Il flop del referendum a Cosenza sulla Città Unica richiama alla memoria le prime scenografie teatrali nella Grecia antica. Le divinità erano al centro delle rappresentazioni teatrali ma non potendosi far ricorso agli “attori” (la rappresentazione degli dei non era consentita agli uomini), si diede vita al cosiddetto teatro di “figura”.
Aristotele racconta che Dedalo, cui i greci attribuivano notevoli capacità tecniche, avesse creato una statua lignea raffigurante Afrodite capace di muoversi da sola, perché animata dal suo autore. Le “teste di legno” forse originano dal mito di Dedalo! Il teatro di “figura” utilizza così vari oggetti come protagonisti dello spettacolo. Questi oggetti ovvero “le figure“ sono animati da un regista esterno che di fatto è il dominus dello spettacolo.
Senofonte, nel “Simposio”, racconta che nel corso di una festa in onore di un atleta vincitore in una gara delle Panatenaiche del 422 a. c., Socrate avesse avuto modo di assistere ad uno spettacolo di animazione operato da un artista siciliano, detto il Puparo di Siracusa, che faceva ballare in maniera coinvolgente alcune “marionette” (ballo di Bacco e Arianna). Al termine dello spettacolo Socrate chiese all’artista cosa desiderasse per essere felice. Il Puparo rispose che si augurava che ci fossero sempre tanti “sciocchi” perché essi, frequentando lo spettacolo, gli avrebbero consentito di tirare a lungo.
Purtroppo lo spettacolo offerto dai figuranti del “Si” è stato scadente e l’augurio del puparo non si è avverato. Gli elettori non si sono rivelati “sciocchi”: anzi molti o i più hanno disertato lo spettacolo rifiutandolo, ben consapevoli che di fesserie mal recitate si trattasse, come avevano avvertito i più attenti. I pochi che sono rimasti in platea hanno fischiato pupari e figuranti da dovunque provenissero. Forse il Referendum, come spesso accade in politica, potrebbe porre fine a tali spettacoli mediocri di pupari e di figuranti.
Giuseppe Aloise