L’ANAS ha notificato che sulla Statale 106 bis nella tratta tra Sibari e Villapiana saranno adottate misure di sicurezza limitando la velocità a 40 Km/h fino al 9 maggio prossimo. Tutto ciò per il rifacimento della pavimentazione e della segnaletica in un tratto di soli 4 km circa. In altri paesi per un lavoro del genere ci si impiegherebbe al massimo 15 giorni (lo scrivente ha lavorato diversi anni in un’azienda svizzero-tedesca proprio per progettazione e costruzione di strade ecc.) ma qui, obietterà qualcuno, i lavori si fanno bene (sic). Ma torniamo al dettaglio, la corsia in direzione Nord verrà chiusa al traffico e gli automezzi saranno deviati sulla vecchia SS106, ora provinciale 253, allo svincolo per Sibari (Fiume Raganello) e saranno fatti rientrare sulla SS106 bis all’altezza di Torre Cerchiara. Quindi la limitazione della velocità a 40 Km/h interesserà i veicoli che transiteranno in direzione Sud.
Su quel tratto stradale il comune di Villapiana, già da diversi anni, piazza regolarmente un autovelox che non pochi pericoli ha causato finora per le frenate improvvise di conducenti che andavano tranquillamente a 90 Km/h su una strada senza particolari segni di pericolosità, perché si accorgevano all’ultimo momento della trappola per gonzi piazzata dai solerti “pizzardoni” locali. A questo proposito il noto scrittore e giornalista reggino Mimmo Gangemi ha recentemente pubblicato sul suo profilo Facebook una vera e propria “catilinaria” contro il comune di Villapiana per essere incappato anche lui nella tagliola frega-soldi.
“VILLAPIANA, il Comune che impingua le casse tartassando di multe assurde gli automobilisti, con improvvisi abbattimenti della velocità da 90 km/h a 30 km/h sulla SS 106, peraltro in uno dei tratti con guardrail e quindi senza particolari pericoli: mi fu comminata una multa di 54 €. L'ho pagata in ritardo, quando era diventata di 132 €. Stupido a pagarla. Non lo avessi fatto, oggi avrei un debito di poco più di quella cifra. Invece, oltre ai 132 già pagati, si aggiungono altri 584 (sì, 584) per aver dimenticato di dichiarare che ero io alla guida. La vedo una vergogna, anche perché pare che il Comune pareggi il bilancio inserendo gli incassi delle multe - se vero, non so fino a che punto sia legale, e comunque mi farò carabiniere e verificherò la legittimità o meno.
Conosco tanti che evitano di passare da lì, e scelgono il percorso più lungo sul lato Tirreno, pur di evitare questa che sempre più mi appare una forzatura che disprezza anche la povertà diffusa (mi metto nei panni dei poveri cristi che non potrebbero permetterselo).
Ci sono state molte alzate di scudo contro questa situazione, anche con richieste formali alla Regione Calabria di intervenire. Io stesso scrissi un articolo indignato. Per completezza, aggiungo che la stessa puntura dolorosa avviene nei Comuni di Trebisacce e di Montegiordano.
EBBENE, NON LA PAGO. ANDRO', SE OCCORRE, FINO IN CASSAZIONE.
LORO DOVREBBERO SOLO VERGOGNARSI E NOI EVITARE DI VILLEGGIARE LA' - ANCHE DI PASSARE DA QUEL TRATTO DI STRADA.”
Inutile aggiungere che i “mi piace” si sono sprecati sulla nota di Gangemi; un altro ha scritto “Anch'io sono stato vittima di un episodio analogo alcuni anni fa, in uno degli ultimi paesi della Calabria (oltre 500 euro). E' davvero il caso di evitare questa malefica nazionale che parte da Taranto. Il mio percorso preferito era, appunto l'A14 più la Statale ionica fino a Sibari e,poi, il raccordo fino alla exA3. Adesso punterei (terremoto e neve permettendo) sull'autostrada Abruzzo-Roma e poi sulla A1 e sulla A2 (Salerno-Reggio Calabria)”.
Prescindendo dal fatto che probabilmente il signore in questione ha una visione distorta della Calabria, i nostri paesi sono semmai i primi (venedo da Nord) e non gli ultimi della nostra regione, dobbiamo ammettere che tra Rocca Imperiale e Sibari (senza contare quelle piazzate nella vicina Basilicata) le postazioni di autovelox sono davvero troppe, sarebbe da verificare quanto incidano in positivo sui bilanci comunali queste “trappole” di cui ora si è dotato anche il nostro comune di Cassano Ionio.
Certo l’invito a non passare e a non villeggiare dalle nostre parti, lanciato da un’autorevole personaggio della cultura calabrese, non è che faccia particolarmente piacere.
Antonio Michele Cavallaro