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Cosa pensano i lettori del futuro del PD

Lo scorso 13 novembre pubblicammo un articolo firmato dal dott. Giuseppe Aloise dal titolo "" Il titolo era stato dato dalla nostra redazione e appariva chiaro che in esso era sottintesa, non tanto velatamente, una domanda. A dire il vero non pensavamo di ricevere tante opinioni riguardanti i punti di riflessione messi in piazza da Aloise, abbiamo pensato così di rendere pubbliche alcune delle opinioni che ci sono giunte, senza, ovviamente, svelare i nomi degli autori. I giudizi per niente lusinghieri sul futuro del PD che per la maggioranza sono stati espressi la dicono lunga sui motivi della battuta di arresto di quel partito. Le risposte ci sono pervenute un po' da ogni zona della Calabria e qualcuna anche da fuori regione. Siamo sicuri che i nostri abituali lettori apprezzeranno l'iniziativa, ci auguriamo che anche i vertici del PD leggano quel che si pensa del loro operato, chissà che non decidano di levare le ancore! (la redazione)

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Mi sembra un’ottima riflessione. Il problema è che sarà difficile realizzare il progetto ipotizzato se non cambiano i suonatori. Un’accozzaglia di residuati politici, senza identità, non può costruire il nuovo. La nuova identità non può essere Fratoianni o Bonelli. Recuperare il senso della comunità, una nuova visione centrata sulla persona, una nuova idea di stato, una nuova architettura economica senza la pretesa di accontentare tutti.

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Il salto del PD dovrà passare prima da una ristrutturazione "di posizione". Il PD locale, è troppo legato all'area cosentina e romana, e poco, alla comunità locale. Dove per comunità intendo, tutte le sue parti in rapporto fra loro: le istituzioni, il mondo dell'associazionismo, la chiesa e gli imprenditori. Il partito deve farsi portavoce delle istanze reali della gente, soprattutto, in questo periodo di doppia guerra (pandemia, Ucraina - Russia, Nato). Di quelle piccole istanze quotidiane (iperinflazione, caro energia, caro cibo, disoccupazione, malattie, ), però, in modo concreto e veloce; poiché la gente valuta positivamente, soprattutto la celerità delle risposte ai bisogni. Bisognerà ristrutturare, il partito, in termini di spazio e di tempistica riguardo alle politiche pubbliche che intenderà adottare (siano esse piccole che grandi). Il PD, non può puntare esclusivamente su politiche pubbliche rilevanti (grandi opere di lungo periodo, potremmo essere tutti morti diceva Maynard Keynes) ma dovrebbe puntare, anche, su interventi immediati di brevissimo termine, vista la radice, l'anima, che avrebbe dovuto ispirare; un partito nato, si presume, dalla mescolanza di idee comuniste ed ex Dc. Fondati su principi democratici e "cattocristiani". Nondimeno, si dovrà pensare a un ripulismo di persone, a tutti i livelli, soprattutto locale. Il PD dovrebbe puntare, su persone dotate di un tasso di scolarità, tale da consentir loro di essere politici e tecnici; che siano scevri di passate esperienze partitiche o di cariche elettive, greenfield (ma ciò non succederà mai, in un paese che soffre di "poltronismo" e autoreferenzialita'). Infine, un vero PD non dovrebbe giovarsi di una legge elettorale, che ha affievolito dell'80% il diritto - dovere al voto del cittadino e della partecipazione alla vita politica; ma dovrebbe lottare per ripristinare una legge elettorale, che sia più rappresentativa ed espressione dei bisogni e delle idee del popolo. Forse, solo in tal modo, riusciremmo lievemente a neutralizzare l'inciucio "massomafia" che si perpetua da decenni.

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Veramente difficile. Prima bisogna capire che cosa era e che cosa è diventato il PD oggi. Nato da una fusione a freddo tra Margherita e Ds per consolidare la leadership di Prodi premier quando questo era stato già disarcionato da Bertinotti ma anche perché mortadella era senza partito. Negli anni il PD si è allontanato dalle periferie sua linfa vitale diventando un partito salottiero che strizzava l’occhio alla grande finanza ed alla new economy digitale lontana quindi dalle masse, spazio politico lasciato libero ed occupato dalle destre che gli hanno rubato l'agenda politica. Solo i 5s strenuamente contendono questi spazi di confine alle destre tanto vitali per le vittorie politiche nazionali

Il cancro del pd sono le correnti che lo devastano dall'interno costringendolo all'inerzia politica: scarsa o inesistente è l'attuale opposizione alla Meloni in quanto Letta, non essendo in grado di fare sintesi tra le varie correnti, se ne sta zitto e buono perché qualsiasi cosa dica per contrastare questo governo teme di scontentare ora una ora l'altra corrente col rischio di creare ulteriori scissioni riducendo così la forza politica del pd.

