Un violento incendio, sicuramente di natura dolosa, si è sviluppato la scorsa domenica nella contrada Pantano (casello 112) del Comune di Villapiana, tra la ferrovia e la vecchia SS106. Il forte vento ha facilitato l'azione delle fiamme che hanno raggiunto, distruggendolo, il casello in disuso della ferrovia dove i vigli del fuoco sono riusciti a giungere in tempo affinché il fuoco non raggiungesse il fitto bosco di pini marittimi al di là dei binari dove vi sono parecchie abitazioni e scongiurare così danni molto più rilevanti.
C'è da aggiungere che gli abitanti della zona hanno più volte segnalato al comune ed all’ex Corpo Forestale dello Stato (ora carabinieri rurali) il pericolo costituito dagli alberi altissimi troppo vicini alle abitazioni che possono provocare pericolo non solo per possibili incendi, ma anche per il crollo di rami in caso di forte vento, cosa, tra l'altro, già accaduta negli anni scorsi e anche pochi giorni fa. Una cimatura adeguata sarebbe oltremodo necessaria prima che accada l’irreparabile da addebitare poi come al solito alla “fatalità”
In questi giorni tutti i telegiornali italiani parlano degli incendi appiccati in Piemonte dove pare siano andati perduti almeno duemila ettari di bosco, in Calabria dove nella scorsa estate gli ettari di foresta finiti in cenere sono stati più di diecimila, pochissime e scarse informazioni vi sono state sui media nazionali, ma ciò che stamane ha fatto indignare è che i fuochi piemontesi siano stati fatti passare come un "gioco quasi innocente finito male", da noi chiaramente è stata invece la 'ndrangheta dei soliti calabresi piccoli, brutti e cattivi. Dell'incendio di ieri comunque si è detto poco o niente.
Michele Sanpietro
Albero caduto sulla strada d'accesso (non alfastata) ad un'area abitata di contrada Pantano
FOTO: Leone Cavallaro