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Risposta al presidente p.t. dell'Ass. Laghi di Sibari

laghi ridottaGent.mo avv. Miranda,

purtroppo la mia assenza per alcuni giorni mi ha impedito di rispondere subito alla sua lettera aperta di qualche giorno fa, ma ho dato incarico al giovane che si occupa della redazione del sito infosibari.it di pubblicarla, cosa che è stata fatta.

Innanzitutto la ringrazio per il titolo accademico che non mi compete, sono un semplice geometra che si è dedicato negli ultimi 40 anni al turismo e che ha un grande timore quando si avventura a scrivere in italiano perché è intimamente convinto di “non sapere”.

Tengo a precisare che infosibari.it, il sito su cui scrivo, non è una testata giornalistica, è una specie di tazebao dove vengono espresse opinioni e, su specifica richiesta, vengono pubblicati di tanto in tanto comunicati di associazioni, movimenti ecc.

Intanto, preliminarmente mi preme sottolineare il garbo e la correttezza con cui si confronta, questo è per me un pre-requisito essenziale.

Fatta questa doverosa puntualizzazione vengo al tema.

Lei afferma nella sua lettera testualmente “I Laghi di Sibari sono considerati in tutto il mondo come il più grande porto turistico del Mediterraneo”.

Questa affermazione, alla luce di quello che è accaduto nell’ultimo trentennio mi lascia sbigottito. Per affrontare e risolvere i problemi bisogna misurarsi con la realtà vera ed effettiva. Forse poteva essere un porto turistico significativo nel Mediterraneo, ma oggi non lo è più, né penso che la struttura possa tornare agli antichi splendori. Sono sicuro che lei abbia contezza di quanti proprietari d’immobili residenziali siano interessati al posto barca e quanti di essi abbiano un natante. Non credo di essere in errore se affermo che circa l’80% dei suoi associati abbia poca dimestichezza con la nautica da diporto.

In breve il Centro-Nautico ha cambiato fisionomia ed è diventato un centro residenziale turistico-balneare con un fortissimo handicap: non ha a disposizione piazze, luoghi d’incontro e spazi di verde pubblici, centri di aggregazione (se non alcuni privati), negozi, boutique ecc ecc. Gli specchi d’acqua e le darsene con la configurazione degli attuali residenti, paradossalmente sono diventati un limite alla crescita del Centro.

Ma com’è accaduto tutto questo stravolgimento, rispetto alle idee primitive del compianto comm. Furlanis?

E’ una considerazione che faccio sulla base della mia esperienza di tour-operator. Negli ultimi due decenni si è tentato di superare la crisi immobiliare attraverso le affittanze degli immobili vuoti e/o invenduti. Addirittura una zona specifica dei Laghi è stata offerta nei cataloghi di diversi tour-operators come resort di vacanza. I prezzi praticati sono stati talvolta addirittura inferiori a quelli della vicina Marina di Sibari.

I turisti stagionali che si sono riversati nel “Porto turistico più grande del Mediterraneo” non sono arrivati con lo yacht, ma con le auto, spesso con ingenti contenitori di vettovaglie sui portapacchi.

Non penso di esagerare, ma questa è la cruda realtà. Una realtà che non fa bene né ai Laghi di Sibari e né ai cittadini di tutto il comune.

Per chiudere il discorso sulla crisi di quel che dovrebbe essere “il fiore all’occhiello” di tutto il territorio, basta riflettere su due considerazioni:

  1. Il valore attuale di mercato degli immobili residenziali.
  2. La condizione di quel che doveva essere il centro commerciale ridotto ad un cimitero di esercizi pubblici.

Lei afferma testuale “A prescindere dalla natura privatistica/pubblica, tutte le Autorità competenti per materia e per territorio, nel corso degli anni (a cominciare dalla nascita avvenuta nel 1976 con la sottoscrizione della convenzione tra Comune di Cassano e l’ing. Furlanis), hanno emesso atti, provvedimenti, ordinanze, nulla osta, permessi, regolamenti, convenzioni, ecc. ecc., attestanti il diritto degli utenti dei Laghi di Sibari ad uscire a mare.”

