Ricordiamo un grande uomo dello scorso secolo. Il 4 settembre del 1965 moriva il medico, musicista, filantropo e premio Nobel per la pace franco-tedesco Albert Schweitzer (1875-1965). Studiò organo con Charles-Marie Widor. Appassionato di problemi di pratica organistica scrisse il libro "Bach, il musicista poeta". Fu tra i primi organisti a iniziare un recupero storico degli organi antichi. Nel 1912 si trasferì nell'Africa equatoriale (Lambaréné, Gabon) dove fondò un ospedale per indigeni. Uomo di alto ingegno e di straordinaria generosità, mise la sua abilità di medico al servizio dell'umanità più debole. Albert Schweitzer ebbe da bambino problemi nel leggere e nello scrivere e faceva fatica a imparare. Diversamente, nella musica dimostrava grande abilità: a sette anni compose un inno ed a otto suonava l'organo. A 30 anni s'iscrisse a Medicina con l'intento di specializzarsi in malattie tropicali e partire come missionario per l'Africa. L'attività missionaria in Africa, unitamente alla lotta in prima persona contro i rischi degli esperimenti atomici e delle radiazioni nucleari, gli valsero il Nobel per la Pace nel 1952, con i proventi del quale fece costruire un villaggio per i lebbrosi. Raccolse inoltre numerosi titoli accademici e riconoscimenti meritandosi la fama di «più grande uomo del mondo» da parte della rivista Time. Citazioni: La musica e i gatti sono un ottimo rifugio dalle miserie della vita. / Dobbiamo lottare contro lo spirito di incosciente crudeltà con cui trattiamo gli animali. / Gli animali soffrono tanto quanto noi... È nostro dovere far sì che il mondo intero lo riconosca. / L'africano è mio fratello, ma è un fratello più giovane di parecchi secoli. / La fortuna è la sola cosa che si raddoppia quando la si condivide.
a cura di Luigi Maffeo