A Villapiana il litorale è molto ampio, dal confine con Cassano a quello con Trebisacce corrono circa 8 Chilometri, la parte all'estremo nord che confina con Trebisacce chiamata "contrada Pantano" è inserita fra la ferrovia e il mare con una fascia boschiva compatta e, sotto certi aspetti, ancora intatta. Negli ultimi 30/40 anni sono sorte delle unità abitative in un'area non coperta dal bosco ove oltre ai fruitori estivi vi sono famiglie di residenti, che spesso devono confrontarsi con il pericolo di alberi molto alti che incombono sulle strade e, in taluni casi, sulle abitazioni stesse. La parte Sud del litorale, ultimamente ampiamente "violentata" da una cementificazione che definire "selvaggia" è un eufemismo, è servita da strade asfaltate e ben tenute con illuminazione adeguata, la parte Nord, quella della contrada Pantano, per intenderci, è abbandonata a se stessa, strada strettissima con l'ultimo tratto ancora in terra battuta, illuminazione carente e il bosco che non viene controllato e manutenzionato da diversi anni.
A nulla sono valse le reiterate richieste di alcuni residenti per mettere in sicurezza strade e abitazioni dal pericolo di crolli di alberi ormai secolari dall'impianto radicale superficiale come pini marittimi ed eucalipti, si gioca da anni a scaricabarile tra Comune, Consorzio e Forestale, aspettando magari che ci scappi il morto.
Questa notte, per semplice casualità, il crollo di un pesante pino marittimo, non ha fatto vittime. La chioma della pianta schiantatasi al suolo, probabilmente per vetustà, ha ricoperto interamente la sede stradale, impedendo il passaggio delle auto, come è ben documentato dalle foto. Se fosse accaduto di giorno la possibilità di una tragedia sarebbe stata molto più alta. Dobbiamo ora aspettare un'evenienza luttuosa perchè qualcuno si dia da fare? Per poter passare, stamattina si è dovuto passare sotto la "forca caudina" formata dal tronco sostenuto da un lato dalla parte ancorata al suolo e dall'altra parte dalla folta e robusta chioma, adagiata sull'asfalto.
Ci auguriamo che chi di competenza prenda sul serio questo pericolo incombente e prenda le giuste contromisure per cimare le piante più alte e per diradare quelle che sono più in prossimità delle abitazioni.
Antonio Michele Cavallaro