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Traggono profitto dalla povertà della Calabria

Sibari sc.JPGLa povertà della Calabria è una fonte di profitto da parte, sia delle organizzazioni malavitose, sia della cattiva politica. Il serbatoio della disperazione viene utilizzato dai mafiosi per includere manodopera delinquenziale tra i propri affiliati, e per poter far accettare ai Calabresi lavori a bassa retribuzione.

Lo stesso avviene da parte della cattiva politica, che sfrutta il bisogno per promettere lavoro (fasullo), e ricevere in cambio consenso elettorale.

Prendiamo il caso della Sibari arcaica. La più grande città dell’antico occidente, il cui mito è conosciuto in tutto il mondo. Potrebbe, se riportata alla luce, con la sua gigantesca necropoli, le sue mura, il suo centro abitato, il suo porto, rappresentare un’irresistibile attrazione turistica internazionale, ed attivare un volano culturale ed economico in grado di rendere ricca la Calabria

Ma, per i motivi suddetti, l’operazione viene negata.

Ecco la prova.

Dopo la pubblicazione della mia ricerca su Sybaris (ed altro), resoconto stenografico della mia conferenza sull’argomento, al Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide (“Sibari, questa sconosciuta?” edita dal Club Rotary Corigliano Rossano, Pro Loco di Trebisacce e Sybaris Tour, ai quali ho ceduto gratis tutti i diritti editoriali), con la quale ho dimostrato, al di là di qualsiasi ragionevole dubbio, la reiterata menzogna del presunto suo ritrovamento nel sito attuale (Thurii e Copia), e la sua localizzazione a sei chilometri di distanza (come affermato da tutti gli antichi storici), si è sviluppato un muro di silenzio sulla scoperta: nessuno dei possibili attivatori delle operazioni di scavo, Soprintendenti o politici, ha ritenuto di metterle in atto. Silenzio tombale.

Non solo, ma si è pensato di procedere alla stesura di un progetto di superstrada (3° Megalotto Sibari Roseto) che passasse proprio sopra il sito di giacitura della Sybaris arcaica da me indicato, per seppellire, sotto un rilevato di dieci metri di terreno da riporto, le sue preziose vestigia.

Un possibile scempio storico, culturale ed economico su di un patrimonio dell’umanità, più grave di quelli perpetrati dall’Isis a Palmira.

Non si è nemmeno dato corso a semplici, cautelari ed economici saggi di scavo. Nulla di nulla.

E, beffa nella beffa, questo inutile tronco stradale, che distruggerebbe storia ed ambiente, cioè le vere grandi ricchezze della regione, viene sbandierata come uno strumento di rilancio economico.

Lo stesso Oliverio, che in fase di campagna elettorale mi aveva assicurato la diffusione della pubblicazione nella scuole, una volta eletto si è retratto nel consueto, colpevole, silenzio.

La ricchezza della Calabria non conviene a pochi, a danno di molti.

Arch. Maurizio Silenzi Viselli

 

NB: Il volume citato  è disponibile presso La sede della Sybaristour a Sibari o lo si può richiedere tramite e-mail sul questo sito

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