“I partiti hanno degenerato e questo è all’origine dei guai in Italia. I partiti oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela; scarsa o mistificante conoscenza della vita e dei problemi della gente, ideali e programmi pochi e vaghi, sentimenti e passione civile, zero.
Gestiscono interessi, spesso contraddittori, talvolta loschi, comunque senza rapporto con i bisogni umani emergenti.
Senza smantellare tale macchina politica ogni risanamento economico, ogni riforma sociale, ogni avanzamento morale e culturale è precluso in partenza” (LUCIO MAGRI)
Nonostante trascorrano gli anni, ancor oggi a Corigliano si aggirano loschi personaggi falliti, senza alcun titolo di studio, infiltrati in politica per un tornaconto personale. La politica non è un mestiere, è un servizio ossia nel senso di servire, non di servirsi o circondarsi di servi. Concordo pienamente con l’affermazione del grande Sandro PERTINI “ CHI APPROFITTA DELLA POLITICA, PER GUADAGNARE POLTRONE O PREBENDE, NON È UN POLITICO BENSI’ UN AFFARISTA, UN DISONESTO”.
A Corigliano vige ormai una forte connivenza dilagante di corruzione alimentata anche da una criminalità organizzata e mafiosa sempre più invasiva, dovuta ad una gigantesca opera di distrazione di massa, che ha permesso al malaffare di crescere a dismisura, favorito da un silenzio complice di disinteresse, a scapito dello sviluppo sociale ed economico di tutto il territorio, la corruzione è figlia dei comportamenti criminali di soggetti i quali, in modo disonorevole, svolgono la loro pubblica funzione. Il sistema MARCIO ha contaminato anche ingenuamente altri che nulla hanno avuto a che fare col malaffare, ma che ha portato il territorio di Corigliano al disastro che tutti conosciamo; disastro, favorito da un consistente abbassamento dei controlli, che ha finito di schiantare livelli di illegalità impressionanti, nonostante il quotidiano lavoro certosino delle FORZE DELL’ORDINE, della PROCURA DELLA REPUBBLICA DI CASTROVILLARI, della DIREZIONE DISTRETTUAE ANTIMAFIA DI CATANZARO e della DIREZIONE GENERALE DELLA CORTE DEI CONTI.Siamo gravemente malati e la cosa più pericolosa è che non abbiamo voglia di curarci, se non a chiacchiere sempre più populiste e paradossali. Basta andare a spasso, in giro per Corigliano, soprattutto nel centro storico dove sono cresciuto, per renderci conto della vergognosa realtà in cui è ridotto il mio bel paese natio; un luogo dove nulla è chiaro a partire dalle maggioranze che si confondono spesso con le opposizioni; la cosiddetta sinistra che sterza spesso verso destra e viceversa: la laicità a corrente alterna o la religione proiettata nei laicissimi affari. Un immenso guazzabuglio dove capire i contorni di qualsiasi cosa è un’impresa ciclopica. Continuando di questo passo, - con i giovani che sempre di più scappano e, cosa più grave, si disinteressano della vita politica e sociale del Paese-, il disastro è alle porte sotto gli occhi di tutti. In questo drammatico contesto, anche i cittadini, quelli più semplici che quotidianamente combattono per sopravvivere e mettere insieme il pranzo e la cena, hanno le loro responsabilità, così come ce l’ha il ceto medio, ciò che resta della borghesia e gli altri ceti.
Secondo me sono due le argomentazioni, che appartengono all’idea di politica, come deve essere, quella vera, quella che vuole occuparsi del bene comune, delle persone, del rispetto delle regole, della legge, della Costituzione, non a caso con la maiuscola. La nostra Costituzione è considerata a livello planetario, una delle migliori mai scritta, i padri costituenti hanno lavorato nel pieno rispetto della vita, della gente, dell’uguaglianza. Siamo tutti uguali, di fronte alla legge, non è un’utopia seguirne i dettami, si può aggiornare, semplificare ma mai travisare o stravolgere e questo compete alla politica, ai rappresentanti del popolo che ha sempre il potere di decidere. I primi responsabili di tutto questo squallore, sono gli elettori, che a Corigliano, invece di scegliere candidati onesti, competenti e appassionati, si fanno corrompere da squallidi loschi personaggi, affaristi, disonesti, ignoranti, incapaci ed incompetenti, falliti nella vita ed entrati in politica per i propri tornaconti personali, ormai si è quasi alla regola del meno peggio.
