Nei giorni 4 e 5 settembre scorsi a Villapiana si sono tenuti due incontri, ambedue inerenti la costruzione del 3° Megalotto della SS106 che costerebbe all’erario circa 1,3 Miliardi di Euro. Lunedì 4 settembre nella sala dell’Hotel Corallo si è trattato di un Convegno-Incontro senza dibattito, quasi una conferenza di alcuni personaggi ben noti a quei cittadini della Sibaritide che ancora prestano orecchio ai tromboni del PD, che hanno detto la loro sull’argomento “AMMODERNAMENTO DELLA SS106 E LE SUE PROSPETTIVE”, titolo che appariva sui manifesti e che ha tratto in inganno molti degli intervenuti non allineati.
Il termine “ammodernamento” si usa quando si vuole sistemare qualcosa di esistente in modo più consono ai nostri tempi e non quando si vuole costruire ex-novo, come nel nostro caso, una strada. Si potrebbe parlare di ammodernamento se la SS106 venisse migliorata nella sede dove attualmente si trova, per esempio se si raddoppiasse l’attuale. Ma nel pomposo titolo si aggiunge “E LE SUE PROSPETTIVE”. Beh la prospettiva di una strada, tecnicamente parlando, non è che sia così importante, semmai le sezioni trasversali e longitudinali, le planimetrie ecc ecc, sono necessarie per poterla costruire, probabilmente gli estensori della locandina volevano riferirsi alle prospettive del territorio dopo l’ultimazione della suddetta. Ma queste sono quisquilie di carattere lessicale, così, per prenderla sull’ironico.
(foto: ing. Luongo) Il fatto è che i vari relatori, ognuno dicendo la sua sulla bontà del progetto, hanno sparato a casaccio una serie di fanfaluche difficilmente digeribili. Dopo i saluti garbati degli organizzatori Domenico Filardi Segretario del PD di Villapiana e Roberto Rizzuto ass. Nazionale del PD, la serie di interventi è iniziata con l’ing. Giancarlo Luongo dell’ANAS (almeno credo) che l’ha sparata grossa quando ha detto che il megalotto sarebbe stato ultimato in 6 anni e reso, quindi, fruibile nel 2024, cosa assolutamente impossibile se per almeno 5 anni sul tratto dei 5 kilometri iniziali, tutti nel comune di Cassano, dovrà stare fermo una specie di muraglione alto almeno 20 metri e largo non meno di 50 per consolidare il suolo, che, come dappertutto nella piana di Sibari, ha problemi di subsidenza. Tutto ciò non lo dice il modesto geom. Cavallaro, è scritto nero su bianco nella Delibera del 10 Agosto del 2016 del Comitato Interministeriale della Programmazione Economica, inerente "Il Megalotto 3 della SS 106 Jonica, dall’innesto con la SS 534 (progressiva chilometrica 365+150 attuale SS 106) a Roseto Capo Spulico (progressiva chilometrica 400+000 attuale SS 106)" di cui ho già scritto il 7 agosto u.s. su questo stesso sito (Cliccare qui per leggere l’articolo). Delle chiacchiere dell’esimio ingegnere questa era la più enorme, ci vorrebbero almeno 5 pagine per confutare punto per punto tutto il resto, ma vi annoierei.
Subito dopo la parola è stata concessa al sig. Fabio Pugliese presidente dell’Associazione “Basta vittime per la strada” le cui affermazioni sono state semplicemente ridicole, soprattutto quando ha detto che con la realizzazione del megalotto gli incidenti sarebbero stati quasi scongiurati, dimenticando (proprio lui che, se non erro, vive più a sud di Rossano) che la parte più pericolosa della SS106 Ionica cosentina è proprio quella che va da Sibari verso Cariati, tratto che è un’autentica gruviera, intersecato com’è da una pletora di stradine interpoderali e comunali ai cui incroci l’ANAS, solo nell’area a Sud di Rossano, ha tentato di porre rimedio con una serie di rotatorie. Ma il sig. Pugliese si è anche arrogato il diritto di parlare a nome della totalità dei calabresi, tutti d’accordo, secondo lui, a voler il megalotto a spada tratta.
Fra i relatori anche il senatore lucano ing. Salvatore Margiotta, responsabile nazionale del PD per le infrastrutture, che si è attenuto agli ordini di scuderia (hai visto mai che poteva andare contro Oliverio & C.) difendendo il progetto in termini pacati, ma omettendo il fatto che in Basilicata si è proceduto al raddoppio dell’esistente SS106 invece di edificare una nuova strada, eppure anche da quelle parti ci sono comuni interni che avrebbero potuto essere collegati, invece ha posto l’attenzione sul fatto che il mega-galattico progetto calabrese renderà più vicini paesini montani tipo Alessandria del Carretto (ca. 400 anime) i cui abitanti non riescono da anni a transitare in sicurezza sulla provinciale (a causa di una frana) che li collega proprio alla statale.
