(Questa nota è stata estrapolata da un articolo pubblicato nel 2012, non mi pare che dopo 10 anni a Cassano qualcosa sia cambiato in meglio, o forse mi sbaglio!)
Ogni tanto mi diverto a ficcanasare, da appassionato inesperto negli archivi di case private amiche, di enti pubblici o di musei e raccolte di scritti e pubblicazioni di vario genere, proprio in una delle mie scorribande solitarie ho trovato a Castrovillari nei locali del Museo cittadino alcune copie di un giornaletto che veniva stampato in quella città ai primi del '900 dal titolo "IL MOTO" fondato nel 1906 da Luigi e Silvio Saraceni; scorrendo qualche pagina di uno dei numeri del 1909, ho notato una lettera inviata al giornale da un cassanese che si firmava semplicemente "un cittadino che protesta". Ho riscontrato molte analogie tra quel che lamentava più di cento anni fa l'ignoto cassanese e la situazione attuale del nostro comune, certo non ci sono più i maiali che scorazzano per le strade e addirittura in una scuola, ma il senso di disagio e di arretratezza nei confronti dei paesi limitrofi è identico oggi come allora. Chi di noi cassanesi non vede come le località vicine al nostro territorio comunale, Corigliano, Rossano, Trebisacce, Castrovillari e financo Villapiana, che era un piccolo borgo, abbiano avuto un notevole sviluppo sia urbano che sociale, mentre noi ci trasciniamo da decenni problemi che nessuno, finora, è riuscito a risolvere? Vi invito a leggere la nota di cento anni fa che sembra uscita dalla penna di un cittadino arrabbiato di oggi, maiali a parte, s'intende. (Il testo è stato trascritto per facilitare la lettura, le foto non mi sono riuscite particolarmente nitide)
Proteste e proposte
Risorgiamo
Cassano
Il Moto è risorto! Sia lode al suo direttore, che, affrontando non pochi sacrifici, ha voluto che questo giornaletto, a lui si caro è tanto necessario nei nostri paesi, tornasse a vita novella e più rigogliosa.
Ma come trova il MOto il nostro paese dopo cinque anni di assenza? Ohimé è doloroso constatarlo ma è doveroso dirlo, lo trova peggiorato sempre più, in uno stato di deplorevole abbandono e di apatia che fa disgusto e rabbia. Oggi in Cassano, viviamo in piena anarchia, in completo sfacelo, tutto va a rotoli. Mentre gli altri paesi della provincia progrediscono per la via della civiltà e del benessere sociale, noi, camminando a ritroso, precipitiamo! Tutti lo dicono, lo sentono, lo deplorano, ma nessuno ha il coraggio e la voglia di porre riparo a questo stato penoso di decadenza. Ogni tanto, come lontana voce nel deserto, si ode uno squillo di tromba che minaccia fulmini e terrmoti da parte delle autorità politiche e amministrative. ma subito la tempesta finisce in un bicchier d'acqua, i fulmini si trasformano in innocenti fuochi d'artifizio da salotto; e il pubblico, quello che fa il suo comodo, ride e quelli che hanno un po' d'amor proprio o di suscettibilità si mortificano e si arrabbiano, ma rimangono col danno e con lo scorno. E così i maiali, grossi e piccoli, in barba all'igiene e alle nuove epidemie che ci minacciano, continuano a scorazzare per le vie devastandole, popolano ancora le case dei cittadini, profumandole con qualche essenza che non è di muschio certamente! (A proposito nella scuola maschile del prof. Domenico Lione, sita al 2° piano del Palazzo Parrotta, ve ne sono domiciliati due che spaventano i ragazzetti e disturbano l'insegnante! Se ne dà, da queste colonne avviso al signor Provveditore agli Studi.
E Così il servizio di piazza, tanto importante, è completamente negletto da coloro che hanno assunto l'incarico di sorvegliarlo, gli altri servizi pubblici sono pure abbandonati e in balia di loro stessi, e così nessuno pensa a porre un freno alla smodata corsa al rialzo di tutti i generi di prima neccesità.
E si assite al doloroso spettacolo delle sedute consiliari quasi sempre deserte per mancanza del numero legale, e si vedono buttate nel cestino le petizioni di cittadini che reclamano l'illuminazione del viale della stazione ferroviaria, tanto necessaria in queste buie serate invernali, o che chiedono un po' di rigore contro gli accaparratori e gli affamatori del popolo (leggi strozzini n.d.r.)
Noi facciamo con dolore questi appunti, sui quali vogliamo richiamare l'attenzione di chi ancor è a acapo dell'amministrazio comunale e regge i destini di Cassano, tanto più perchè sappiamo quanto egli valga e quanto, se voglia, possa. Proprio a lui, al Sindaco che ha profuso le sue energie a pro della nostra popolazione durante il triste periodo della guerra, a lui che ne ha la forza e la capacità, la vivissima istanza di scuotere e di ridestare l'amministrazione comunale dal profondo letargo in cui da tempo è caduta, e pensare un po' seriamente che Cassano infine non è un qualsiasi misero paesello dimenticato da Dio e dagli uomini in qualche inospitale balza montana, e che perciò ha diritto a vivere come i paesi civili..
Nè vale più ormai ricorrere al vecchio ritornello della guerra che ha paralizzato tutte le energie individuali e collettive e che ha portato lo scompiglio in tutte le cose; la guerra - funesta raffica di dolori e di lutti - è passata e quindi anche Cassano deve porsi sulla via del rinnovamento morale e materiale e portarsi a livello di tutte le sorelle vicine, delle quali alcune fanno invidia, mentre la nostra fa pietà a noi e agli altri.
Verrà dunque anche per Cassano la Pasqua di resurrezione? Potremo cancellare e dimenticare in un giorno prossimo lo stato di inerzia e di abbandono in cui viviamo?
Noi a voce alta lo chiediamo a Voi, on. Sindaco, con la fiduciosa pretensione di essere esauditi.
Cassano vuol risorgere, Cassano vuol vivere e voi dovete essere il primo ad aiutarla; Cassano vuol dimenticare il passato, e forse anche il presente, per incamminarsi fervida e operosa verso un più degno avvenire e Voi dovete guidarla a migliori destini;
Che se poi, per disgraziatissimo caso, ciò non dovesse avvenire, noi continueremo a mettere senza ritegno il dito sulle tante e antiche piaghe con la lusinga che una buona volta le autorità superiori, e più che queste i cittadini, vogliano aprire gli occhi e provvedere come si conviene.
Firmato
Un cittadino che protesta