Per quanto efficace e di successo possa essere l'analisi di Aloise, la vedo dura da realizzare con siffatta classe dirigente pd

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Buongiorno. Sicuramente Peppino Aloise ha tracciato la strada per questo rilancio ri-generazionale. Ora però, tocca ai giovani buttare fuori la governance attuale e parlare più a sinistra per recuperare quel sentimento che oggi non c'è più.

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La vedo dura. Il PD e’ in discesa libera. Certo, raccoglierà ancora consensi, ma non so dove arriverà

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In quanto stato vassallo possiamo solo eseguire gli ordini che vengono dai nostri padroni nonché predoni..... a suo tempo hanno ordinato ai democristi di infiltrarsi nel PCI e di distruggerlo, cosa che i servi hanno puntualmente fatto, con l'aiuto della stupidità e/o dell'opportunismo dell'allora classe dirigente di quel glorioso partito...... Penso che più che 'rifondare' il Pd, che è solo un fiume in piena di vuota retorica, i democristiani dovrebbero rifondare la dc, possibilmente con Calendula e il Pinocchio di Rignano e togliere la loro zavorra da un potenziale partito di 'sinistra' vera.

Ps: l'uccisione di Aldo Moro faceva parte del piano demoniaco dei nostri aguzzini statunitensi, britannici e francesi, non è un caso se i brigatisti hanno trovato asilo in questi paesi

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L'analisi ripercorsa da Peppino Aloise dimostra come alcuni o quasi tutti del PD si siano allontanati dal mondo reale, dalla persona , che dovrebbe essere posta al centro ricreando quel nuovo rinascimento che una nazione o una piccola comunità come la nostra sogna. Il pragmatismo di Peppino Aloise è condivisibile però mi permetto di dire sarà recepita questa metodologia?

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Buongiorno io credo che quello che Aloise dice é vero. Detto questo il problema lo si pone con il materiale umano, che non ha mai funzionano nel PD proprio per le differenze che ci sono nello stesso PD...non funziona la cultura politica DC e quella ex comunista...

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Una precisa disamina del momento attenta e precisa...se questo governo farà piccole cose che non sono state mai fatte dal PD...sarà difficile scalzarlo. Una comunità si crea con uomini che hanno dei valori eterni e avere il coraggio di mettere fuori tutti quegli esseri senza volto...

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E’ difficile rispondere a questo quesito. Credo che sia necessario avviare un percorso nuovo, di rigenerazione culturale, perché è evidente che questo partito, così come si è configurato in questi ultimi anni, non è in più in grado di intercettare le necessità e i bisogni dei cittadini. Serve un partito nuovo in grado di esprimere e rappresentare una comunità, di avere una visione unitaria e la capacità di saper rispondere, in maniera concreta, ai nuovi bisogni delle persone. È necessario, inoltre, recuperare identità e coerenza rispetto alle azioni da intraprendere e alle scelte politiche.

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Lo ritengo molto poco probabile.

Non è più un partito di sinistra.

È un partito filoamericano (D’Alema bombardò la Serbia) ed in animo (linea Bettini) di legarsi al Conte filocinese. Rileggessero Gramsci.

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Credo che il PD sia da sempre radicalmente legato a poteri forti e comodo nei salotti radical chic, al tempo stesso, nella provincia italiana, conserva ancora una base militante leale, garbata e disponibile anche al sacrificio: uno zoccolo duro, oggi più che mai, disilluso ma ancora profondamente innamorato. Dovrebbe ripartire da quello, ma senza un leader in Italia è dura.

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Buongiorno. Belle parole, approfondite analisi. Per me affinché possa prendere in considerazione qualsiasi partito o movimento é indispensabile che: "chi governa il popolo DEV'ESSERE governato dalle stesse leggi con le quali è governato il popolo. Per me (sottolineo per me) tutto il resto è nullità. Secondo principio: Sanità, istruzione, mobilità, ed energia devono essere garantiti in egual misura a tutti i cittadini. Terzo e concludo: non potrò cambiare il mondo ma non permetterò che il mondo cambi me.

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Quando alla destra-centro cadrà la maschera della "mitezza" e del solidarismo mettendo a nudo la sua faziosità nei confronti dei detentori del potere economico e di quello politico, una sinistra che scaturisce dalla compressione dei diritti delle fasce sociali meno abbienti  dovrà emergere necessariamente! Saranno questi gli effetti non solo dei corsi e ricorsi storici!

E, non penso, che potrà essere un PD, come quello attuale o restaurato, infiltrato dai più biechi e crescenti   conformisti e trasformisti, rappresentanti di se stessi, a poterne interpretare le istanze.

Occorrerà un vero partito, reale interprete delle esigenze di quelle coscienze diseredate e non rappresentate, insomma, un "Partito per il bene Comune", che inevitabilmente ne diventerà il naturale "partito di rappresentanza", scaturente dal seno dei suoi aggregati!

Oggigiorno i meno abbienti, i poveri e i non rappresentati, costituiscono il 70% della società incivile in cui viviamo.