Concludevano il consigliere regionale Mimmo Bevacqua, presidente della IV Commissione Trasporti e Ambiente che in termini più modesti e meno ampollosi teneva anch’egli il bordone dell’ANAS e dell’immarcescibile boss Mr. Oliverio, e l’altissimo, eccellentissimo e super-incazzatissimo prof. Roberto Musmanno (foto a sin.) Assessore Regionale al Trasporto Pubblico Locale, che ribadendo tutti i concetti espressi già da chi lo aveva preceduto, ha dato dimostrazione di avere un’ugola tenorile (o forse meglio tenorinale?) assalendo letteralmente gli astanti, come se fossero suoi avversari. Fra le altre cosette che ha detto sempre a squarciagola, ha lanciato il pericolo che si possa perdere il “ricco” finanziamento, e anche questo può essere tranquillamente compreso come un ricattuccio da bambini: “se non mangi la pappa (schifosa) che ti ho preparato, resti senza pranzo e cena”, come se i cittadini di questo territorio fossero degli imbecilli.
Mi piacerebbe tanto avere “ugola d’oro” a quattr’occhi per potergli mostrare anche le mie capacità canore.
Non è stata data alcuna possibilità di poter fare domande o chiedere ulteriori chiarimenti: “così è se vi piace”, secondo i principi dell’autentica democrazia piddina-renziana, tutti allineati e coperti.
(foto: relatori dell'incontro del 5 settembre) Il giorno dopo, 5 settembre, si è tenuto nel centro polivalente di Villapiana una manifestazione informativa con pubblico dibattito finale, sempre sull’argomento Megalotto organizzata da R.A.S.P.A (Rete Autonoma Sibaritide e Pollino per l'Autotutela) e da L.U.A.(Laboratorio di Urbanistica e Architettura), durante la quale sono stati sviscerati i motivi del NO al 3° MEGALOTTO.
Ha condotto il dibattito in modo semplice e pacato il portavoce di RASPA Tullio De Paola che dopo aver ribadito il NO al faraonico progetto auspicando l’AMMODERNAMENTO dell’esistente tracciato, ha dato la parola di volta in volta a Rosanna Anele, presidente del LUA, Domenico Gattuso, professore di trasporti presso l'Università Mediterranea di Reggio Calabria, Ferdinando Laghi, medico da tempo impegnato nella tutela dell'ambiente e vicepresidente I.S.D.E. Sud Italia, e Mario Pisani, professore di architettura presso l'Università degli Studi della Campania, nonché direttore di "Abitare la Terra. Rivista di geoarchitettura".
Tutti, anche se con diverse argomentazioni, hanno spiegato la loro disapprovazione confermando quanto da tempo già ribadito e stigmatizzato da R.A.S.P.A. e dai tanti cittadini della sibaritide “contro la progettata opera infrastrutturale dell'ANAS denominata 3° Megalotto Sibari-Roseto, recentemente approvata dal Consiglio Superiore dei LL.PP.,affinché ne venga modificato il previsto tracciato, composto da quattro corsie di marcia, realizzato in parallelo alla esistente s.s. 106, già parzialmente ammodernata, all'ulteriore tracciato della vecchia s.s. 106 e articolato prevalentemente in tratti in rilevato, trincea e mega viadotti, dal devastante impatto ambientale.
L'opera in questione potrebbe agevolmente essere realizzata con adeguamento del tracciato esistente, evitando di costituirsi come un'insanabile offesa, anche visiva, ai valori paesaggistici del territorio, costituiti dagli splendidi terrazzi marini, dalle originali formazioni calanchive, dalle aree pinetate, dalle fiumare, per non parlare dei siti archeologici, ritenuti tutti, a buon titolo, scenari viventi, sensibili e patrimonio identitario, culturale e produttivo delle popolazioni insediate, per buona parte sottoposto a vincolo paesaggistico e archeologico.
L'appello mira a richiamare l'attenzione dei decisori sulla necessità di salvaguardare identità, patrimonio naturalistico, valori del paesaggio, delle emergenze archeologiche, evitando di barattarli con scelte sconsiderate, di pura rapina al territorio, sicuramente di retroguardia e reazionarie, che sembrano privilegiare interessi di parte e assecondare maldestramente la fame di lavoro.
