Tutto giusto, per carità, ma la realtà a ben vedere dice anche altro perché la cronaca, in maniera puntuale, continua a restituirci una mortalità che non riguarda le fasce più giovani del nostro Paese. Questi giorni di angoscia disegnano un quadro sconfortante soprattutto, se non esclusivamente, per i tanti anziani dei nostri paesi e delle nostre città.
Sono loro infatti le prime e più numerose vittime di questa epidemia. A loro dovremmo probabilmente rivolgere ancora più riguardo rispetto a quello – sacrosanto, ci mancherebbe - che dedichiamo a fasce più forti e meno vulnerabili. Ai tanti che provati dagli acciacchi degli anni non sono in grado di resistere alle insidie del virus. A loro davvero dovremmo pensare in questo momento. A loro dovremmo dedicare tempo ed attenzione.
Mi vengono in mente le tante scene nelle quali questi nostri “vecchi” fanno la fila ad un ufficio postale piuttosto che ad una banca o ad un CUP o finanche a una cassa di un supermercato. Vederli li, così soli e vulnerabili è la cosa che stringe il cuore.
E dunque rivolgo un accorato appello a quanti hanno un nonno o un parente anziano o un vicino ormai avanti negli anni di prendersene cura. Magari andando a ritirare la pensione o a fare la spesa o comunque a scongiurare che loro, soprattutto loro, possano recarsi in posti affollati e pieni di insidie.
Non c’è bisogno di ordinanze o decreti per aprire il nostro cuore in questo momento alla solidarietà verso chi è più debole e più esposto. Non aspettiamo che altri facciano quello che noi stessi possiamo fare.
Abbiamo un cuore grande come grande è il cuore di chi è in trincea per sconfiggere il male. Ai tanti studenti costretti a ferie forzate chiedo di stare vicini ai propri anziani. Aiutateli ed aiutiamoci l’un l’altro.
Riempiamo di disponibilità e vicinanza questi momenti. Solo così riusciremo a passare la nottata.
Sergio Nucci
“Buongiorno Cosenza”