Ed è vero, ma affinché il sacrosanto diritto di uscire a mare possa essere definitivamente e indiscutibilmente sancito, credo che sciogliere il nodo della natura del porto sia una questione fondamentale e che è alla radice dell’involuzione del Centro. Se la natura è privata è evidente che non si possono chiedere interventi pubblici. Altro discorso è la navigabilità del canale degli Stombi.

Se il canale era ed è navigabile perché si è dovuto attendere una legge regionale che ne sancisse appunto l’attitudine ad essere attraversato da natanti?

(foto: L'incontro con Oliverio ai Laghi di Sibari del 3 Agosto)

38600240_651602191877316_3262209347018555392_n.jpgSe è pacifica la sua navigabilità mi sembra spropositata la testimonianza di gratitudine nei confronti del presidente Oliverio, che, tutt’ad un tratto arriva a Sibari come risolutore dei mali antichi. (Vorrei ricordare agli immemori che Oliverio è stato per un decennio presidente della provincia di Cosenza e da quattro presidente della Giunta Regionale).

Non essendo stato presente all’incontro che si è tenuto ieri ai Laghi di Sibari con il Governatore, non so se egli ha chiarito perché un progetto presentato dal Comune di Cassano per la sistemazione definitiva del canale sia stato bocciato. Su questo punto lei afferma: “Non dimentichiamoci che, proprio a causa di una “cattiva” informazione e/o omessa valutazione della documentazione esistente, un solerte funzionario regionale (di cui pare sia stato anche oggetto di interrogazione regionale sul punto) è stato l’artefice della “bocciatura” del finanziamento di cinque milioni di euro destinati al nostro territorio.” Forse la visita di Oliverio era l’occasione per sciogliere i nodi che stanno alla base del rigetto.

Se era un’errata valutazione del dirigente, il presidente della giunta poteva invitare il funzionario a chiarire i motivi addotti e avrebbe potuto investire l’avvocatura regionale per dirimere la vertenza, perché non l’ha fatto?

Perché l’Associazione che lei presiede tace riguardo al comportamento del presidente, mentre censura il “solerte” funzionario?

Ho l’impressione che le stesse perplessità che ho io, e non solo, sulla natura privata o pubblica del porto siano del funzionario di cui, tra l’altro, ignoro il nome. Sono propenso a ritenere che il funzionario abbia avuto due punti di riferimento nella sua valutazione dai quali non si può prescindere: La Corte dei Conti e la Procura della Repubblica di Catanzaro.

Lei mi scrive anche: “Forse ha peccato di troppa leggerezza”. Può essere, e se così fosse non avrei timore ad ammetterlo, ma a questo punto, leggerezza o meno, come si esce dall’attuale impasse?

Condivido in toto la sua considerazione circa la “disattenzione” del comune di Cassano verso la costa sibarita. L’Ente incassa diversi milioncini dai proprietari, ma quali servizi restituisce?

38405154_221971748515693_1492430891169873920_n.jpg(foto: l'avvocato Miranda, a sin., durante il suo intervento)  Se bisogna recuperare la vocazione nautica, a mio modestissimo parere, bisogna SMANTELLARE i residui interessi privati che insistono sugli specchi d’acqua. Sono convinto che chi ha un posto barca non avrebbe difficoltà a sottoporsi al pagamento di un canone annuale (ex-tassa di stazionamento) se venisse assicurato un intervento radicale sul canale comportante la realizzazione di opere atte ad evitare l’insabbiamento (altro che 30mila Euro).

Ma questa è davvero “tutta ‘nata storia”.

Mi pare che il prossimo 7 agosto ci saranno le elezioni del definitivo consiglio d’amministrazione dell’Associazione Laghi di Sibari e lei è in lizza per essere riconfermato, le auguro sinceramente di essere eletto e restando a sua disposizione per qualsivoglia contributo e/o chiarimento, le porgo i miei più cortesi saluti.

Antonio Michele Cavallaro

Gestore del sito www.infosibari.it

 

Per chiarezza ed onestà, nell'allegato pubblichiamo ancora la lettera aperta del presidente dell'associazione Laghi di Sibari

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