Ricordando che il paesaggio è oggetto di tutela primaria anche per la Repubblica Italiana, e che così dovrebbe essere anche in Calabria, si è fiduciosi che le ragioni evidenziate (cui si aggiungono ulteriori considerazioni in ordine al contenimento dei costi, alla necessità di non abbandonare all'incuria l'esistente tracciato e di fare comunque salve le opportunità occupazionali) possano indurre le competenti autorità a rivalutare, alla luce delle valutazioni evidenziate, il nuovo tracciato della s.s. 106.”
La reazione del PD
Il giorno successivo alla manifestazione il PD cosentino a firma del segretario Guglielmelli, ha diffuso un comunicato che dimostra ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, la sudditanza totale ai diktat di Oliverio e Renzi, sparando a zero sulla presenza del sen. Morra del M5S all’incontro e accusando il Movimento di essere sodale con i grandi proprietari terrieri della Sibaritide perché verrebbero espropriati di qualche “metro di terra”.
Ah Gugliemelliiiii SVEGLIAAAA, i metri di terra intanto sono circa 300 ettari, e di grandi proprietari terrieri neanche l’ombra, a meno che tu non ti voglia riferire all’avv. Chidichimo, unico proprietario di alcuni terreni di una certa importanza attraversati dal progetto che, essendo poco coltivabili, potrebbe far comodo alienarli, ma sei talmente cieco e obnubilato , oserei dire mesmerizzato (vai a cercare il significato) dai tuoi duci che scrivi sotto dettatura senza badare alla realtà. E poi, cosa c’entra il M5S? Morra è stato invitato, così come tanti altri sindaci e politici del territorio. Lui era presente, probabilmente perché ha a cuore le problematiche del territorio e non per difendere gli interessi di questo o quello, piuttosto la insensata difesa del progetto da parte tua e dei tuoi sodali, per caso non sarà per “proteggere” gli interessi di chi si accaparrerà i previsti lavori per il Movimento terra di ben 270 Milioncini di Euro??
Cosa dicono i sindaci?
I sindaci dei comuni interessati all’opera si erano inizialmente espressi tutti a favore del megalotto, ora però, grazie all’azione continua e martellante di RASPA e di tanti comuni cittadini, il sindaco di Villapiana, quello di Amendolara e quello di Trebisacce hanno cominciato ad essere titubanti se non proprio contrari, è proprio di questi ultimi giorni la lettera aperta che il sindaco di Amendolara Ciminelli ha inviato al presidente Oliverio dopo l’incontro tenutosi a Roma presso il Ministero e di cui offriamo alcuni stralci:
"Mi consenta di manifestare tutto il mio disappunto che sarebbe meglio, forse, definire indignazione, per il tenore, i contenuti, ma, soprattutto, per l'andamento dell'incontro svoltosi a Roma, giorno 5 settembre presso il Ministero. Mi sarei aspettato un'approfondita riflessione su tutte le richieste avanzate dai comuni e più in particolare di quelle del comune che ho l'onore di rappresentare, invece, ci siamo trovati di fronte ad una platea di tecnocrati che, dopo aver ribadito a chiare lettere che il progetto definitivo redatto rimane quello che é, hanno concluso l'incontro affidando alla Regione Calabria il compito di fare da mediatrice tra le parti, al fine di raccogliere le istanze dei territori per poi sottoporle al vaglio del Ministero che, "se possibile" - queste le parole utilizzate dall'arch. Segnalini - vedrà di venire incontro ai loro desiderata. Naturalmente si tratterà di piccoli aggiustamenti che niente hanno a che vedere con le ben più spinose problematiche che, da sempre palesate dal comune di Amendolara piuttosto che di Trebisacce, non potrano essere vagliate e/o prese in considerazione perché, una volta presentato il detto elaborato al CIPE per l'approvazione del secondo lotto (Trebisacce-Roseto) nulla più potrà essere fatto".
Ciminelli, ricordando che l'arch. Segnalini, alla presenza di Oliverio si era impegnata, ritenendo le istanze del Comune di Amendolara meritevoli di accoglimento, a fissare in tempi brevi una data utile per poterle definire nel dettaglio, prima che il progetto andasse al CIPE, così insiste:
”Nulla. Nulla di tutto ciò è avvenuto. Neppure un accenno. Fatto assai più imbarazzante si aggiunga che tutto quello che pareva definito per averlo convenuto nel corso di lunghi ed estenuanti andirivieni (demolizione viadotto Pagliaro a Trebisacce, importo opere compensative e quant'altro) è stato messo in discussione, con compromissione di quel poco ottenuto”.
