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Vangelo di Domenica 17 Giugno 2018

gesu seminatore.jpgDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 4,26-34.  -  In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra;
dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa.
Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?  Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra;
ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».
Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

COMMENTO DI DON MICHEL MUNNO

XI Domenica del Tempo Ordinario – B

(Ez 17,22-24; Sal 91; 2Cor 5,6-10; Mc 4,26-34)

La Parola di Dio, che ci viene proposta in questa XI domenica del tempo ordinario, ci pone di fronte alla logica sconcertante di Dio, una logica così diversa dai nostri ragionamenti! Un modo di fare e di pensare – quello di Dio – che ci chiede continuamente di convertire il nostro modo di fare e di pensare! Il Regno di Dio, infatti, non si realizza pienamente finché continuiamo a restare trincerati nelle nostre logiche, nei nostri modi di fare narcisistici e autoreferenziali.

Paolo, nella seconda lettura, ci invita alla conversione facendo appello al giudizio: “tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male”. Non dobbiamo mai dimenticarlo: saremo giudicati! Ma la cosa che deve muoverci interiormente non dev’essere la paura del giudizio, ma l’impegno di “essere a Lui graditi”!

La logica “differente”, che ci viene prospettata dalla Parola di questa domenica, ci è necessaria per rendere presente Cristo nella nostra vita, nella nostra storia! È una logica fatta di impegno e fiducia! Impegno perché “seminare il bene” è faticoso, costa “sacrificio”! Con il Salmo 125 potremmo dire che il seminatore “nell’andare se ne va e piange, portando la semente da gettare”! Impegno perché il terreno va arato, preparato. Fiducia perché non bisogna essere ossessionati dai frutti: il frutto è nelle mani di Dio! Noi dobbiamo seminare e attendere fiduciosamente.

Paolo in una delle sue lettere afferma chiaramente: Paolo ha seminato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere! È Dio che fa crescere! Perciò impegniamoci nel seminare il bene e fidiamoci di Dio, che fa crescere!

La seconda parabola utilizzata da Gesù per descrivere il Regno di Dio scardina le nostre manie di grandezza e di visibilità fuori posto: chi vuole contribuire a realizzare cose grandi deve farsi “piccolo” come il granello di senape, che è “il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno”. Quanta fatica facciamo ad accettare questa “logica sconcertante”!

Anche attraverso la metafora del ramoscello di cedro, che ci viene presentata da Ezechiele nella prima lettura, abbiamo appreso questa logica paradossale: “Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso, faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco”.

Solo chi sa farsi piccolo potrà collaborare con Dio nel fare “cose grandi”: “il granello di senape, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra”.

Impegno, fiducia, capacità di farsi piccoli e di vivere per gli altri, passando attraverso la morte del proprio ingombrante “io”! È così che la Parola di Dio oggi ci presenta il Regno di Dio viene!

Aiutaci, Signore, a cambiare i nostri pensieri, a renderli sempre più simili ai tuoi pensieri, aiutaci ad essere ossessionati da una sola preoccupazione: quella di esserti graditi! Amen.

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