Mentre in Italia la diatriba sull’accoglienza dei migranti raggiunge a volte toni che definire beceri può sembrare un eufemismo, inglesi e francesi mettono in azione esercito e marina militare per pattugliare le proprie coste e impedire quindi sbarchi di clandestini. Noi siamo considerati razzisti e loro come li vogliamo chiamare? Leggete l’articolo diffuso dalla TV della Svizzera Italiana il 5 gennaio scorso.
“Le navi della Marina militare del Regno Unito pattugliano da venerdì la Manica, dove a fronte del crescente numeri di migranti che tentano di attraversare il Canale erano già dispiegate imbarcazioni delle Forze di frontiera. La misura è parte di un piano d'azione congiunto con la Francia.
Il segretario per gli affari interni Sajid Javid lo aveva annunciato lunedì, precisando che l'operazione è mirata a "proteggere vite umane, oltre che i confini".
L'ultimo episodio che aveva portato l'attenzione sull'aumento dei profughi risale alla vigilia di Natale, quando 12 migranti sono stati trovati sulla costa del Kent, portando a 239 il numero totale di persone che da novembre hanno raggiunto il Regno Unito su imbarcazioni di fortuna.
Una traversata molto pericolosa per via del traffico di navi, delle forti correnti e della bassa temperatura dell'acqua
Il ministro dell'Interno britannico aveva dapprima concordato con la Francia -che condivide le preoccupazioni sui migranti- un piano di sorveglianza dei porti e delle coste, poi incontrato i funzionari della British border force.
Aveva inoltre sollecitato l'intervento della Difesa, chiedendo al titolare del dicastero Gavin Williamson una nave da pattuglia, decine di marinai e sorveglianza aerea per soccorrere i migranti ma anche fermare i tentativi di attraversamento della Manica.
Williamson -che parla di misura provvisoria- aveva messo a disposizione la Marina, l'Aeronautica, l'Esercito.
Nel 2018, sono in tutto 539 le persone che hanno tentato di attraversare il Canale tra Francia e Regno Unito a bordo di piccole imbarcazioni. Un tratto di mare trafficato e percorso da forti correnti, dove l'acqua è molto fredda.
La maggior parte di essi è di nazionalità iraniana. Nonostante la chiusura della cosiddetta 'giungla' di Calais, molti migranti sono rimasti in campi improvvisati lungo la costa settentrionale francese e i trafficanti aprono nuove rotte.”
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 05.01.2019)