziale della gravidanza attraverso l’aspirazione, una metodica rivoluzionaria che relegava per sempre nei libri di storia della medicina il famigerato raschiamento, terrore per generazioni di donne di tutto il mondo, le quali, in totale assenza di contraccettivi, vi ricorrevano più volte nel corso della vita. Lo scienziato gli insegnò la tecnica e gli fornì in esclusiva per l’Italia il materiale per eseguire il rapido (40-50 secondi) intervento che non richiede anestesia e viene percepito dalla donna come una sensazione simile al dolore mestruale. Ricordiamo che negli anni 70 erano in vigore le norme del codice Rocco che consideravano l’interruzione volontaria della gravidanza un reato contro la stirpe con pene severissime. La sua fu una scelta dettata dalle convinzioni scientifiche e dal clima di lotta per l’affermazione dei diritti caratterizzante proprio quegli anni. Così l’incontro con Adele Faccio fondatrice del Cisa organizzazione che si batteva contro gli aborti clandestini di quegli anni. Divenne il punto di riferimento, a Napoli, del Cisa ed anche dell’Aied, che organizzavano pullman e voli charter da tutta Italia verso il suo studio di via Manzoni. Quell’impegno civile, sociale, ideale (si lottava per l’affermazione della legge 194 che ancora oggi si cerca di minare) gli procurò seri problemi al punto da fargli conoscere le patrie galere. Da quella terribile esperienza nasceranno tre libri Le tribolazioni di un innocente, Le favole da Rebibbia, Grand Hotel: carcere di Rebibbia (consultabili in rete seguendo il link) e l’impegno e la lotta per migliorare le condizioni dei detenuti.
(foto: con il senatore Salvatore Cuffaro, ex-presidente della regione Sicilia) Nasce così la sua attività di scrittore che continua tuttora, una produzione prolifica di 132 libri. Il suo impegno passionale e civile è condiviso dalla moglie Elvira che lo affianca. Famoso, e noto, il salotto letterario di Elvira dove passano e passeranno le più belle menti italiane, Treccagnoli, Perillo, Marrone, Maldonato, Caprara, Gargano, Alisio e tanti altri. Non è soltanto un battagliero medico, ma, maestro di scacchi, studioso ed appassionato d'arte e di storia. Una personalità poliedrica, colta e appassionata che ha vissuto e vive coerentemente il pensiero con l’azione. La passione per l’arte e la storia è mostrata negli innumerevoli libri scritti sul “600 napoletano e nelle visite guidate gratuite a chiese, musei e monumenti della città di Napoli, appuntamento settimanale momentaneamente sospeso causa Covid 19. Raggiungo telefonicamente della Ragione per chiedergli da dove nasce l’interesse per il “600 napoletano.
Con voce limpida, un bel tono timbrico che denota vivacità e vitalità, mi spiega: il '600 è il secolo d’oro per eccellenza per la pittura, la scultura, l’architettura, e, la città di Napoli raggiunse, in quel secolo, una dimensione internazionale tale da attrarre la Gentileschi che vi soggiornerà per ben 26 anni, Caravaggio la cui permanenza fu di 18 mesi, Ribera che venne a Napoli e vi morì. Vi era molta vivacità culturale ma anche tanto fermento finanziario, si facevano soldi.
Inoltre, non dimentichiamo gli avvenimenti che contrassegnarono il 600:
1631 eruzione del Vesuvio con San Gennaro portato in processione con il braccio alzato che ferma la lava del Vesuvio.
1647 la rivolta di Masaniello.
1656 la peste. C’è un quadro spettacolare che io amo molto: Piazza Dante, imperversa la peste. Il pittore è cronista della Napoli di allora, immortala momenti epocali della città.
Un cultore della cultura ed un amante di Napoli a 360 gradi.
Tutto è già stato detto di della Ragione, cui ha contribuito lo stesso con una produzione letteraria notevole e con il blog www.dellaragione.eu. Proviamo a sapere qualcosa di più intimo.
Dottore, quale è l'anno più importante della sua vita?
Senza dubbio il 1972, quando ho conosciuto mia moglie Elvira, ho partecipato a Rischiatutto, raddoppiando, ed ho conseguito la laurea in medicina.
Tra le tante iniziative in favore dei carcerati quale ritiene essere la più efficace?
Nel 2017, senza assistenza legale, presi carta, penna e calamaio e ricorsi alla Corte di Cassazione, ottenendo dopo soli tre anni di attesa una poco nota, quanto importantissima sentenza, che porta il mio nome, in base alla quale tutti i detenuti che sono stati stipati in celle affollate (la quasi totalità) possono ottenere uno sconto di pena del 10%, oppure se hanno già scontato la pena un risarcimento di 8 euro al giorno.
A tale scopo ho istituito uno studio legale che assiste gratuitamente chi vuole usufruire di questa opportunità, basta inviarmi una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Se lei rinascesse farebbe lo stesso percorso?
Non mi sono mai pentito di nulla di tutto quanto fatto, che, rappresenta il mio essere più profondo. Inerente a questa domanda suggerisco la lettura del mio libro “Dalla nascita alla morte un percorso affascinante” consultabile in rete ove posso affermare essere una sorte di testamento morale e di riflessioni sul mio divenire travagliato, sofferto, e, sul significato della vita.
Quale futuro immagina per Napoli?
Guardi, io per natura sono un grande ottimista ma su Napoli sono profondamente pessimista. Non ci sono giovani perché emigrano, gli anziani, purtroppo, destinati a morire, gli emigranti che raggiungono questa città e vi stazionano sono di pessimo livello. In sintesi, ciò che richiederebbe una risposta articolata. L’assenza di giovani preparati e competenti ha permesso la perdita dei fondi europei che avrebbero consentito il recupero di quel gap creatosi dall’unità d’Italia in poi. Quella che era la città con la popolazione più giovane sta divenendo una città di vecchi. No, non vedo nulla di buono per questa città, un’etnia destinata a sparire e nulla può neanche San Gennaro.
Chiosa così Achille con il pessimismo della ragione che ha la meglio anche sulla volontà di immaginare un riscatto, nonostante l’amore verso Napoli, la sua cultura, i suoi tesori che, Covid permettendo, continua e continuerà ad illustrare nelle sue visite guidate alla conoscenza della città. Una città, Napoli, che non smette e non smetterà mai di stupire!