(foto: il flautista Emmanuel Pahud) Nella musica colta, quella classica per intenderci, ricordiamo certamente solo i nomi dei grandi musicisti che andavano e vanno ancora, per la maggiore, a me piace ogni tanto dare il giusto risalto a compositori che sono considerati talvolta di secondo piano. E' il caso del franco-belga Cesar Franck e del napoletano Mario Pilati, scomparso troppo precocemente a soli 35 anni. Di Franck è molto conosciuto il brano "Panis Angelicus" la cui partitura per tenore, organo, arpa, violoncello e contrabbasso fu scritta nel 1872 su testo bellissimo di San Tommaso D'Aquino, eseguita da grandi tenori come Luciano Pavarotti, (cliccare per l'ascolto) Plácido Domingo, Roberto Alagna, Andrea Bocelli, ma anche dai soprani Magda Olivero e Renata Tebaldi. di seguito alcune note biografiche dei due musicisti che commemoriamo. Di Mario Pilati vi invitiamo ad ascoltare la sua bellissima sonata per flauto e pianoforte che trovate cliccando sul titolo nel testo a lui dedicato. (A.M.Cavallaro)
Il 10 dicembre del 1822 nasceva a Liegi il compositore ed organista francese di origine belga César Franck (1822-1890), una delle figure più rilevanti della vita musicale francese nella seconda metà del XIX secolo. Compositore non particolarmente prolifico, predilesse il genere cameristico. Vanno ricordati il Quintetto per pianoforte ed archi (1879), la famosa e bellissima Sonata per violino e pianoforte (1886) ed il vibrante Quartetto per archi (1889). Nel genere sinfonico si ricorda l'appassionata Sinfonia in re minore (1888). Copiosa ed importante anche la produzione organistica. Fu infatti considerato come uno dei maggiori organisti del suo tempo mentre come compositore si affermò solo negli ultimi anni della sua vita (la stessa sorte era toccata ad Anton Bruckner). Tentò anche il teatro lirico con scarso successo mentre nel campo sinfonico-corale diede il meglio di se con l’oratorio Les Béatitudes (1869-79), uno dei più importanti esempi di oratorio romantico. Da ricordare anche le bellissime Variations symphoniques per pianoforte e orchestra (1885). In numerose composizioni adottò la cosiddetta "forma ciclica", con i movimenti plasmati su uno o più temi ricorrenti continuamente elaborati e trasformati. La sua evoluzione artistica fu lenta e complessa. Portato da necessità come organista ad approfondire la conoscenza dei classici (in particolare Bach), era d’altro canto sensibile per naturale inclinazione alle esperienze romantiche e tardoromantiche che caratterizzavano l’ambiente musicale a lui contemporaneo. Tale interna contrapposizione tra formazione e istinto rese assai lungo il processo di definizione stilistica e si può dire che solo nell’avanzata maturità, liberandosi in larga misura dalle pastoie accademiche, Franck abbia messo compiutamente a fuoco il proprio personale linguaggio musicale.
Il 10 dicembre del 1938 moriva a Napoli il compositore Mario Pilati (1903-1938). Ammesso appena quindicenne ad un corso avanzato di composizione del conservatorio di musica San Pietro a Majella, suscita l’attenzione dei professori e del direttore M° Francesco Cilea con i suoi primi lavori che stupiscono per la padronanza della forma e la potente ispirazione. Nel 1926 si stabilisce a Milano dove si afferma come compositore, critico musicale, direttore d'orchestra, maestro accompagnatore al pianoforte e come insegnante. Nel 1930, vinto il concorso per la cattedra di armonia e contrappunto al conservatorio di Napoli, ritorna nell’amata città ispiratrice di tanta sua musica. Nel 1933, vinta la cattedra di contrappunto, fuga e composizione, si trasferisce a Palermo dove inizia anche una fortunata attività di concertista. Trasferitosi di nuovo al conservatorio di Napoli vi resta solo per pochi mesi: provato dalla malattia che lo tormenta ormai da due anni, Mario Pilati morirà il 10 dicembre 1938 a soli 35 anni. Unanime il cordoglio del mondo della musica di cui è esempio il telegramma inviato da Francesco Cilea alla famiglia in lutto: “Con profonda commozione apprendo triste immatura fine mio carissimo Pilati - Sua scomparsa è lutto della scuola musicale napoletana et dell’arte che tanto ancora attendeva dal vivido ingegno di lui. Alla desolata famiglia le espressioni più sentite del mio dolore. Cilea”. Mario Pilati scrisse molti lavori di nobile ispirazione e impegno, tra cui un Notturno (1923), Tre Pezzi per orchestra (1923-25), una Suite per pianoforte e orchestra d'archi (1924-25), Sonate per flauto (1922-26), per violino (1928-29), per violoncello (1929), un Salmo CXXXIII per 2 cori a 8 voci (1925), l'oratorio Il battesimo di Cristo, per soli, coro e orchestra (1927) e l'opera incompiuta Piedigrotta (1937-38), celebrazione di Napoli come patria della melodia. Con le sue composizioni vinse alcuni tra i più prestigiosi premi internazionali tra cui, nel 1927, il premio Coolidge con la Sonata per flauto e pianoforte. Si evidenzia che il Premio Coolidge era stato vinto in precedenza da importanti compositori del calibro di Strawinski, Ravel, De Falla, Bartok, Bloch, Hindemith e, tra gli italiani, Casella, Pizzetti, Malipiero a cui si aggiunse nel 1927 il giovanissimo Pilati.