A volte quando si pensa ai giovani d’oggi, si crede che questi siano insensibili davanti a tutto ciò che li circonda. Invece, intervengono, sbattono il pugno e si preoccupano per ciò che sta accadendo al nostro pianeta. Io sono Giovanni Paolo Tursi, giovane calabrese, studente di Giurisprudenza e non nuovo per interventi sentiti e meditati su importanti questioni, anche questa volta, sui repentini cambiamenti climatici che stanno interessando il mondo. Queste ultime settimane hanno visto una mobilitazione mondiale, come mai prima d’ora nella storia, per sensibilizzare sul problema del cambiamento climatico e sulle conseguenze del riscaldamento globale, e chiedere interventi strutturali per affrontare un’emergenza anch’essa senza precedenti.
Per quanto suoni altisonante e spaventoso, siamo in una fase critica per la nostra specie: da troppi anni i climatologi sono Cassandre ora ignorate, ora screditate, ora messe al fianco di ciarlatani che ne offuscano gli allarmi. Tuttavia questa estesa agenda politica che passa per attivisti e movimenti come Extinction Rebellion, per le manifestazioni #FridayForFutures e che nella settimana dal 20 al 27 settembre è culminata nel #ClimateStrike, cui hanno aderito da tutto il mondo, incontra delle forti resistenze da parte di chi vede come il fumo negli occhi l’apertura di uno spazio politico per le tematiche ambientaliste, proiettato in un orizzonte politico a breve termine. Così assistiamo a vere e proprie strategie per distogliere l’attenzione, o per denigrare e delegittimare chi porta avanti queste istanze.
Riscaldamento globale ed emergenza climatica rompono lo schema di propaganda dei politici centrati attorno alla contrapposizione popolo vs élite. Le tematiche ambientaliste sono per loro stessa natura fortemente ideologiche, e quindi rimettono al centro del dibattito pubblico la contrapposizione tra conservatori e progressisti, tra destra e sinistra, costringono a posizionarsi rispetto a temi specifici, sgombrando il campo dalla retorica del “post-ideologico”. Sono tematiche fortemente intersezionali, perché riguardano strati eterogenei della società, ne interrogano i conflitti e quei rapporti di forze che producono una situazione oppressiva. E sono infine tematiche con una visione internazionale.
La vastità della mobilitazione che si è creata nel tempo sta rendendo gli attacchi a molti di coloro che si prodigano per una propaganda salva ambiente abbastanza pretestuosi e inefficaci, smascherandone la natura strumentale, se non addirittura l’ottusità.
Onestamente non capisco perché gli adulti spendano il loro tempo prendendo in giro e aggredendo adolescenti e bambini che promuovono ,la scienza potrebbero fare qualcosa di buono, invece. Immagino che debbano davvero sentirsi minacciati da noi.
Ma non perdete tempo dando loro ulteriore attenzione. Il mondo si sta svegliando. Il cambiamento sta arrivando che a loro piaccia o no.
C’è una generazione di «sdraiati» che non è mai stata tale, insomma, e che attraverso l’ambientalismo sta dimostrando di non dipendere da chi li critica od osteggia apertamente. Portando avanti i loro temi
Uno cosa però va ricordata
Crediamoci
Crediamo davvero in ciò che facciamo e diciamo
Non ci facciamo corrompere dalle cosiddette “masse” abbiamo una testa ed un cuore, usiamoli.
Bando alle ciance, lo stesso Pontefice è preoccupato. Papa Francesco, infatti, ha scritto che deve partire un forte impulso e una grande volontà del mettersi in gioco. Bisogna,impegnarsi a dare all’umanità ragionevole speranza che la creazione non sia persa.
Assumerci la responsabilità di preservare la creazione. Il tempo stringe. Il tempo scorre, ma abbiamo ancora la forza e la possibilità di cambiare le cose perché non è più possibile rimandare l’impegno per il clima globale e la conservazione della creazione.