Fra qualche giorno, il 3 marzo precisamente, cade l’anniversario della morte di mons. Francesco Fera, da tutti chiamato don Ciccio. Parroco canonico, vicario generale e amministratore apostolico della diocesi di Cassano Ionio.
Nel frattempo sono passati a miglior vita anche i suoi amati nipoti: il mio coetaneo che viveva a Corigliano, Mariano Arlotta e Maria Fera, ambedue miei cari amici e compagni coristi nel coro della cattedrale.
Tutti coloro che hanno trascorso i loro anni giovanili a Cassano a partire dagli anni ’50 fino al giorno della sua dipartita lo ricorderanno per la sua figura quasi ieratica improntata sempre all’ascolto, mai invadente, mai prevaricatrice. Noi ragazzi cresciuti e maturati nell’Azione Cattolica, molto attiva in quegli anni, lo ricordiamo anche per la sua voce stentorea, baritonale e intonatissima che quando cantava senza microfono, durante le celebrazioni, rimbombava potente fino al più oscuro angolo della cattedrale. Da bambini eravamo un po’ intimoriti per il suo atteggiamento sempre serio e composto, poi abbiamo avuto l’opportunità di apprezzarlo per le sue grandi doti umane e religiose ed è diventato per alcuni di noi il confidente, il padre spirituale sempre pronto ad aiutare e ad indirizzare verso il bene le nostre giovani menti. Non sarebbe male se nel giorno anniversario della sua morte venisse ricordato, magari in una semplice e sobria cerimonia come quelle che piacevano a lui. (nella seconda parte una breve biografia)
Molti sono i sacerdoti illustri della nostra diocesi che spesso vengono ricordati, ma a mio modesto parere don Ciccio Fera è stato relegato in un cantuccio della nostra memoria collettiva forse perché non ha lasciato di sé altro che la propria profonda Fede permeata da una Carità che esternava senza trombe e grancasse. Grazie don Ciccio per tutto quello che ci hai elargito, siamo sicuri che il Signore ti ha accolto nelle sue amorevoli braccia.(Tonino Cavallaro)
CORDIALE, OBBEDIENTE, RISPETTOSO
Fera Francesco, di Agostino e di Ruffo Maria Rosaria, è nato a Cassano Ionio il 14 giugno 1915.
Fin da piccolo mostrò la tendenza verso il sacerdozio. Fu avviato al seminario diocesano per il corso ginnasiale, poi a Catanzaro per il I liceo, a Reggio Calabria per il II e III liceo e di nuovo a Catanzaro per il corso di teologia.
Terminato con buoni risultati il corso scolastico, fu ordinato sacerdote a Cassano Ionio dal vescovo Mons. Raffaele Barbieri il 23 luglio 1939. Grande e sentita è la gioia della mamma e di tutti i parenti per il sogno realizzatosi, ma anche dell'intera comunità che vedeva in don Ciccio una persona aperta e cordiale, preparata, ben disposta a sacrificio ed alle attività pastorali.
Il vescovo lo mise a fianco del parroco della cattedrale al quale diede tutta la sua collaborazione pronta, umile e generosa. Ebbe in diocesi vari incarichi.
Dopo un adeguato tirocinio, fu parroco della parrocchia della Natività di Maria, che guidò con prudenza e grande impegno sacerdotale.
Fu direttore diocesano dell'O. D. A., che lo avvicinò di più ai bisogni del fratello in necessità.
Fu assistente diocesano dell'A. C. I., che attraversava un momento difficile: erano i tempi di Carlo Carretto.
Lavorò negli uffici della curia diocesana per molto tempo, poi la guidò da vicario generale con intelligenza, prudenza, amore. Aperto a tutti, metteva a disposizione dei confratelli la sua disponibilità e le sue capacità. Tutti lo stimavano, apprezzavano, amavano. Anche i suoi vescovi lo hanno tenuto in buona considerazione, mostrandogli fiducia nei vari incarichi che gli venivano affidati.
Sacerdote convinto e coerente, ha dato tutto al Signore per la sua gloria e per il bene delle anime.
Carico di meriti, don Francesco Fera si è addormentato nella pace dei giusti serenamente il 3 marzo 1986. Le esequie furono una grande manifestazione di stima ed affetto che tutti hanno voluto dimostrare al caro don Ciccio. Erano presenti anche molti sacerdoti di altre diocesi. La sacra liturgia è stata celebrata dal vescovo della diocesi Mons. Francesco Pala, alla presenza degli Ecc. mi presuli Mons. Domenico Vacchiano, prelato di Pompei,. e di Mons. Giovanni Stamati, eparca di Lungro.
In conclusione di quanto detto, mi piace mettere in evidenza la sua semplicità e lo spirito di carità che lo spingeva facilmente verso le necessità del fratello bisognoso. Infatti, come direttore diocesano dell'O. D. A., era in continuo contatto con la P.O.A. e con altri organismi nazionali, per avere più mezzi per nutrire e vestire i bisognosi. Molto spesso portava personalmente nelle parrocchie generi alimentari ed indumenti che sollevavano, almeno in parte, le tante necessità dei bisognosi. Nella sua camera non era difficile vedere gente che bussava ed otteneva un conforto o un aiuto materiale.
Un altro aspetto del suo comportamento, e mi piace sottolinearlo, fu la sua capacità di ascoltare ed intervenire con prudenza e carità sacerdotale nella guida delle anime. In lui avevano fiducia, stima ed affetto tutti, perché vedevano in don Ciccio amore disinteressato e grande ardore sacerdotale.
Sincero e profondo è il ricordo del caro don Ciccio Fera.
(Tratto dal libro di mons. Don Rodolfo Ettorre “Costruttori di pace” Villapiana 28 febbraio 2006 pp. 37 e 38)
(La foto in alto ci è stata gentilmente fornita dal caro amico Peppino Martire, da una immagine del suo matrimonio)
(don Ciccio in una storica foto, inaugurazione della stele Mariana di Cassano, 1956, sempre al fianco di mons. Barbieri)