Anche quest’anno, come ormai tradizione, si è rinnovato l’appuntamento a Lauropoli per la Festa delle Forze Armate e la Commemorazione dei Caduti di Tutte le Guerre. Quest'anno l'Associazione che cura l'evento guidata dal Presidente prof. Nociti, ha invitato la fanfara dei Bersaglieri di Isola Capo Rizzuto, che ha dato alla cerimonia una connotazione più militare ma anche più sentita con gli squilli di tromba che hanno punteggiato i diversi momenti della manifestazione.
La celebrazione si è svolta all’insegna del ricordo e della preghiera in memoria dei soldati di tutte le guerre che hanno sacrificato la propria vita per difendere la Patria, la Repubblica e la Democrazia. Dopo la sfilata che si è snodata su viale Laura Serra con numerosi cittadini, i bambini delle scuole elementari e medie e con la fanfara che ha suonato a passo di corsa il suo inno tradizionale, don Pietro Martucci ha officiato la SS.Messa durante la quale ha ricordato le parole di Pace di Papa Francesco.
Subito dopo ha avuto luogo, nella piazza antistante la Chiesa, la Commemorazioe di tutti i caduti, brillantemente condotta dalla sig.a Isa Guarino Ferraro che ha passato il microfono dapprima al presidente Nocito e poi ad un giovane carabiniere che ha letto i nomi dei soldati di Lauropoli che sono morti nell'adempimento del proprio dovere. Si sono alternati a parlare il ten dei CC De Leo, il sindaco di Cassano Papasso e diversi rappresentanti dell'associazione combattenti, mentre nel cielo saettava un aviogetto della Sibari-Fly, pilotato da Francesco Dito, che lasciava nell'aria tersa una scia con i colori della nostra bandiera, una bella e inaspettata sorpresa che ha scatenato un forte e sentito applauso.
Tutto bello e doveroso nel ricordo delle migliaia di giovani che hanno perso la vita in guerre che certamente non hanno voluto e di cui spesso non hanno capito le motivazioni. Ma ci sono notizie che difficilmente trapelano durante manifestazioni similari, nessuno ricorda, per esempio, che nella prima guerra mondiale (!915-18) il 70% circa dei morti furono meridionali, mandati tutti in prima linea come carne da macello per "liberare" dal "giogo austriaco" proprio quelli che ora vogliono autonomia per liberarsi del "fardello" dei terroni buoni solo come braccia per le loro industrie.
Ma sarebbe opportuno ricordare anche i circa 800mila meridionali letteralmente massacrati dall'esercito sabaudo dopo la cosiddetta Unità d'Italia, quando metà dell'esercito piemontese-italiano fu dislocato al Sud per "domare" quelli che loro chiamarono BRIGANTI, ma che altri non erano se non dei "PARTIGIANI" che difendevano la propria libertà. La maggior parte di quei soldati era formata per lo più, guarda un po', proprio da bersaglieri, che commisero atti di estrema crudeltà trucidando intere popolazioni compresi vecchi, bambini e stuprando le donne. Un autentico GENOCIDIO, simile a quello che i turchi commisero nei confronti del popolo Armeno, di cui NESSUNO però parla.
Chissà se un giorno, durante una di queste commemorazioni, qualcuno avrà il coraggio di farlo!
Antonio Michele Cavallaro
FOTO di Maurizio Guarino