Coalizione Stasi, è “luna di miele” con il capitalismo agrario - È con rammarico dover ogni qualvolta ribadire che un’opinione avversa alla propria tale è e merita sempre rispetto, senza dover mai ricorrere all’oltraggio verbale come stizzita replica. Reazioni scomposte, afferenti l’altrui sfera personale anziché esser limitate ai contenuti proposti. Poco importa. Siamo comunque qui e ora, ancora, per formulare qualche libero concetto, poiché fino a prova contraria vige ancora la democrazia.
“Attenzione ai candidati dei Poteri Forti!”. È questo uno degli slogan prediletti per screditare gli avversari politici nella campagna elettorale per le Amministrative di Corigliano Rossano di domenica prossima, 26 maggio. Da un lato, Giuseppe Graziano, alias il “Generale”, dipinto come il coacervo di interessi particolari, costruttori, esponenti della politica cosentina. Dall’altro, Gino Promenzio, “il Medico”, colui il quale avrebbe dato vita ad un’accozzaglia incolore, con tal partito o “padrini” alle spalle. Poi, Flavio Stasi, “l’Ingegnere”, giovane e pertanto espressione delle nuove generazioni, delle classi subalterne e del riscatto sociale di un intero territorio. Tutte e tre, invece, a giudizio dello scrivente, persone rispettabilissime, semplicemente diverse per storia e formazione.
Ma chi sono i “Poteri forti” dai quali l’ultimo dei suddetti tre candidati potrebbe finalmente liberare il Popolo oppresso dopo decenni di mala-politica e dilagante clientelismo? Accusare gli altri di essere supportato dai cosiddetti “Poteri forti” sembra esser ormai diventato il passepartout della politica nazionale come locale, buono per ogni occasione e ogni colore. Ci si riferisce, probabilmente, alla sua più semplice accezione, ossia quella di gruppi d’interesse, schieramenti d’individui o imprese (sindacati, imprenditori, federazioni di produttori…) che uniscono le proprie forze per perseguire uno o più obiettivi comuni. C’è, poi, un’idea di “Poteri forti” che ne declina la componente più fosca e giocoforza più suggestiva, e che gode di una risonanza assai significativa in un paese come l’Italia, in cui talvolta la cronaca giudiziaria e la verità storica hanno sconfinato nel romanzo d’appendice.
Scorrendo le varie liste dei tre candidati a sindaco, nonché osservando chi sale e chi sta immediatamente sotto i palchi allestiti per i rispettivi pubblici comizi, non si notano tante discrepanze nella loro composizione. Certo vi sono delle diversità e delle peculiarità. Tutte le categorie sociali sono ovunque ben rappresentate. In alcune liste spicca la presenza di medici o di studenti, in altre ancora di avvocati o di disoccupati. Non si scorge, tuttavia, questa sostanziale differenza tale da indurre ad una netta contrapposizione tra il Bene e il Male, ossia tra Stasi e gli altri due contendenti alla carica di primo cittadino. Anzi, a dirla tutta, è proprio nella coalizione pro-Stasi (e, si torna a ripeterlo, le opinioni sono tali e mai afferiscono il rispetto che si può e si deve nutrire per le persone) che si evince una forte presenza di operatori del mondo agricolo e produttivo, tutti stimati e fonte d’occupazione ed economia. Ma, si badi bene, non si tratta di operai, dei cosiddetti “Ultimi” della società, ossia degli invisibili tanto cari alla narrazione di questo candidato a sindaco, bensì dei loro datori di lavoro, i quali, in cospicuo numero, hanno deciso di sposarne e sostenerne l’avventura politico-elettorale. Imprenditori espressione del cosiddetto “capitalismo agrario”, finanche appartenenti alla Compagnia delle Opere, e quindi a Comunione e Liberazione, nonché molto vicini all’attuale Governo regionale a guida Oliverio e alle sue politiche per la Calabria.
Ebbene, cosa c’è di strano, di sbagliato, d’ingiusto in tutto questo? Assolutamente nulla. È solo una considerazione sul labile concetto di “Poteri forti” e di quanti, talvolta, non riescono a ben individuarli.
Fabio Pistoia