Scendere in politica, è ormai un termine decisamente fuori luogo, non si scende in politica, si dovrebbe assurgere alla politica, nel senso più alto del termine. La passione politica deve essere passione civile, amore per il proprio paese, senso di giustizia, voglia di migliorare la condizione sociale dei propri conterranei, questo è il vero senso di fare politica, purtroppo oggi assistiamo alla compravendita di cose e di persone da far inorridire ogni persona onesta, e ci sono, certo che ci sono ancora, a dispetto della disonestà dilagante, che non è più una eccezione, è diventata spesso una regola, il politico deve essere una persona di specchiata onestà, reale ed intellettuale, non deve trarre un guadagno da questo servizio, non deve usare od abusare, del potere cheha, per fini propri o per altri, deve certamente percepire un emolumento, nella misura giusta, per vivere con dignità, in sostanza colui che fa politica, finito il suo mandato, deve tornare alla sua vita normale, a fare ciò che faceva prima di cominciare l’attività politica, ossia, uno il BENZINAIO e l’altro il SINDACALISTA, un panorama pieno di arroganti e incompetenti, falsi e ignoranti… pieni di sé, voci assordanti che predicano il nulla…mentre c’è bisogno di persone intelligenti, oneste dall’eloquio semplice e chiaro, comprensibile a tutti, capaci di affrontare i problemi e con un ideale …di giustizia e eguaglianza…e soprattutto di libertà e di rispetto; la mia libertà inizia dove voglio, ma si ferma dove comincia quella degli altri; questo è il mio rispetto. La politica è “l’arte del possibile”, non il modo migliore per imbrogliare i propri elettori, violentare i diritti ed arricchirsi alle spalle della povera gente. In questi ultimi anni Corigliano è stata riempita di politicanti, non di politici, politicanti che hanno distrutto il territorio, hanno svenduto per quattro soldi, la grande storia, le tradizioni, la cultura, il turismo, il commercio, a sporchi loschi personaggi di MASSONI E MASSONERIA ed a pseudo associazioni “UNO, CENTO E NESSUNO”. Non serve che elenchi i nomi dei responsabili che ti hanno “CARO PAESE MIO”, cancellato dalla storia e dalla geografia. Li conosciamo TUTTI. Votare ancora oggi, questi politicanti, è stata la nostra colpa e la nostra complicità. Dobbiamo cambiare. E’ tempo di interpretare ed avere un’idea della politica. Questa è l’unica via per cambiare le cose a Coriglano, necessita un cambiamento culturale della gente, la quale gente, dovrà capire che è molto meglio eleggere delle persone oneste, piuttosto che dei manigoldi, un sistema ormai incrostato di privilegi, di affari, di impunità e di ruberie, chi sta al potere non pensa all’interesse generale ma soloalle strategie per rimanere a galla a tutti i costi, mortificando i propri valori, le proprie convinzioni, cambiando alleanze, imbarcando tutti, anche chi aveva combattuto fino al giorno prima. E, soprattutto, strafottendosene del voto che hanno immeritatamente ricevuto dagli elettori.
Politici macchiette, impresentabili, ignoranti, corrotti, oltre che inquisiti e ladroni rivestono ruoli importanti nel nostro paese. Dobbiamo essere coscienti e consapevoli di avere ben presente questa triste realtà che è davanti a tutti. Questa politica potrà essere diversa e più vicino ai cittadini solo adottando una terapia d’urto, uno shock elettrico, capace di incidere e modificare radicalmente questo sistema incrostato che tutto assorbe e tutto metabolizza. Questi loschi personaggi, speculano sul tutto, proponendosi per ciò che non sono, che non sono mai stati, una cosa è certa che sono semplicemente dei poveri falliti, degli arrampicatori, la politica lasciata in mano a costoro, alle loro retroguardie, non ha fatto altro che aumentare il solco tra servizio e profitto, potendo contare sull’indifferenza, il silenzio e la non partecipazione dei più.
Sta a noi scegliere, con franchezza e alto senso di responsabilità, alle prossime elezioni, dobbiamo liberarci da questo MARCIUME, dando voce e attenzione alle persone oneste e alle nuove generazioni.
Ricordo con profondo affetto i grandi principi morali di onestà intellettuale, di formazione di vita e di cultura che mi hanno trasmesso i miei MAESTRI Carlo BO, Magnifico Rettore, Critico Letterario e Senatore a Vita e Don Italo MANCINI, grande filosofo, Fondatore e Direttore della prestigiosa Scuola Superiore di Scienze Religiose dell’Università degli Studi di URBINO.
PROF. GIOVANNI FERRARI
DIPARTIMENTO STUDI UMANISTICI
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “FEDERICO2” NAPOLI