E prosegue con l’esortazione al Presidente Oliverio “di declinare l'invito di fungere da mediatore avanzatole dal Ministero per quello che è senza dubbio, atteso l'attuale progetto definitivo, il peggior compromesso al ribasso per la realizzazione di quella che, invece, doveva essere il fiore all'occhiello di tutti i calabresi in termini di efficienza. qualità e sostenibilità.”
E' una battaglia di dignità a cui il nostro Governatore dovrebbe prendere parte “perché i duecento o trecento milioni o tutti quelli necessari per evitare le "gallerie in trincea", non valgono la distruzione della mia terra, della nostra terra e se questo deve essere non lo si farà col nostro consenso, altrimenti sarebbe come chiedere ad una vittima di stupro di affermare che gli è piaciuto”.
Alle dure parole di Ciminelli dovrebbero seguire quelle degli altri sindaci del territorio, in primis quello di Cassano, il cui territorio sarà uno di quelli più deturpati e definitivamente rovinati. Staremo a vedere.
Antonio Michele Cavallaro
Per dare la possibilità a chi mi segue di poter giudicare autonomamente il comunicato del PD cosentino lo pubblichiamo quì di seguito:
Comunicato stampa del PD di Cosenza
Movimento 5 stelle a fianco dei grandi proprietari terrieri contro l'ammodernamento della S.S. 106.
Quanto accaduto lo scorso 5 settembre merita l'attenzione di tutti i cittadini calabresi. Nelle stesse ore in cui a Roma si teneva una importante riunione presso il il Ministero delle Infrastrutture durante il quale gli assessori Regionali Musmanno e Russo, seguendo le direttive del Governatore Oliverio, tutelavano l'interesse generale sollecitando l’avvio immediato di una grande opera – in Calabria non ne vediamo da decenni – prevista sulla S.S.106 tra Sibari e Roseto Capo Spulico (con un impegno d’investimento complessivo di 1.234,7 milioni di euro), a Villapiana si teneva un incontro partecipato da molti importanti proprietari terrieri dell’alto jonio cosentino che – infuriati per qualche centinaio di metri quadri che saranno loro espropriati per la realizzazione della nuova strada – bocciavano il progetto ormai definitivo dell’opera come un “disastro ambientale” proponendo il raddoppio dell’esistente.
Occorre ribadire l'impossibilità di poter raddoppiare il tracciato esistente poiché i costi necessari imporrebbero all’opera costi ben più alti di quelli previsti con il rischio concreto del disimpegno dei fondi stanziati per l'opera stessa. Non è possibile, ad esempio, espropriare ed abbattere le prime case dei cittadini di Roseto e Amendolara per realizzare il raddoppio. Così come la legittima pretesa, da parte di tutti i proprietari terrieri, dai più piccoli ai più grandi, di tutelare le loro proprietà non può fermare un'opera fondamentale per l'alto jonio cosentino e per l'intera Calabria.
Quello che però dobbiamo certamente sottolineare riguarda l’aspetto politico: la presenza in questo incontro di Villapiana dell’On. Morra del Movimento 5 Stelle e di Domenico Gattuso Coordinatore del Movimento Politico l’Altra Calabria – insieme a tutto il lavoro certosino che nei fatti costoro hanno svolto negli ultimi anni – ci permette di dimostrare nei fatti che loro hanno deciso di difendere - anche qui si tratta di una scelta legittima – e di anteporre all’interesse generale di questa Regione e del Paese, l’interesse specifico solo di alcuni cittadini e cioè dei grandi proprietari terrieri al costo di danneggiare i residenti e i cittadini arrivando addirittura a prevedere l'abbattimento delle loro case.
Tutto ciò non può passare inosservato.
Per questa ragione la Federazione Provinciale del Partito Democratico ha voluto evidenziare l’accaduto ma, soprattutto, ha deciso di ricordare alla collettività che da più tempo, con i propri circoli, con i propri Sindaci, con il Governo Regionale e Nazionale è da sempre impegnato per garantire l’avvio immediato di un’opera fortemente voluta dai territori. La Federazione Provinciale di Cosenza, inoltre, continuerà a dare il proprio contributo affinché ci sia una maggiore concertazione tra le scelte del Ministero alle Infrastrutture e quelle richieste dai territori poiché convinti che l’unico grande segnale di discontinuità che è necessario riaffermare è quello di riuscire a perseguire sempre l’interesse generale delle nostre comunità.
Segreteria provinciale PD Cosenza
Per maggiore approfondimento sulla manifestazione del 5 settembre a Villapiana invitiamo a vedere il filmato realizzato da Telecastrovillari CLICCANDO QUI'