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Fusione Rossano-Corigliano: Io la vedo così...

applauso a rossano.jpg(foto: Standing Ovation dei consiglieri comunali di Rossano dopo l'unanime voto a favore della fusione)

Il sindaco di Cassano ha convocato presso la propria sede in modo informale, così almeno ci appare, i sindaci di Rossano, Corigliano e Villapiana per uno scambio di opinioni sulla possibilità di includere Cassano e Villapiana e, naturalmente Corigliano e Rossano, in un progetto “Città di Sibari” di cui già qualche decennio fa si favoleggiava. L’ufficio stampa del comune di Cassano ci ha inviato un dettagliato resoconto dell’incontro che troverete in coda alla mia riflessione.

Le due cittadine aldilà della riva destra del Crati da alcuni anni avevano iniziato a lavorare alacremente per una fusione che ragionevolmente avrebbe portato ad una svolta migliorativa delle condizioni sociali, economiche e politiche delle due più grosse realtà urbane della Sibaritide, sono riuscite, non senza difficoltà a giungere all’accettazione della Regione Calabria della loro richiesta, tanto che presto ci sarà il referendum col quale le popolazioni dovranno esprimere il loro parere-consenso ad unirsi in un unico Comune. Le cose sembrano praticamente fatte. Ed ecco che Cassano, come al solito sempre in ritardo, tira fuori dal cilindro la proposta di volersi aggiungere a questa fusione e spinge in questa cordata anche la vicina Villapiana ventilando la possibilità di riesumare da un passato remotissimo la mitica “Città di Sibari”. E’ chiaro che la cosa non può essere presa in considerazione ora che l’iter burocratico per giungere al referendum dei due comuni è concluso; giustamente il sindaco di Rossano mette in risalto la pericolosità di una nuova proposta che per forza rallenterebbe, o peggio, renderebbe vano tutto il lavoro fatto finora. Mentre Geraci, sindaco di Corigliano, è più possibilista probabilmente perché sotto, sotto a Corigliano la fusione con Rossano non è proprio ben vista da tutti, tant’è che in consiglio comunale la proposta fu accettata, a suo tempo, a maggioranza e non all’unanimità come a Rossano.

Ma, a prescindere da tutto ciò, Cassano dovrebbe finalmente decidere come risolvere i problemi gravi che l’affliggono, oltre alla disoccupazione si pensi al notevole calo demografico, se non fosse per gli stranieri probabilmente saremmo ad un livello di decrescita incredibile. Pensate che nel 1929 Cassano contava ben 7002 abitanti nel centro storico e soli 2220 nelle frazioni e nelle varie contrade (Annuario Generale del Touring Club Italiano) . Oggi la popolazione di Cassano-centro probabilmente non supera le 6000 anime, compresi gli stranieri, mentre sono cresciute Lauropoli, Doria e Sibari. Questo dimostra come il territorio di questo comune non ha più un centro di riferimento (se non per alcuni servizi pubblici quali il municipio e pochi altri) ed è composto da quattro satelliti che girano in orbite scombinate. E’ inutile ricordare per esempio che da Cassano centro non passa alcun tipo di autolinea interregionale, i cassanesi devono per forza andare a Castrovillari o scendere a Sibari per poter viaggiare e delle strade d’accesso è meglio non parlarne. Se poi pensiamo che le zone di possibile ulteriore sviluppo urbano, come Sibari-Stazione, sono prive di Piano Regolatore da tempo decaduto e ci si arrabatta alla meglio col vecchio Piano di Fabbricazione, ci si rende conto di come sia attualmente quasi impossibile parlare di una qualsivoglia possibilità di sviluppo. Il comune di Cassano, inoltre, non ha un’area PIP, cosa questa che ha penalizzato fortemente ogni tentativo di insediamento industriale e, ovviamente, ha bloccato la possibile creazione di posti di lavoro. Praticamente gli amministratori di questo comune negli ultimi 20 anni si sono arrampicati sugli specchi, andando avanti a ramengo, spendendo il danaro pubblico per rattoppare qua e là qualche emergenza, o per letteralmente dilapidarlo in opere che certamente non hanno cambiato né il volto dei centri urbani, né portato economia in momenti di estremo bisogno mentre il disagio sociale cresce sempre più anche perché nessuno fa intravedere possibili sbocchi positivi a questa tremenda situazione di stallo.

Le chiacchiere sull’archeologia, sulle Grotte, sulle potenzialità turistiche sono parole vuote se non si lavora su un programma partecipato che abbracci tutte le risorse del territorio in modo sinergico e virtuoso.

