Oggi ho ricevuto una comunicazionbe dalla T.O.C. (Turismo Obiettivo Calabria), organizzazione della quale ho l'onore di far parte, riguardante un incontro di formazione destinato agli operatori turistici calabresi dal titolo “La flora e la fauna calabrese. I giganti della Sila”. Il mini-corso, al quale, mi è sembrato di capire, seguiranno degli altri, è stato organizzato dalla Confguide che fa parte della Camera di Commercio di Cosenza.
E' un'ottima iniziativa, magari ce ne fossero state quando ho iniziato nel lontanissimo 1985, la mia attività di Tour-Operator tuttofare, e si, perchè all'epoca di guide turistiche e ambientali ce n'erano pochissime in giro; in tutta la Calabria si potevano contare sulle dita delle mani (quelle in grado di farlo, perchè sulla carta ce n'era qualcuna in più) e mi sono dovuto "arrabbattare" ad imparare in fretta e bene per soddisfare le esigenze di conoscenza che riuscivo a trascinare in Calabria. Credo di esserci riuscito benino visto che qualcuno ancora ogni tanto mi telefona. Ovviamente alla mia vetusta età ( manca poco agli ottanta) sorrido, ringrazio e "vado avanti" come dicono spesso i partecipanti dei vari quiz in TV dando il numero di qualche bravo giovane preparato, per fortuna, ce ne sono tanti oggi che fanno bene il lavoro di guida. Quindi ben vengano i corsi come quello di cui vi sto parlando. Oggi il parco dei "Giganti della Sila" è gestito dal "FAI" (Fondo Ambiente Italiano) sostituendo la "Forestale", che per tantissimi anni lo ha letteralmente "salvato", rendendolo fruibile e mantenendone integre le caratteristiche botaniche. Credo, nei circa 35 anni di attività, di aver condotto alla passeggiata nel parco non meno di 5/6000 visitatori, "compagni d'esperienza" come li chiamavo io, gruppi di turisti di ogni dove, non solo italiani, ma stranieri prevalentemente di lingua tedesca, francese e spagnola che sono quelle in cui me la cavo benino, non per mia bravura, ma perchè ho lavorato da topografo in gioventù in posti dove si parlavano quelle lingue. A proposito dei "Giganti" in una delle mie escursioni mi è capitato un avvenimento che voglio raccontarvi. Non ricordo bene se era il '90 o il '91, comunque ero ancora negli anni in cui la mia "mobilità" individuale funzionava abbastanza bene, i muscoli delle gambe ancora tonici e ben allenati mi permettevano di guidare turisti ed appassionati sulle magnifiche aree montane della nostra regione, dal Pollino alla Sila e fin giù sull'Aspromonte che avevo imparato a conoscere da ragazzo sotto l'occhio vigile ed esperto di mio padre. Ma non divaghiamo, quel giorno imprecisato in una radura proprio all'interno del Parco “Giganti della Sila”, incontrammo un gruppetto di quattro persone intento a fotografare con degli apparecchi speciali e da ogni angolazione, un fiore che avevo notato qualche volta ma che avevo considerato una delle tante piccole orchidee che nascono sui nostri monti. Mi avvicinai e chiesi cosa stessero facendo. Un signore simpatico si staccò dal gruppo e mi disse che erano lì per fotografare e classificare una pianta appena scoperta. La persona che gentilmente mi stava dando informazioni era Valter Rossi professore ordinario di botanica presso l'università dell'Aquila, ateneo che si occupava allora (non so se ancora oggi è così) della classificazione delle piante presenti sul territorio del mezzogiorno. Così imparai che si trattava di un fiore scoperto da due ricercatrici siciliane Giuseppina Bartolo e Santa Pulvirenti e che rientrava nel genere detto "Brulloi" dal nome di un altro naturalista siciliano che ne aveva identificato altre due specie. Il fiore si chiama "Limodorum Brulloi", ricordo che annotai sul mio notes il nome del fiore e quello del gentile professore e proseguii nel mio lavoro. A distanza di più di 20 anni, giorni fa, mi è capitato tra le mani quel libriccino di appunti e sfogliandolo lessi quella noterella. Oggi c'è il web che all'epoca non era ancora fruibile, quindi senza troppa fatica ho tirato fuori le notizie che mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione, felice di essere stato presente alla "cerimonia di battesimo" di una pianta rara tutta calabrese.
Ed ecco quanto ho estrapolato dal web:
"Limodorum brulloi Bartolo* & Pulv. Raro endemismo calabrese questa pianta saprofita cresce nei boschi luminosi montani, ha fusto eretto, legnoso di colore violaceo, raggiunge altezze considerevoli superando anche 60cm, non ha foglie che sono sostituite da scaglie inguainanti, brattee lanceolate uguali o più corte dell'ovario, infiorescenza piuttosto densa, fiori violacei raramente aperti del tutto, presente esclusivamente sul territorio calabrese, fiorisce a luglio alle altitudini di circa 1000 mt. s.l.m.. Simile a Limodorum trabutianum, che differisce in special modo per avere lo sperone assai corto >3mm o assente, e a Limodorum abortivum per il differente habitat, ma sopratutto per lo sperone lungo <10mm."
"Il Limodorum é un genere comprendente tre specie di cui:
Limodorum abortivum ha una distribuzione euromediterranea con areale che si estende a nord sino al Belgio e a est sino all'Iran; in Italia è presente su tutto il territorio.
Limodorum trabutianum, invece, è una specie con una più limitata diffusione (stenomediterranea); in Italia è presente in Sardegna, Sicilia e isola di Pantelleria.
Limodorum brulloi, infine, è una specie endemica calabrese, piuttosto rara e localizzata."
Non s'impara mai abbastanza della nostra terra bellissima e singolare.
Scusatemi mi sono dilungato troppo e non ho finito di dirvi del Corso della Confguide, dunque durante l’incontro verranno illustrati la storia della Riserva e il percorso, dalla dott.ssa Simona Lo Bianco, Responsabile del Sito e da una Guida AIGAE. (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche).
Quando? Il 15 Aprile dalle 10:30 alle 13:0?
Come fare? Per partecipare basta compilare il modulo di adesione al seguente link https://forms.gle/uRdeior1HuC1iwMb9
Quanto costa? è previsto un contributo di 10 euro per gli associati a Confguide Cosenza e di 15 euro per i non iscritti. Il contributo potrà essere versato con bonifico bancario alle coordinate che saranno comunicate a seguito dell’iscrizione.
Credo di aver scritto tutto quanto necessario. Partecipate, anche se il vostro ruolo nel turismo non è quello di guida, ma anche se non siete impegnati nel campo turistico, vi sarà utile per poter illustrare ad amici, ospiti o semplici conoscenti quanto è interessante il parco dei “Giganti della Sila”.
Grazie per l’attenzione.
Antonio Michele Cavallaro
* Bartolo é anche il cognome di mia nonna, ma è solo un caso fortuito