Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 16,21-27. - Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?
Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
COMMENTO DI DON MICHELE MUNNO
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - A
3 settembre 2017
Se leggessimo di seguito la pagina del Vangelo della scorsa domenica e quella di oggi, XXII domenica del tempo ordinario, forse resteremmo un po' perplessi per il repentino cambio di atteggiamento e di parole che Gesù riserva a Pietro.
Domenica scorsa, infatti, dopo la risposta impeccabile, da primo della classe si potrebbe dire, Gesù loda Pietro affermando «Beato te, Simone figlio di Giona ... tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa ... a te darò le chiavi del regno dei cieli ...»!
Nella pagina evangelica di questa domenica, invece, Gesù rimprovera aspramente lo stesso Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Da pietra significativa per la Chiesa, Pietro diventa, dopo pochi momenti, pietra di scandalo, pietra di inciampo!
In questo repentino cambiamento di atteggiamento di Gesù è da collocare anche il cosiddetto "segreto messianico" («ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo») con cui si concludeva la pericope evangelica di domenica scorsa, perché nessuno può dire che Gesù è il Cristo bypassando, evitando la croce!
Il Vangelo di questa domenica, infatti, inizia con le parole di Gesù che danno contenuto alla professione di fede di Pietro di domenica scorsa. Cosa significa che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente? Il Vangelo di oggi ci aiuta a comprenderlo: «Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
La reazione di Pietro, analoga a quella di molti cristiani, è quella di chi pensa che la sofferenza e la croce siano realtà assolutamente negative, da evitare, la reazione di chi vuole esorcizzare la sofferenza e la morte.
Pietro fatica a comprendere che amare davvero significa donare la vita, donare tutto se stesso, significa perdere! Ama davvero solo chi è disposto a perdere, a perdere tutto ... e solo quest'amore salva!
Gesù definisce Pietro "Satana", colui che distoglie l'uomo dall'essere immagine e somiglianza di Dio, colui che inganna l'uomo suggerendogli di salvare la propria vita piuttosto che perderla. Pietro, con le sue parole, si comporta esattamente come fa il diavolo nel deserto con Gesù, dopo il digiuno dei quaranta giorni, come chi tenta Gesù crocifisso dicendogli: «se sei il Figlio di Dio, salva te stesso, scendi dalla croce»!
Questa è la perenne tentazione del diavolo, il perenne inganno: «salva te stesso, scendi, scappa dalla croce»!
E così famiglie di sfasciano perché il marito o la moglie preferiscono "salvare se stessi" anziché portare la croce. E così tanti bambini non nascono perché le loro mamme o altri preferiscono "salvare se stessi". E così il sistema educativo si sfalda perché i figli devono "salvare se stessi" e non possono essere rimproverati, puniti, non possono ricevere molti compiti. E così le comunità cristiane si lacerano perché ognuno pensa a "salvare se stesso" e non tollera tante persone e tante situazioni!
A Pietro e a ciascuno di noi Gesù ordina: «Va’ dietro a me», cioè seguimi!
Oggi tutti siamo invitati amorevolmente e fermamente da Gesù a recuperare il segno più profondo del nostro essere cristiani: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà».
Seguire Gesù non significa avere successo, essere stimati, sentirsi soddisfatti, stare tranquilli! Seguire Gesù significa "rinnegare se stessi", "portare la propria croce", "perdere la vita" ... in gioco c'è la vita vera, quella eterna, quella piena, la resurrezione!
Chi salva la propria vita la perde!
Il Signore ci doni di seguirlo seriamente e di perdere la vita ... per ritrovarla trasfigurata dall'Amore! Amen.