I costi di elettricità, carburanti e gas sono diventati insostenibili. A farne le spese sono sempre le stesse categorie: sottopagati, pensionati, disoccupati, famiglie monoreddito, piccoli commercianti e tante altre. Gli italiani come reagiscono? Tanti sfogano la loro rabbia sui socials e magari trovano pure un minimo di conforto leggendo le lamentele di tanta altra gente nelle stesse condizioni, ma la bolletta esosa della luce o del gas, bisogna pagarla in qualche modo, la benzina nella vettura bisogna pur metterla se si vuole andare a lavorare, visto che per risparmiare sull'affitto di casa si è preferito trovare casa in periferia o restare nella vecchia abitazione di famiglia nel paesello distante 40 e più chilometri dal posto di lavoro (per chi ce l'ha). Tutti i costi, tra l'altro, sono in salita, solo i redditi non salgono, stipendi, salari, pensioni sono al palo da moltissimo tempo. L'attuale governo deve dar conto del proprio operato soprattutto a chi ha sempre "lucrato" sui grandi investimenti e se ne fotte di chi é alla fame. Anche i passati governi non è che siano stati granché coraggiosi, però almeno salvavano la faccia con qualche contentino: il reddito di cittadinanza (che brutto nome) é stato gestito male e qualcuno ne ha approfittato, ma ha aiutato a sopravvivere parecchie famiglie, lo sconto delle accise sui carburanti ha fatto rifiatare famiglie, piccoli imprenditori e agricoltori, non erano soluzioni definitive alle problematiche economiche, ma almeno hanno contribuito a dare un minimo di speranza. Il "Fatto Quotidiano", giornale che certo non incontra le simpatie di Berlusca e C., ieri anticipava così quello di cui avrebbe parlato oggi:
<<IL NERVOSISMO DI MELONI: SULLE ACCISE SE LA PRENDE CON GLI ALLEATI E CON LA STAMPA. “Invece di spalmare 10 miliardi, abbiamo deciso di concentrare le risorse su chi ne aveva più bisogno. Abbiamo fatto una scelta che rivendico e che è di giustizia sociale”. Che il mancato rinnovo del taglio delle accise sia stato un enorme boomerang per l’immagine del governo, Meloni lo ha capito benissimo. Ieri erano già spariti i riferimenti alle “speculazioni”, oggi la premier ha dovuto metterci la faccia con un video pubblicato sui social, in cui ha provato a spiegare: “Per tagliare le accise non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, per i crediti delle pmi”. Ma la presidente del Consiglio è apparsa nervosa, a tratti stizzita, e non ha escluso dalla sua rabbia, anche se indirettamente, gli alleati: era stato Matteo Salvini l’altro giorno ad annunciare che avrebbe riaperto con lei la partita carburanti e che, col gasolio a 2,5 euro, qualcuno sicuramente stava “facendo il furbo”. L’intervento deciso ieri dal Consiglio dei ministri, ha risposto oggi la premier, è per tutelare “la gran parte dei benzinai, onesta e responsabile”. Meloni si è aggrappata anche a una fantomatica campagna di stampa: “Non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina perché sapevo qual era la situazione davanti alla quale mi sarei trovata. Posso anche capire che il prezzo ora è alto ma dove era la stampa quando il prezzo della benzina era a 2.077 euro?”. Eppure il taglio delle accise era scritto, nero su bianco, nel programma elettorale di Fratelli d’Italia.>>
Alla luce di quanto accade e di come Meloni e compagnia cantando stanno portando avanti la governance del paese non c'é molto da sperare, ma i cosiddetti partiti di opposizione, i vari Renzi, Letta ecc ecc che tanto hanno begato per mandare a gambe all'aria i governi precedenti non fanno una piega, i partiti di sinistra sono letteralmente nel pallone, nel tentativo di salvare le poltrone degli aficionados. Del resto bisogna imputare alla loro incapacità se questa gentaglia è riuscita ad imporsi. Niente di nuovo sotto il sole, quando la destra riuscì con un colpo di mano a prendere il potere nei primi anni 20 dello scorso secolo accadde, più o meno, la stessa cosa: i socialisti pensavano alle loro beghe interne e lasciarono che un salvatore della patria prendesse in mano il potere e lo mollò dopo 20 anni portandosi dietro con strascico di morte e desolazione. Non so quanto il popolo italiano resisterà, né se ci sono margini possibili di miglioramento, anche alla luce di quel che accade in Europa e nel mondo intero, certo che se la signora delle borgate, non si da una mossa, prima o poi il bubbone scoppierà in modo virulento e in quel momento non ci sarà scampo per nessuno e a cercare qualcosa di edibile fra i resti del mercato, come l'anziana signora nella foto, dovremo andarci in tanti.
Tonino Cavallaro