Del Principe fasullo del Montenegro (nella foto estratta dal web), distributore di titoli e onorificenze, avevamo sentito parlare qualche tempo fa, ma non sapevamo che aveva "colpito" anche nel nostro territorio, più precisamente nella nostra "diocesi". Purtroppo anche il nostro vescovo mons. Savino è caduto nella rete tesa dal furbastro di turno, al secolo Stefan Cernetic torinese. La notizia è stata diffusa da un articolo di Luigi Cristaldi apparso ieri sulla Gazzetta del sud e che vi proponiamo in coda. Il personaggio era noto nel jet-set nazionale e internazionale, tanto che due anni fa aveva addirittura nominato "contessa" la prorompente attrice americana "Pamela Anderson". Il 21 giugno del 2015 il Messaggero dava così la notizia:
"Da prorompente bagnina di Baywatch e contessa dei Gigli: è la metamorfosi di Pamela Anderson che ieri sera a Villa Durazzo di Santa Margherita Ligure è stata investita del titolo nobiliare dal principe di Macedonia e Montenegro Stefan Cernetic. Cerimonia blindatissima, quella dell'investitura, durata una ventina di minuti con tanto di spada appoggiata sulle spalle, antica formula recitata in inglese, con lei in ginocchio davanti al Principe. La Anderson è divenuta contessa prima di partecipare a un evento benefico organizzato dalla Onlus Lilium di cui il principe è primo sostenitore. L'attrice da tempo si dedica ad aiutare gli altri. Il ricavato sarà devoluto al restauro di un antico arredo di Villa Durazzo".
Immaginiamo che la mitica spada sia stata poggiata dal "figlio di nobildonna" anche sulle spalle dei nostri concittadini citati nell'articolo dell'amico Cristaldi, che, poverini, convinti di ricevere una onorificenza da inserire nel curriculum personale, si sono ritrovati invece con un pennacchio privo di valore.
Di gente come mr. Cernetic ne gira parecchia per il mondo, i più furbi gironzolano nei paesi lontani fra gli emigrati italiani arricchiti o che comunque che hanno raggiunto un buon livello sociale. In paesi come Argentina, Brasile e Uruguay, per esempio, negli anni '80 e '90 circolavano diversi pseudo-principi di case reali, spesso inesistenti, che distribuivano onorificenze, al modico costo di 500 dollaroni, a nostri connazionali diventati ricchi e desiderosi di dare un'impronta di nobiltà al proprio nome, durante fastosissime feste organizzate, ovviamente a spese dei polli, in prestigiose strutture ricettive.
Giusto per ricondurre il fatto in una cornice meno triste, c'è da dire che alcuni di questi furboni hanno talvolta veramente qualche stilla di sangue blu e possono anche istituire un ordine cavalleresco o organizzazioni similari come semplici "associazioni" (ben dissimulate negli statuti) e distribuire titoli a piene mani che, però, possono essere utilizzati solo nell'ambito dell'associazione. Niente di nuovo sotto il sole quindi. Ci auguriamo che ai nostri malcapitati concittadini almeno non siano stati spillati quattrini per qualche fantasiosa "ONLUS LILIUM", sostenuta ardentemente dal "principe".
Michele Sanpietro