L’annoso problema dell’abusivismo in Italia ha fatto nascere due scuole di pensiero.
RADERLE TUTTE AL SUOLO. Questa proposta, appoggiata dall’Unione Palazzinari, che si rifà, culturalmente, alla geniale operazione urbanistica intrapresa a suo tempo da Nerone, prevedendo la demolizione del 70% del costruito, viene anche associata ad un certo rilancio economico: la ghiotta ricostruzione di un’intera nazione.
Il progetto attuativo prevedrebbe di adottare il “modello terremoto”: tutto, dopo la demolizione, andrebbe ricostruito dov’era e com’era. A spese, demolizione compresa, naturalmente, di chi c’era. Spesa, occorre evidenziare, che, incrementata dei costi di demolizione, mazzette per permessi, iva, tasse, oneri di urbanizzazione ed altro, permetterebbe di rilanciare l’economia del paese. Tutto questo, pur nell’inalterato mostruoso disegno architettonico originario.
. REQUISIZIONE. Questa originale proposta istituzionale immagina invece la requisizione a favore dello Stato di tutte le costruzioni abusive, gratis naturalmente, ed il loro successivo affidamento in affitto usuraio all’improvvisato costruttore che già ci abitava.
Trattandosi dei tre quarti dell’intero patrimonio fondiario della nazione, si è calcolato che con l’importo incassato si potrebbe azzerare il debito pubblico; ma si tratta di un’ipotesi solo teorica, perché, ha subito precisato il Ministro dell’Economia, il gettito verrebbe impiegato per realizzare tutte quelle opere pubbliche in grado, a loro volta, di rilanciare, come si è fatto finora, ulteriormente il Pil.
Il Ministro, aprendo una corposa cartellina ha voluto fare anche alcune anticipazioni: 1. Un nuovo progetto di ponte sul Mar Tirreno per collegare la Sardegna al Continente. 2. Un altro, ancora più grandioso tra la Calabria ed il Medio Oriente, per dar modo a quei carucci di accedere, anche con mezzi cingolati pesanti, in più ampi spazi di combattimento. 3. Il completamento e l’inaugurazione della Salerno Reggio Calabria. 4. Una nuova arteria ad otto corsie da Roseto Calabro a Sibari, realizzata, per mancanza di spazio disponibile tra le dodici già esistenti, tutta sopraelevata a piloni sulla battigia; a funzionare, d’estate, anche come gigantesco ombrellone costiero. Questo geniale progetto urbanistico, ha proseguito con soddisfazione il Ministro, redatto da una ONG appositamente partorita, permetterà, nelle, fino ad oggi, sterili piazzole di sosta, sia di pescare comodamente nel mare sottostante, sia di far attraccare direttamente i traghetti dei migranti, o i barconi, senza disturbare i bagnanti sottostanti.
Tutto questo, ha concluso il Ministro con un’espressione di rammarico, escluderà ancora per un po’ di tempo la possibilità di procedere alla ricostruzione nelle zone terremotate, od al sostegno delle fasce più disagiate dei cittadini.
Maurizio Silenzi Viselli