Si è visto in Francia: con poco più del dieci per cento degli elettori Macron si è assicurato la maggioranza assoluta del parlamento. Naturalmente i politici tengono in nessun conto il disgusto che portala maggioranza dei cittadini a disertare le urne. Questo atteggiamento dispregiativo provocherà ulteriore repulsione ed assenteismo. È facile prevedere dove approderà questa crescente anticrazia (antipotere): alla demoapatia (apatia del popolo).
Nei prossimi anni si recheranno a votare soltanto i parenti di primo e secondo grado del candidato politico. Sarà il periodo in cui i più prolifici, quelli che avranno messo al mondo più figli, e che avranno a disposizione le più vaste parentele di fratelli, sorelle, cognati, generi, nuore, e nipoti, accederanno alle più alte cariche dello stato.
Ma a lungo andare, la loro solita mascalzonaggine ed incompetenza, provocherà la ripugnanza anche di questi ultimi elettori.
Si affermerà la fase “fai da te”. Il potenziale politico dovrà prima convincere se stesso a candidarsi, scegliendo le motivazioni che gli saranno più congeniali: volontà di arricchimento od ingordigia di potere, oppure rivalsa dai fallimenti, dal cretinismo, o, perché no, dalle numerose corna subìte, o magari libero sfogo all’innata cleptomania, o forse solo un pervasivo fancazzismo. Qualcuno si farà convinto semplicemente giudicando interessante il suo faccione da scemo riflesso, a mo’ di manifesto elettorale, dallo specchio del bagno.
Una volta persuasosi a scendere in campo, la nostra futura canaglia dovrà affrontare la parte più semplice del suo impegno politico: convincersi a votare per sé. Gli basterà ripercorrere mentalmente le salienti e ricorrenti fregnacce snocciolate nei vari comizi della sua, o altrui, carriera politica.
Inevitabilmente, col tempo, subentrerà la terza fase, quella nella quale gli stessi votati si faranno schifo da soli. Fase delicata, ma oramai priva di qualsiasi possibile sbocco alternativo, in quanto, l’orrore per la loro straziante situazione, farà mancare altri possibili successivi candidati.
La quarta fase sarà quindi la testamentazione delle scelte amministrative. Il politico, prima di passare a miglior vita (era ora!), definirà in un testamento dal notaio cosa fare nelle varie, solite, questioni che si presenteranno. Definirà gli usuali discorsi di aria fritta da pronunciare nei Talk Show (saranno letti da un attore anche solo di vaga somiglianza col defunto), elencherà tutte le pietose promesse farlocche da rifilare ai cittadini, e definirà la misura delle percentuali di mazzette per le opere pubbliche da realizzare, ed il loro utilizzo per il mantenimento ed il miglioramento del suo monumento funebre (piante verdi e fiorite, illuminazione e trionfali festeggiamenti per i vari anniversari).
Il Parlamento sarà trasformato in un sacrario nel quale saranno conservati i pietosi ricordi della Democrazia: vecchie urne e schede elettorali, nonché una polverosa ed inusata copia della Costituzione.
Per i cittadini non cambierà assolutamente nulla; ma a questo sono già oggi ampiamente abituati.
Ma attenzione, come diceva Aristotele (383 – 322 a.C.) “L’apatia e la tolleranza sono le ultime virtù di una società morente.”.
Maurizio Silenzi Viselli