Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 16,15-20.
In quel tempo Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.»
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove,
prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.
COMMENTO DI DON MICHELE MUNNO
ASCENSIONE DEL SIGNORE
13 MAGGIO 2018
La festa dell’Ascensione, che cade quaranta giorni dopo la Pasqua, e che in alcuni paesi, come l’Italia, è stata trasferita alla domenica successiva, è una festa particolarmente importante.
Il Signore Risorto, infatti, per quaranta giorni si mostrò - come abbiamo ascoltato nella prima lettura - ai suoi discepoli. Dopo quaranta giorni “fu elevato in alto e una nube lo sottrasse al loro sguardo”.
I discepoli sono privati della presenza fisica di Gesù. Noi siamo privati della presenza fisica di Gesù!
La presenza “fisica”, tuttavia, non è l’unica forma, l’unica modalità di presenza. Anzi c’è una “assenza” (fisica) che è “più forte presenza”!
Sì, perché Gesù, ascendendo al Padre, non ci ha lasciati soli! Non ci ha privati della sua presenza! Dal Padre il Signore Gesù ci ha fatto dono dello Spirito, che continua la sua opera nella Chiesa e nel cuore di quanti lo accolgono. Ecco perché la Pentecoste - che celebreremo domenica prossima - è il compimento della Pasqua!
A ciascuno di noi, perciò, oggi, “i due uomini in bianche vesti” continuano provocatoriamente a domandare: “perché state a guardare il cielo?”.
A proposito di questa provocatoria domanda, che dovrebbe scuoterci, mi torna alla mente una simpatica scena del film “State buoni se potete” su san Filippo Neri interpretato da Johnny Dorelli.
Sant’Ignazio di Loyola, invitato da San Filippo, fa visita ai ragazzini scalmanati dell’Oratorio e li interroga un po’ sul catechismo. Alla domanda su dove abita Dio i ragazzi rispondono in coro “in cielo”! Sant’Ignazio si infuria un po’ e dice ai ragazzi che erano stati istruiti male perché Dio non abita in cielo, ma proprio qui, sulla terra!
“Perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”.
Ma non bisogna stare a “guardare il cielo” non solo perché Gesù verrà di nuovo, ma soprattutto perché è sulla terra che ci chiede - lo chiede a ciascuno di noi! - di renderlo ancora presente!
Dall’Ascensione di Gesù, perciò, i discepoli devono ricevere un impulso missionario, come ci ricorda il Vangelo: “Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano”.
Il Signore Gesù, proprio come affermava Sant’Ignazio nel film “State buoni se potete”, agisce qui, insieme con noi, se annunciamo a tutti e dappertutto la buona notizia del Vangelo!
E perché non ci siano dubbi sullo “stile” che ci deve caratterizzare, in modo da rendere presente nella nostra vita lo stesso Gesù, San Paolo, nella seconda lettura, ci ha ricordato: “comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace”.
Umiltà, dolcezza, bontà d’animo, amore e pace!
Quando noi ci impegniamo, per amore di Gesù, a vivere così - come Lui ci ha insegnato - con “umiltà, dolcezza, magnanimità e pace” noi rendiamo presente lo stesso Gesù nella nostra vita e lo annunciamo efficacemente ... perché chi incontra una persona umile, dolce, buona d’animo e pacifica ... incontra Gesù!
E chi vive lasciando che Gesù lo renda “umile, dolce, magnanimo e pacifico”, contribuisce ad “edificare il Corpo di Cristo”, “l’unità della fede” e tende a “raggiungere la misura della pienezza di Cristo”.
Chiediamo al Signore Gesù che ci aiuti a diventare così. Amen.