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Il PD rappresenta esattamente tutto il marciume politico così ben descritto nel libro: "una profezia per il Sud" ed il fatto stesso che i responsabili di tutto ciò si ripropongano come il nuovo la dice lunga sullo volontà di rinnovamento. I camaleonti cambiano colore, ma sono sempre predatori.

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Credo che sia una buona soluzione, quello che manca è la passione che potremmo riacquistare solo se uniti

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Il problema del PD nasce dall'allenamento, ormai irrecuperabile, da quella fascia di voti, i lavoratori, che costituivano il fulcro del partito. Il PD è diventato il partito delle elite sempre più radical chic e sempre più lontane dalle necessità del paese. Renzi era riuscito a coniugare queste due anime strizzando l'occhio al mondo imprenditoriale. Quella è la strada che un partito di governo deve seguire. Senza abbandonarsi al populismo ma senza rispolverare motti comunisti solo per cercare di riprendere quell’elettorato che si è perso

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la riflessione di Peppino Aloise è colta, illuminante, contiene tanti spunti di riflessione.

Sono d’accordo anch’io che bisognerebbe ripristinare quella connessione sentimentale di cui parlava Gramsci. Ma, in tutta onestà, penso che, nelle condizioni attuali, fare, sia difficile.

Vediamo cosa succede al Congresso.

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Il contributo alla discussione che Aloise ha offerto è eccezionale. Rispondendo alla domanda, purtroppo penso sia praticamente impossibile il salto auspicato

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È una buona analisi, siamo tutti d'accordo che l'avanzare dei personalismi ha oscurato i partiti e precluso anche il confronto all'interno degli stessi. Colpa anche della legge elettorale, per i motivi che tu conosci, e non ultimo il potere economico che ha asservito fortemente la politica, anche quella di sinistra. I vari passi falsi fatti da uomini di sinistra per abbracciare il volere del potere economico scardinando quanto negli anni si era costruito con lo sguardo ai bisogni dei più deboli. La proposta di un neo popolarismo è importante, ma il tempo del confronto interno è molto lungo per sfaccettare gli spigoli delle varie anime confluite nel pd ed insieme, unite, determinate e coraggiose devono impegnarsi per una politica di sinistra non solo nelle proposte, ma realizzarle se non tutte almeno in parte quando si è al potere. Cosa che non ha fatto negli ultimi 13 anni pur avendo fatto parte di Governi. È lungo il percorso e non facile, ma fattibile.

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Concordo sull’analisi, puntuale e pungente. Purtroppo, non credo si andrà nella direzione evocata ed auspicata: passione e spirito critico non albergano più nella contemporaneità, difficile ritrovarli in un ricostituendo Pd, specie se chi ne è pervaso continua a restare alla finestra ed a far mancare il suo contributo, come da un trentennio a questa parte va progressivamente sempre più verificandosi. Buona giornata!

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Ormai a sinistra esiste solo il M5s

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questi concetti li ho sentiti da quella donna di cui non ricordo il nome, che peraltro aspira alla segreteria del PD, ma secondo me l’unica cura efficace per questo partito è soltanto fare una seria opposizione.

Se non si attrezzano a fare opposizione, significa che stanno girando intorno al problema.

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Più che un salto in avanti mi sembra di assistere ad una nuova operazione di facciata.... Tutto cambi affinché nulla cambi.... Un ennesimo tormentone.... Esiste una reale " Frattura sentimentale " Che si può sanare solo se si riparte dal basso..... Solo parlando con la gente...affrontato i piccoli/ grandi problemi che ogni giorno la maggioranza delle persone non riesce a risolvere....solo così il centro sinistra può risorgere. In una società complessa come quella in cui viviamo nella quale non esiste giustizia, non esiste sanità, nella quale vivono pensionati a 500 euro al mese, non esiste una legge elettorale partecipativa... Il partito di maggioranza sarà quello degli astenuti che è sempre di più rappresentato da coloro che più di tutti hanno creduto in una società più giusta è con loro che si è creata la "frattura sentimentale" e da loro bisogna ripartire.

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Meglio Partito Comunista Italiano, come una volta, facendo scomparire i radical chic e tornando ad essere il partito del proletariato.

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non mi appassionano molto le riflessioni teoriche su un partito importante del centrosinistra: aspetto il congresso per capire se ci sarà un cambiamento strutturale e anche di comunicazione sui temi concreti della vita delle persone. Diversamente temo che sarà destinato all'estinzione.

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Fin quando incentreranno la propaganda su antifascismo, difesa dei clandestini, difesa di gay e trans, fin quando saranno il partito di Colaninno, di Benetton, di De Benedetti ecc., fin quando continueranno a tradire i lavoratori e gli italiani (abolizione art 18, ecc.) non potranno ritornare ad essere premiati con il voto.

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Il PD può trasformarsi in un partito socialdemocratico, creando così dei valori per il proprio partito non eterogenei come lo sono adesso. Deve farlo ripartendo dai territori, dal basso, la gente pensa che il nuovo PD sia un cambiamento di facciata.

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