Rossano e Corigliano hanno pensato di poter affrontare insieme il futuro, ci stanno riuscendo e noi volenti o nolenti, dobbiamo guardare a questa possibile realizzazione di grande città della Sibaritide in modo positivo, si tratta di qualcosa di epocale, per la prima volta, dopo millenni, si riuscirà ad avere una città vera (la terza in Calabria per numero di abitanti) che potrà contrastare il medievale Cosenza-centrismo che ha sempre visto la Piana di Sibari come una riserva di voti e di risorse agricole di cui farsi vanto, ma considerando i suoi abitanti più o meno come i “burini” per i romani. Lasciamo consolidare il progetto di fusione fra questi due grandi centri e poi, se saremo attenti e capaci, potremo ancora parlare della “Città di Sibari”.

tonino.jpgAntonio Michele Cavallaro

 

COMUNICATO STAMPA DEL COMUNE DI CASSANO IONIO

Geraci_Mascaro.jpg(foto: I sindaci di Corigliano, Geraci e quello di Rossano Mascaro , nello studio del sindaco di Cassano)  Promosso dal sindaco di Cassano, Gianni Papasso, si è tenuto nel Palazzo di Città, un incontro con i sindaci di Rossano, Stefano Mascaro, di Corigliano, Giuseppe Geraci e di Villapiana, Paolo Montalti, per parlare di riassetto istituzionale nell’ambito del comprensorio della Sibaritide, con particolare riferimento sia al processo di unificazione/fusione, già in fase avanzata dei comuni di Rossano e Corigliano, che dopo il recente deliberato dell’assemblea regionale, aspettano di andare al referendum consultivo per chiudere la partita, sia alla proposta avanzata dal sindaco Papasso di costruire insieme la Città di Sibari, sostenuta formalmente anche dal comune di Villapiana che ha già deliberato in tal senso. Dopo i rituali di cordiale accoglienza, il sindaco Papasso, ha avviato la discussione, precisando subito che né Cassano, né Villapiana vogliono arrestare il processo di unificazione in corso, bensì concorrere per potenziare ulteriormente l’obiettivo unitario che potrebbe segnare un momento storico di rilancio del territorio di riferimento in Calabria e nell’intero Paese. La costituzione della Città di Sibari, omnicomprensiva dei comuni di Corigliano, Cassano, Rossano e Villapiana, di certo risulterebbe, per il suo marcatore identitario del territorio, di grande rilevanza, non solo per i benefici che deriverebbero per le comunità interessate, ma anche oltre. Per il sindaco di Corigliano, Geraci, che ha segnato l’incontro come interlocutorio, tenere fuori del processo di fusione territoriale una realtà come Cassano, sarebbe uno sbaglio, in quanto tre grosse città unite, scriverebbero una grande pagina storica per il territorio. Dal canto suo, il consiglio comunale di Corigliano, ha riferito il sindaco Geraci, agli inizi di febbraio dello scorso anno, nel deliberato consiliare aveva già previsto il coinvolgimento di Cassano. Auguriamoci quindi, ha aggiunto, che nei prossimi incontri possa venire fuori qualcosa di importante e di realizzabile. La doccia fredda, è venuta invece dal sindaco di Rossano, Stefano Mascaro, che dopo avere espresso parole di apprezzamento per l’iniziativa del sindaco Papasso, ha sottolineato che le popolazioni di Rossano e Corigliano, sono ormai vicine al voto referendario, per cui, per quanto la proposta di Cassano possa essere affascinante, fermare il processo è inopportuno. La eventuale ripartenza a tre o a quattro, secondo Mascaro, creerebbe problemi nella popolazione dei due centri. Se votassi io, ha aggiunto, direi di si, ma il problema è che votano i cittadini che in questi anni hanno maturato tale volontà. La nostra fusione, ha affermato il sindaco di Rossano, non nasce contro nessuno ma per noi; per una città di oltre 80 mila abitanti. Cassano e Corigliano, essendo baricentrici, hanno più affinità. Il problema, ha argomentato, è che gli estremi sono troppo lontani, per cui riprendere l’iter comporterebbe anni di lavoro e al punto in cui siamo non ce lo possiamo permettere. Per Mascaro, che nel suo dire ricorre spesso a metafore, ritornare indietro, rappresenterebbe un grave rischio per i sindaci in campo, perché se “l’aereo già partito ritornasse indietro e si schiantasse al suolo”, la colpa sarebbe solo di Mascaro e Geraci. Adesso, ha affermato, le reti, sono piene di pesci, se le riapriamo, rischiamo di perdere anche il pescato. Una città unica della Sibaritide, ha concluso il sindaco di Rossano, è una grande idea affascinante. Oggi, forse le condizioni non ci sono. Nel prendere la parola, il sindaco di Villapiana, Montalti, cogliendo le difficoltà espresse soprattutto dal collega Mascaro, pur di favorire il possibile incontro a tre, ha fatto un passo indietro, riservandosi di aspettare altri momenti per rientrare in campo. Il sindaco Gianni Papasso, nel sintetizzare il senso del confronto ha parlato di scambio di idee sulla proposta datata di Rossano e Corigliano e su quella avanzata Cassano, che prefigura la costituzione insieme della Città di Sibari. Pur guardando con il dovuto rispetto istituzionale al progetto di Rossano e Corigliano, tuttavia, ritengo, ha affermato il sindaco di Cassano, che se le due realtà che si vogliono fondere, non possono pensare di fare a meno di Sibari, che appartiene al mondo intero. Dopo avere ribadito che l’azione non è finalizzata a bloccare o impedire il processo in itinere tra Rossano e Corigliano, Papasso, ha invitato i colleghi sindaci a riflettere meglio tutti insieme sulla questione. L’invito finale, è stato quello di utilizzare il brand di Sibari, per fondere tutte le positività presenti sul territorio, al fine di costruire una nuova grande e importante realtà urbana che possa rappresentare una speranza per le future generazioni.

Il Capo Ufficio Stampa – Mimmo Petroni

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